Andrea Rubiolo ha conosciuto il calcio femminile quasi per caso, e se ne è subito innamorato. Da allora, quella che era una passione (giocava in Terza Categoria) è diventata una professione, che lo ha reso negli anni un Team Manager di grande esperienza. Da poche settimane è iniziata la collaborazione con il Pinerolo femminile, in Serie C: “Ho rifiutato proposte da tante società dilettantistiche – ci racconta – ma con il Pinerolo è stato diverso”. Il progetto è ambiziosissimo, per una squadra che è nata appena due anni fa: approdare alla Serie B. Ci riusciranno? Per Andrea Rubiolo, “la ricetta è una sola: lavorare, lavorare e nei momenti liberi…. lavorare”.
Dopo anni di esperieza nel settore del management sportivo, è arrivata la chiamata del Pinerolo: come ha ricevuto questa proposta?
Sin dall’estate ci sono stati dei piccoli contatti con il Pinerolo, soprattutto con mister Roberto Panigari con il quale ho già avuto modo di collaborare, con reciproca soddisfazione, alla Musiello Saluzzo. Ho rifiutato proposte da svariate società dilettantistiche dopo la mia esperienza all’A.S. Roma, ma con il Pinerolo è stato diverso: qui si parla di calcio e si cerca di gestire il tutto nel modo più professionale possibile. Dopo un breve colloquio con il Presidente Fortunato ed il Direttore Generale Giordano è stato semplice decidere.
Quali potenzialità ha intravisto nella società del Pinerolo e nelle sue atlete?
Potenzialità immense. Il Pinerolo è una società innanzitutto solida che, quindi, può garantire un progetto pluriennale di crescita e questo a prescindere dalla mia presenza. Il Presidente è un imprenditore serio che ha ben chiare le corrette dinamiche societarie. Inoltre Pinerolo, essendo nella cintura di Torino, può essere un ottimo polo per la crescita del territorio agganciandosi anche alla zona ovest della provincia di Cuneo dove, attualmente, non ci sono più squadre di primo livello. Le ragazze le conoscevo già tutte: alcune erano a Saluzzo con me come ad esempio Paoletti, Triolo, Del Gaudio, Graziotto, Basta, Lavarone e Gilli, altre le ho incontrate spesso da avversarie apprezzandone le doti tecniche ed umane. Nella squadra Primavera ci sono alcune giocatrici molto importanti che presto si potranno vedere anche nel calcio delle ‘grandi’ e la squadra Under 15 sta crescendo senza pressioni, com’è giusto che sia. A Pinerolo si può veramente fare bene.
Quali sono gli obiettivi che si è posto per i mesi a venire?
La società è ambiziosa e, di conseguenza, gli obiettivi non possono che essere importanti. Per quanto riguarda la prima squadra la volontà è quella di vincere il campionato e di approdare ai campionati nazionali oltre alla Coppa Piemonte che ci permetterebbe di andare ad affrontare le migliori realtà d’Italia nel torneo dedicato alle vincitrici delle coppe regionali. La squadra Primavera, invece, ha già ottenuto il pass per la fase nazionale Juniores e lavoreremo per fare bene anche in questa competizione. Gli obiettivi ci sono e le potenzialità per raggiungerli anche, non ci resta che dare il 100% per ottenerli.
Come si è avvicinato al mondo del calcio femminile?
Giocavo al Musiello Saluzzo in Terza Categoria ed un giorno, mancando il dirigente della squadra femminile, che all’epoca partecipava al campionato di Serie D, mi è stato chiesto di accompagnare le ragazze in una trasferta sul campo del Caprie. In quella precisa domenica ho potuto apprezzare le diversità che ci sono, ben marcate, tra il calcio femminile ed il calcio maschile ed innamorarmene. Nei mesi successivi sono stato inserito nell’organigramma della società ed ho iniziato quest’esperienza che mi ha dato tanto perché mi ha permesso di formarmi sotto il profilo professionale.
Professionalmente parlando, quale è stata la sua esperienza più gratificante?
Ne metto due a pari merito perché, seppur con significati diversi, hanno per me grande valenza. Partiamo dall’ultimo anno all’A.S. Roma, un viaggio nel professionismo che mi ha lasciato molto e che ha cambiato il mio modo di vedere il calcio. Per la prima volta in vita mia ho dovuto gestire un gruppo di ragazze molto giovani e, di conseguenza, adattarmi alle esigenze ed alle problematiche di un’età che non avevo mai trattato. Ci sono stati dei momenti bellissimi e parole che restano dentro, indimenticabili. La seconda esperienza più gratificante ed allo stesso tempo più faticosa è stata, senza dubbio, la cavalcata dalla Serie D alla Serie B con la Musiello Saluzzo dove in 9 anni si era riusciti a triplicare le tesserate. Mi occupavo praticamente di tutto: dalla creazione della rosa all’ufficio stampa passando da segreteria ed area marketing. Un’esperienza che mi ha formato in modo trasversale ma, allo stesso tempo, molto logorante. L’addio consensuale al Saluzzo è stata la scelta giusta per entrambe le parti: dopo tanti anni occorre uscire dalla propria area di comfort e rimettersi in gioco.
Lei collabora anche con il Cuneo, che quest’anno ha ceduto il titolo della Serie A alla Juventus e ha dovuto ricominciare da capo ripartendo dal settore giovanile: quali pensa che saranno gli sviluppi futuri di questa società?
La decisione dell’A.C. Cuneo 1905 di creare un settore giovanile femminile in linea con le richieste della FIGC ha, parzialmente, colmato il vuoto della cessione del titolo sportivo alla Juventus SpA. Ovviamente come tutti i progetti necessita di tempo ma si sta lavorando bene e le soddisfazioni non mancano. Sotto il coordinamento di Eva Callipo, storica Presidente del Cuneo Calcio Femminile, le ragazze che hanno deciso di sposare questo progetto potranno crescere senza pressioni e le amichevoli contro Sampdoria e Juventus, perse con gli onori delle armi, sono la prova che la strada intrapresa è quella giusta. A Cuneo come a Pinerolo la ricetta è una sola: lavorare, lavorare e nei momenti liberi…. lavorare.