TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente l’ex allenatrice del Milan e storica leggenda del calcio femminile italiano, Carolina Morace, per parlare della possibile ripresa del campionato e non solo:
Oltre al campionato maschile, potrebbe ripartire anche quello femminile. Saresti favorevole?
“Non vedo motivi per ricominciare, li cerco in tutti i modi e non li trovo. E questa è anche l’idea degli allenatori di Serie A. Quale è il senso? Se per gli uomini c’è una ragione di natura economica, per le donne non c’è. Per il calcio femminile c’è bisogno di ripartire in sicurezza il prossimo anno, ha bisogno di investimenti sostanziali e di un progetto concreto. Perché ancora oggi non è una lega riconosciuta dalla federazione”.
Questo, in effetti, è il più grande cruccio.
“In più c’è da aggiungere che i tre più grandi campionati europei professionistici sono fermi, mentre noi continuiamo a dire di voler ripartire. Ma di che cosa stiamo parlando? Per seguire un protocollo che soltanto certe società potrebbero seguire. Poche società come la Juventus possono permettersi di allenarsi, le altre invece non hanno le strutture adatte. Francamente mi sembra tutto ridicolo, una grande presa in giro. In Italia la pallavolo e la pallacanestro femminile, che generano più entrate economiche, sono state chiuse da tempo”.
Eppure sembrava che dopo il mondiale giocato in Francia, dove le azzurre avevano ben figurato, il calcio femminile potesse essere più in discesa. E invece, sbaglio, o non è cambiato nulla?
“Il calcio femminile ha avuto successo perché c’è stato un dirigente, Michele Uva, che ha avuto un progetto. Una volta terminato si doveva partire con altro, invece non è accaduto più nulla. Se vogliamo dire una cosa giusta, la Federazione dovrebbe prevedere gli stessi premi per uomini e donne. Perché è un ente pubblico, dunque le cifre per le qualificazioni agli europei ai mondiali devono essere uguale. I club, invece, sono privati e ognuno fa la sua politica”.
Come avevi valutato la Juventus fin prima dell’interruzione?
“Quest’anno non c’è stata proprio storia, rispetto all’anno scorso dove invece fu il Milan ad essere in testa per tutto il girone d’andata. Un po’ sottotono la Fiorentina, la sensazione è che avesse trovato la quadratura nel finale ma l’inizio campionato non era all’altezza delle stagioni passate. La Juve gioca bene, è da tanti anni che le ragazze giocano insieme e si esprime molto bene. Anche se, a mio parere, complessivamente il livello in campo deve ancora aumentare. Ma finché ci sarà questo tetto salariale, è difficile che possa ottenere dei risultati rilevanti a livello europeo”.
Come mai, a tuo parere?
“Semplicemente, perché la differenza la fanno le giocatrici inglesi e quelle delle più forti nazioni. Finché non saremo competitive con il salario, è chiaro che queste ragazze non verranno mai da noi. Infatti il nostro budget, ad oggi, è per sufficiente per acquistare quelle di seconda fascia”.
Però ci sono varie indiscrezioni che parlano di una Champions femminile che si allineerebbe a quella maschile, con un girone e la possibilità di poter disputare più partite. Non credi che questo potrebbe aumentare le chances delle nostre squadre?
“Sì, però giocare qualche in partita in più non cambia il risultato in campo. Con Chelsea ed Arsenal ci sono stati almeno cinque gol di differenza, per non parlare del Lione che è la squadra migliore di tutte. Non è una questione di esperienza, per me dipende da dove attingi le tue calciatrici”.
In che modo consiglieresti la Juventus di rinforzarsi nella prossima sessione di calciomercato?
“Non basta andar di molto lontano, sto seguendo il campionato inglese e ho visto delle giocatrici forti in squadre che non sono Chelsea, Arsenal e Manchester City. Ad esempio, nel Tottenham ci sono attaccanti interessanti. Però è sempre una questione di che tipo di mercato si vorrà fare, se uno di Serie A o uno di Serie B”.