E’ giovanissima ma ha già una storia molto importante alle spalle, Benedetta Orsi (classe 2000) è tra le calciatrici italiane più interessanti del futuro. Sin da piccola è appassionata di sport e si inserisce nel mondo del tennis, che poi è costretta a lasciare nel 2012 per delicati problemi di salute. E’ forte, li risolve e torna in campo: questa volta con un pallone da calcioche le dà subito innumerevoli soddisfazioni.
Inizia la sua carriera da calciatrice con la Reggiana, con cui vince il primo trofeo della sua vita: il campionato di Serie B (2016-17) a soli 17 anni. Nel 2018 si trasferisce nel Sassuolo, squadra della sua città e qui inizia a mettersi in mostra agli occhi del grande calcio femminile. In esclusiva ai microfoni di Calciomercato24, Benedetta Orsi ha raccontato i suoi obiettivi e le sue speranze future: tutti da realizzare indossando la maglia del Sassuolo Women.
Come hai trascorso la quarantena? Che programma di allenamento vi ha dato la società?
“Ho trascorso la quarantena a casa godendomi la mia famiglia anche nelle piccole cose, che per via del calcio, avevo un po’ trascurato in quest’ultimi anni. La società ci ha messo a disposizione un programma per poter mantenere quanto fatto finora a livello fisico, variando le sedute ogni settimana, e alternando allenamenti di forza ad allenamenti aerobici“.
Quanto ti manca il campo?
“Molto. Allenarsi da sole non è facile, soprattutto se non si ha la minima idea di quando si potrà tornare a riprendere la nostra routine quotidiana. Mi manca arrivare al campo e trovare le mie compagne, pranzare con loro, allenarmi con loro. Mi manca la ‘vita di squadra’“.
E’ la tua prima vera stagione al Sassuolo, sei diventata subito importante per il club: te lo aspettavi?
“Sì, si può dire sia la mia prima vera stagione al Sassuolo, anche se vi sono fin dalla serie B. Quest’anno, avendo terminato gli studi, ho potuto dedicarmi interamente al calcio, riuscendo a trovare un posto da titolare che mi ha permesso di crescere molto. Non è stato tanto il fatto di ‘aspettarmelo’ , quanto ‘lavorare per riuscirci’“.
Ora, pare si vada verso la ripresa, tu e le tue compagne siete pronte a tornare in campo?
“Penso che ogni mia compagna abbia lavorato bene in questo periodo, nonostante la situazione, per poter essere pronta a un’eventuale ripresa del campionato. Quando e se ci sarà la possibilità di tornare ad allenarsi per giocare le ultime sei partite di questa stagione, sono sicura che ognuna darà il proprio contributo per poter terminare al meglio“.
C’è chi vuole la ripresa e chi vorrebbe mettere fine ai campionati: da che parte stai?
“E’ difficile schierarsi: io personalmente vorrei concludere il campionato, ma allo stesso tempo vorrei lo si facesse nella sicurezza più assoluta”.
Pian piano sei diventata titolare, ti abbiamo visto giocare su entrambe le fasce e in ogni ruolo: preferisci più difendere o attaccare?
“E’ vero, mi piace l’idea di potermi adattare in più ruoli quando è necessario. A inizio anno ho giocato difensore centrale, poi mi sono ritrovata, come l’anno scorso, sulla fascia, ruolo dove penso di riuscire ad aiutare maggiormente la squadra. Giocando con questo modulo, gli esterni si ritrovano ad essere difensori e attaccanti allo stesso tempo, di conseguenza non saprei dire quale dei due mi piaccia di più. Amo difendere, ma allo stesso tempo crossare“.
A proposito della ripresa. Si sente parlare di Serie A ad ogni angolo e il calcio femminile sembra essere stato “dimenticato”. Ti aspetti maggior considerazione?
“Io penso che il calcio femminile, ora come ora, sia stato messo in secondo piano dalla Serie A, di cui si sente parlare ogni giorno, solo per una ‘questione economica’, e che non sia quindi stato dimenticato. Sono tanti gli sforzi che le società stanno facendo affinché tutto riprenda nel modo più giusto possibile, ma non è facile avere il controllo su una situazione indefinita“.
In squadra ci sono tante ragazze molto forti e un mito come Sabatino: cosa hai imparato da lei? C’è qualche consiglio che ti ha dato?
“Io e Sabatino, nonostante la differenza di età, abbiamo avuto un bel rapporto fin dall’inizio. È stato un po’ come trovare una sorella maggiore che ti dà consigli ad ogni allenamento e ogni partita! Da lei ho imparato tanto calcisticamente parlando, indipendentemente dai diversi ruoli, ma sopratutto a livello umano… Mi ha insegnato l’umiltà, nonostante l’importante carriera che ha alle spalle, e la voglia di migliorarsi ogni giorno, pur avendo già raggiunto importanti obbiettivi. È una bellissima persona che si merita di essere considerata un esempio dentro e fuori dal campo. Ora mi deve un aperitivo! (ride, ndr.)“.
Ti sei già guadagnata la Nazionale e vista la tua giovane età è più che lecito porsi obiettivi importanti. Tra due anni ci saranno gli Europei: quanto ti piacerebbe essere presente in Inghilterra?
“Vestire la maglia della Nazionale è sempre un’emozione e poter giocare l’Europeo sarebbe un sogno, sarei ipocrita a dire il contrario. Ma sono anche abbastanza obiettiva e penso che ci sia ancora tanta strada da fare per arrivare a un traguardo del genere. Nonostante ciò, continuerò ad allenarmi e cercare di imparare il più possibile perché nella vita vale il motto ‘mai dire mai’“.
Non hai ancora trovato il primo gol in Serie A: hai in serbo un’esultanza speciale o ti lascerai andare all’improvvisazione?
“No, non ho ancora trovato il primo goal in Serie A, e semmai dovesse accadere penso mi lascerò andare all’improvvisazione e alle emozioni di quel momento”.
Chi è il tuo idolo?
“Sinceramente non ho un idolo in particolare a cui mi ispiri. Cerco di prendere il buono da ognuno e usarlo per la mia crescita personale per arrivare, un giorno, ad avere un’identità calcistica ben definita“.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
“Far parte della famiglia neroverde il più possibile, e da buona Sassolese che sono, diventarne capitano!“.
Credit Photo: Arnaldo Cavallotti