“C’erano dei presupposti. L’esplosione è iniziata nel momento in cui le squadre professionistiche maschili sono entrate nel femminile. Lì c’è stato il grande salto di qualità delle ragazze”. Considerata da molti la rovina di questo sport, l’ingresso dei club maschili secondo Antonio Cabrini è stato il punto di svolta. Raggiunto dai nostri microfoni, la leggenda del calcio del Bel Paese nonché ex ct della nazionale italiana si è espresso su vari temi del calcio femminile nostrano.
I passi in avanti fatti sono molteplici e di vitale importanza, ma manca ancora qualcosa per confrontarsi allo stesso livello delle grandi nazionali. Le più importanti realtà europee e non, hanno principalmente portato avanti una politica professionistica affinché tutte le giocatrici abbiano l’importanza che meritano. Mentre da noi…“L’ostacolo più grande da superare, ossia quello che darebbe più slancio, è quello del professionismo che ancora non si è riuscito a raggiungere. Però non sarà facile da attuare. Ci sarebbero inoltre altri sport femminili dilettantistici che vorrebbero il professionismo”.
Cosa crede di aver lasciato alla Nazionale?
“Io ho cercato di portare in alto la squadra, sia in termini di risultati che di livello tecnico/tattico. Ma soprattutto il mio apporto è stato per la conoscenza del calcio femminile. Penso di aver raggiunto l’obiettivo che la Federazione aveva prefissato; ovvero dare impulso e notorietà a queste ragazze”.
Qual è stata la giocatrice che più l’aveva impressionata da ct?
“Sicuramente quella che ha avuto una crescita esponenziale quando nessuno credeva nel movimento è stata Barbara Bonansea”.
Crede che le azzurre riusciranno a strappare il pass per la qualificazione diretta?
E qualora dovessero passare quale potrebbe essere il loro percorso?
“Le ragazze sono messe bene. La gara contro Israele sarà una partita importante, e per come stanno andando io credo che possano ambire all’entrata diretta all’Europeo. Non ho la bacchetta magica per prevedere ciò che succederà. Già accrescere i risultati attuali sarebbe un obiettivo da raggiungere andando avanti il più possibile. Sono cresciute tutte, quindi credo che possano fare molta concorrenza”.
Come vede la Juventus Women a livello nazionale ed europeo?
“Non siamo ancora competitivi nella giusta maniera in campo internazionale però ci arriveremo presto. Un aspetto fondamentale sono, e saranno, le straniere attratte dal venire in Italia. Basta vedere come stanno lavorando i vari settori giovanili per crescere in senso generale”.
Ci sarà mai un suo ritorno su una panchina di calcio femminile?
“Aspetto di avere l’opportunità giusta con una società congrua alle spalle ed un progetto preciso. Nel maschile succede che per andare in una squadra ti dicono “devi vincere e se perdi vai via”. Non è questo il giusto programma dove vorrei operare”.
Credit Photo: Antonio Cabrini