A parlare al termine della prestazione sontuosa delle Juventus Women nei due match da dentro o fuori contro il Paris Saint-Germain, giocati con la stessa grinta dal fischio d’inizio fino al triplice fischio finale, è stato l’allenatore Massimiliano Canzi che, alla guida delle bianconere da pochi mesi, ha già centrato il primo, importantissimo traguardo stagionale: giocare la Champions League e riportare le bianconere a calpestare i terreni di gioco delle sedici migliori squadre d’Europa.
Le bianconere dovranno affrontare, tra le altre, squadre come il Lione e il Bayern Monaco, che hanno già affrontato in amichevole, e altre che invece conoscono soltanto “per fama” ma che, di certo, godono di un palmarès non da poco. L’allenatore non si è sbilanciato sul percorso che potrebbero fare le bianconere alla luce di questo doppio incontro con un’avversaria di lusso, andando invece a focalizzarsi sul significato simbolico che hanno avuto le due partite contro le parigine, segno che le sue ragazze affronteranno a viso aperto qualsiasi formazione, anche la più ostica: «Dove possa arrivare sinceramente non lo so. Sicuramente non viviamo questa qualificazione come un punto d’arrivo, anche se in questo momento ce la stiamo godendo. Questo deve essere e sarà un punto di partenza, perché abbiamo la consapevolezza di potercela giocare con chiunque, e quindi ci divertiamo e ci divertiremo.»
Con un Paris Saint-Germain che non è riuscito a fare la partita né davanti ai propri tifosi né in trasferta, Max Canzi ci ha tenuto a precisare che le prestazioni spente da parte delle francesi hanno risentito particolarmente della bravura delle Juventus Women, capaci invece di giocare con lucidità, sempre tenendo bene a mente il valore delle avversarie e non abbassando mai la guardia, neanche nei rari momenti in cui il pressing del PSG è stato quasi asfissiante: «Credo che sia giusto dare merito alle nostre ragazze. Avevo chiesto una partita buona e una perfetta, e che non sapevo in quale ordine le volessi; loro hanno fatto due partite perfette, e quindi mi piace pensare che il PSG abbia fatto una partita un po’ dimessa soprattutto per merito nostro: abbiamo chiuso tutte le loro fonti di gioco, non abbiamo mai permesso di giocare, le abbiamo aggredite dal primo minuto fino al novantaseiesimo con una prestazione fisica di livello altissimo delle nostre, oltre che spirito di sacrificio. Mi piace pensare che, se loro non hanno fatto così bene, è anche e soprattutto merito delle ragazze che hanno giocato contro di loro.»
La squadra ha difeso sia con i difensori sia le centrocampiste, mettendo in mostra una fase difensiva molto solida che, nei confronti precedenti in campionato, è stata spesso accusata di subire troppe reti nonostante le giocatrici riuscissero a segnare tanto. Contro le francesi, le Juventus Women hanno segnato cinque goal e ne hanno subiti soltanto due, andando a sfatare il mito secondo cui la fase difensiva presenta delle crepe: «Noi lavoriamo tanto sulla fase difensiva. Abbiamo avuto due partite in cui abbiamo preso tanti goal e una, fortunatamente, era un’amichevole. Abbiamo preso dei goal a Sassuolo e dei goal col Como, cosa che può starci. Non dobbiamo mai dimenticarci che incontriamo delle avversarie che hanno la loro qualità e la loro organizzazione. Sicuramente proponiamo un gioco offensivo perché le caratteristiche delle ragazze ci portano a proporre questo, ma lavoriamo anche molto sulla fase difensiva. Sicuramente ci saranno dei momenti in cui ci capiterà di prendere molti goal, in altri meno, ma rivolgiamo sempre attenzione anche a questo aspetto, e quindi non ero particolarmente preoccupato neanche adesso.»