Il Brescia Calcio Femminile è l’immagine della professionalità e della competenza, un riferimento per ogni club femminile, sia per la capacità di programmare tecnicamente un progetto pluriennale, sia per saper porre la giusta attenzione ai dettagli organizzativi, tra cui una comunicazione che profila il Brescia come club top, in Italia e in Europa. Per scoprire il cuore delle scelte gestionali intervistiamo il Direttore Sportivo, Cristian Peri, da tanti anni al vertice manageriale delle leonesse del presidente Cesari.
Quali difficoltà si trovano a livello dirigenziale, nell’ organizzare un evento straordinario come le gare di Uefa Champions League?
A livello organizzativo le difficoltà nell’organizzare una gara di Champions League sono molteplici. E’ sufficiente dirle che abbiamo dovuto attrezzare una stanza degli spogliatoi del Rigamonti di Brescia dove si gioca il campionato nazionale di Serie B maschile, a sala medica in quanto a differenza delle normative italiane che impongono solo la presenza dell’ambulanza e personale medico, in Europa è richiesto oltre a questo anche un luogo adibito appunto a sala medica. Si passa poi alle difficoltà regolamentari, quante e quali persone a bordo campo, piuttosto che quelle autorizzte negli spogliatoi totalmente diverse dalle nostre regole, o a tutta la burocrazia nel redigere distinte e referti. Non semplice anche trovare strutture alberghiere che soddisfino richieste alimentari di squadre con culture diverse. Diciamo che fin tanto non si prova non si riesce a comprendere la soddisfazione e l’impegno che richiede una competizione del genere.
Come vede la normativa federale con l’ obbligo delle giovani tesserate per i club maschili?
Sicuramente la norma è un primo passo utile per la creazione di un serbatoio a livello giovanile fondamentale per creare una base solida e con numeri importanti che ci possano far competere con nazioni dalla storia e cultura diversa nei confronti degli sport al femminile. Il rischio è però quello che molte società professionistiche maschili preferiscano attingere a settori giovanili di società femminili già esistenti oppure ancor peggio preferiscano pagare qualche migliaio di euro per il mancato tesseramento delle giovani calciatrici. Così facendo il serbatoio impiegherà anni prima di dare risultati in termini di numero e qualità.
Il campionato ha nuovi equilibri con Fiorentina e Mozzanica sicuramente rinforzate, come si proietta la sua squadra in termini di aspettative?
Il Brescia si appresta a disputare il sesto anno consecutivo nella massimo serie. Se togliamo la prima stagione dove ovviamente si è pagata l’inesperienza, le aspettative sono sempre state quelle di arrivare ai vertici in campionato e migliorare anno dopo anno il settore giovanile. Anche quest’anno la politica societaria ha puntato su questi punti fermi. Per quanto riguarda Mozzanica e Fiorentina sicuramente non possono più essere considerate sorprese, già lo scorso anno terza e quarta nella classifica finale con rose di tutto rispetto, rinforzate in maniera importante quest’estate. In più avranno il vantaggio di non dover disputare competizioni europee che tanti sforzi fisici e mentali portano via. Credo quindi che in partenza partano sullo stesso piano di Brescia e Verona. Non sottovaluterei comunque squadre come il Tavagnacco che dopo un anno interlocutorio è tornato ad investire e rinforzare la squadre e nemmeno Res Roma e le neopromosse e ovviamente il San Zaccaria che a Brescia ricordiamo come compagine ostica nonostante si sia salvato solo allo spareggio playout (e che al Brescia portò via 5 punti su 6 ndr).
Calcio Femminile italiano ringrazia il D.S. Cristian Peri per la disponibilità e augura a lui e tutto il Brescia Femminile un grosso in bocca al lupo.