Chiara Mele della Fortitudo Mozzecane è entrata nel giro della Nazionale Under 17 e non sembra volerne uscire. Il 9 maggio inizierà la fase finale dell’europeo e la nostra Chiara, insieme alle altre azzurre, proverà a portare più in altro possibile i colori italiani.
Il 9 maggio affronterete la Spagna, poi sarà il turno di Polonia e Inghilterra. Quale tra questa avversarie preoccupa di più?
«L’avversaria che temiamo maggiormente è la Spagna perché negli anni precedenti ha dimostrato di avere caratteristiche di livello superiore rispetto a quelle di altre nazionali. Tatticamente e tecnicamente sono molto preparate, lavorano sempre con il pallone, quindi hanno una capacità di gestione del gioco superiore».
È soddisfatta del girone in cui siete finite o avrebbe preferito altre squadre?
«Io non ho mai giocato contro queste squadre, per cui non saprei dire cosa sia meglio. Come ho detto le spagnole sono tecnicamente superiori rispetto alle altre, ma noi possiamo dire la nostra. Sono orgogliosa già per il fatto di poter partecipare. Siamo tra le otto squadre più forti d’Europa e a questo punto non ha senso fare calcoli: possiamo giocarcela contro tutti e non dobbiamo sentirci inferiori. Dobbiamo dimostrare qualcosa indipendentemente dall’avversario».
Un’esperienza incredibile: che emozione è per la sua famiglia il fatto che lei competa a livello internazionale?
«Un’emozione unica. La mia famiglia a volte sembra addirittura più emozionata di me (ride, ndr). Quando devo partire per i raduni o andare all’estero per giocare contro altre nazionali mi stanno tutti molto vicini; quando possono mi accompagnano, ma anche quando non possono seguirmi all’estero sono comunque molto presenti e mi fanno sentire tranquilla».
Cosa potrebbe apprendere da questa esperienza da poter poi trasmettere a livello di squadra di club?
«Con la Nazionale, ma ovviamente anche con la mia squadra di club, ho appreso la voglia di combattere su ogni pallone. Anche quando si è stanche fisicamente e mentalmente bisogna lottare e dare sempre qualcosa in più. Finché l’arbitro non fischia non ci si può permettere di fermarsi e rilassarsi se si vuole competere con squadre di questo livello».
Per la Nazionale sarà un bel banco di prova: secondo lei il movimento calcistico femminile italiano può giocarsela a questi livelli?
«Spero che il calcio femminile italiano continui a crescere come sta già facendo. Penso che, perché cambino le cose in meglio, debba cambiare la mentalità generale: all’estero ci sono molti più tifosi e il calcio femminile è visto come molto importante. Sarebbe un sogno vedere la Nazionale Italiana giocarsela alla pari contro nazioni in cui questo sport è considerato di più. Fare un buon europeo sarebbe molto importante per tutto il calcio femminile italiano».
Avrebbe mai pensato, dopo la prima convocazione, di giungere a questo punto?
«Non mi sarei mai aspettata di giocare un europeo. Misurarsi contro squadre di questo livello ed essere tra le venti ragazze selezionate è motivo di orgoglio. Ho sempre sognato di poter gareggiare contro altri paesi con la maglia azzurra, e ora il sogno si è avverato. L’ho sempre visto come qualcosa di irraggiungibile. Sono molto felice e spero che faremo bene».
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