A Como la stagione si era conclusa nel peggiore dei modi, con un’ amara retrocessione che dopo diversi anni di Serie A, ha costretto il club a ripartire dalla categoria Cadetta. Purtoppo però spesso piove sul bagnato, ed oltre a dover riconquistare sul campo la massima serie, con le ovvie difficoltà che vi sono, vi è stata anche una partenza di massa di molte delle più talentuose atlete della squadra.
Da Giugno a Dicembre, la società lariana ha visto la migrazioni di molte stelle, tra le quali: Martina Cortesi ( Carriera Interrotta), Valentina Piazza ( Rapid Lugano), Carolina Cannone ( Rapid Lugano), Alice Cama ( Cuneo Femminile), Francesca Sampietro ( Carriera Interrotta), Rita Bertoni, Letizia Varisco, Mariane Gaburro ( trasferita in romagna). Vi era necessità di rifondazione totale, e la prima scelta è stata quella di inserire sulla panchina un grande nome di calcio femminile, ed è così che in quel di Ponte Lambro è stato inserito Mister Antonio Cincotta. Il giovane mister milanese, si è calato nelle realtà comasca alla perfezione, ed ha dato un cuore e una corazza ad una squadra costruita con atlete che non avevano mai giocato un campionato di vertice, prese da club di seconda fascia o provenienti da un recente passato da riserve.
Ad oggi la squadra ha già ottenuto 7 vittorie consecutive che valgono il primato attuale, ha mantenuto inviolata la propria porta per ben 720’ tra campionato (6 gare) e coppa Italia (2 gare), ed ha il miglior attacco del proprio girone.
E così dopo i successi monzesi, i record rossoneri, la cavalcata sarda e i vessilli negli USA, “l’uomo dei miracoli” (citazioni che prendiamo in prestito dal quotidiano Sprint & Sport che la coniò per Mister Cincotta già 6 anni fa), ci racconta i retroscena di questa nuova inaspettata esperienza:

Antonio, altra annata inaspettata?
Ciò che era certamente inaspettata è questa incredibile sfortuna che ci perseguita. Ho una sorta di odio e amore verso la tribuna, dove vedo sempre sedute atlete formidabili fermate da infortuni che hanno del tragicomico. Giusto per essere concreti, nel mese di Dicembre abbiamo perso il nostro centrale di difesa, Elisa Stefanazzi, perché si è rotta due dita restando imbrigliata in una pettorina!!! Mariane Gaburro ha trovato lavoro fuori regione, Loseto è rimasta ferma per un infiammazione al tendine da oltre due mesi, Martina Capelli, l’ ultima arrivata, è ancora indisponibile causa transfer. Tutto difficile così, soprattutto in una squadra che ha 15 elementi nuovi, che mai avevano giocato insieme, con un allenatore nuovo quale sono io.

Come hai trovato l’ ambiente calcistico di Como?
Sono rimasto favorevolmente colpito dall’ organizzazione della società.
Il Presidente Taroni, Il Direttore Cozza e la Team Manager Cecchetto lavorano con grande dedizione e attenzioni ai dettagli. Tutto è sempre curato nel minimo particolare, senza inutili fronzoli ma con grande professionalità e tempismo. Ogni parola è sempre mantenuta, il club da molto e pretende ovviamente altrettanto, e questo è stimolante.

A livello tecnico, hai una squadra completamente nuova, com’è stata costruita?
La squadra è completamente nuova, sono rimaste alcune atlete, tra l’ altro impeccabili dal punto di vista carettariale prima che tecnico, ma tutto il resto è stato inserito ex novo. La scelta delle atlete è stata fatta ovviamente dal Direttore Cozza, che mi ha coinvolto progressivamente, in maniera da inserire quella tipologia di atlete capaci di poter giocare il tipo di calcio che preferisco insegnare.

Tatticamente quali modifiche hai portato a  livello di sistema di gioco?
Il Como non è riconducibile a nessun sistema di gioco, per essere precisi, possiamo citare la gara di Verona disputata ieri, la squadra ha utilizzato 4 sistemi di gioco totalmente diversi, utilizzando anche varianti di modulo, in alcuni frangenti a uomo, in altri a zona.

Obiettivi, sognate un ritorno in Serie A?
Quando fui chiamato a Giugno, il primo e unico obiettivo era quello di rifondare una rosa nuova, creando spazi per atlete giovani, senza essere schiacciati da inutili tensioni legate ad una eccessiva ricerca di risultato.
Oggi siamo in vetta, in compagnia dell’ Inter, ma credo che la rosa più forte vista sia quella del Valpolicella, che ha imbastito una supersquadra appositamente per andare in Serie A, e credo che alla lunga, tutti quei grandi nomi messi insieme, possano fare la differenza.

Ha portato il suo staff?
Ho la fortuna di avere uno staff di grande competenza, ed è con me. Stefano ed il prof. Rovida sono inseparabili e li stimo profondamente. Lavoriamo con un intesa unica, Stefano ha grandi competenze maturate sul campo, ricopre in settimana il ruolo di maestro della tecnica con grande merito, in gara invece ha una supervisione su aspetti soprattutto tattici. Antonio Rovida è colui con cui studiamo la modulazione dei carichi condizionali, nell’ alternanza tra il lavoro a secco e quello calcistico.
 
Ci Pensa ancora all’ ipotesi estera per la sua carriera futura?
Francamente a Como mi trovo  molto bene, con le atlete sembra esserci un clima ideale fondato sul lavoro, ma anche sul sorriso. Per adesso sono concentratissimo sulla pianificazione quotidiana, vero che gli allenatori sono sempre di passaggio, e conosco bene le dure regole del gioco di questa attività, pertanto vivo giorno per giorno, ora è troppo presto per pensare al futuro.
 
Del suo passato, cosa tiene e cosa butta?
Tengo i miei errori, oggi so che non voglio commetterli più, e voglio essere sempre un esempio di professionalità inconfutabile. Butto via i successi, perchè sono armi a doppio taglio, e vorrei averne di nuovi senza dover pescare nei ricordi. 

La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Mister Antonio Cincotta per averci concesso tale intervista e auguriamo a lue e al club Fcf Como 2000 i migliori successi per la stagione in corso.