È ormai noto quanto possa rivelarsi utile per ogni società, sotto molteplici punti di vista, scoprire e puntare su un giovane prospetto. Una squadra più piccola e meno blasonata riuscirebbe, infatti, a concedergli maggior spazio e minutaggio, contribuendo così alla alla sua crescita e preparandolo al grande salto di qualità. Le somme derivate dalla vendita del talento, inoltre, potrebbero poi essere reinvestiti nuovamente nell’area scouting e nel vivaio, contribuendo alla crescita e al benessere economico della stessa società.
Un top club, invece, avrebbe la possibilità di scommettere sul giovane aggregandolo gradualmente alla prima squadra e responsabilizzandolo a dovere in modo da costruire, un passo alla volta, la formazione del futuro. Nel nostro campionato ne abbiamo alcuni chiari esempi, basti pensare a Giada Lopez, interessante e giovanissimo attaccante della Sampdoria Women cresciuta nella primavera blucerchiata prima di debuttare in Serie A grazie alla lungimiranza di mister Cincotta, attirando perfino l’attenzione della Nazionale azzurra.
Altrettanti talentuosi astri nascenti del calcio femminile europeo, però, sfuggono spesso ai radar delle diverse selezioni e all’attenzione di media e osservatori, vedendosi così negare, per scelta altrui, la possibilità di stupire e di sbocciare definitivamente. Fortunatamente per lei, però, Sara Ventura è stata notata, apprezzata ed inserita, dall’esperto ed attento staff dell’Olympique Lyonnais, all’interno di uno dei settori giovanili migliori al mondo, soprattutto nell’ambito del calcio femminile.
La classe 2002, nata in Francia da genitori italiani e dunque in possesso del doppio passaporto, vanta, tra i suoi punti di forza, la capacità di svariare tra diversi ruoli a seconda delle esigenze, da esterno basso a mezzala su entrambi i lati. Questa sua versatilità tattica, a cui si somma una fisicità perfettamente equilibrata, le ha permesso di diventare, stagione dopo stagione, una vera e propria colonna dell’Under20 lionese.
Il suo palmares è inoltre impreziosito, nonostante la giovanissima età, da due trionfi consecutivi, con due squadre diverse, nell’Interligue della regione Rhône-Alpes (2015 e 2017), dalla partecipazione alla prestigiosa Essone’s Cup con l’OL (2019/2020) e da due secondi posti del campionato nazionale under19, sempre con la maglia dell’Olympique Lyonnais. Lontano dal campo di gioco, Sara è invece una studentessa di Scienze e tecniche sportive presso l’Università di Lione e sogna di completare la sua formazione per diventare una preparatrice atletica e mentale.
Nel corso di questa intervista esclusiva, la nostra testata ha avuto il piacere e l’onore di conoscere meglio la promettente giocatrice, tracciando così il profilo completo di un astro nascente del calcio europeo che, nei prossimi anni, farà sicuramente parlare di sé in positivo. Prima di continuare, però, è doveroso ringraziare la società transalpina, la giocatrice ed il suo entourage per averci concesso una così grande opportunità.
Quando hai scoperto il calcio per la prima volta e come hai iniziato a giocare?
Ho scoperto questo sport dato che mio fratello lo praticava da piccolo. I primi calci ad un pallone li ho dati a dieci anni, giocando per i primi due mesi insieme ai maschi prima di trovare un club che aveva anche una squadra esclusivamente femminile.
Quali sono state le tue emozioni alla tua prima esperienza da professionista all’OL?
Naturalmente è stata una notizia tanto bella quanto sorprendente e straordinaria. Non mi aspettavo infatti una chiamata da una squadra così grande ed importante, soprattutto perché avevo meno anni di esperienza calcistica rispetto alle altre. Nonostante ciò, le compagne mi hanno aiutata fin da subito ad ambientarmi ed ho avuto modo di crescere e di imparare molto durante ogni allenamento.
Qual è il tuo ruolo preferito e quale stile di gioco si addice di più, secondo te, alle tue caratteristiche?
Mi piace correre e per questo mi sento a mio agio se impiegata sulle fasce, sia in posizione più arretrata sia in una più avanzata. Cerco inoltre di essere una giocatrice duttile in grado di svariare per coprire le giuste aree del campo a seconda delle necessità della squadra e delle richieste del mister.
Quanto reputi importante, ai fini di una tua crescita professionale, aver avuto l’opportunità di allenarti con la prima squadra dell’Olympique Lyonnais?
Poter imparare da giocatrici più grandi ed esperte di me, contraddistinte da una classe incredibile, impegnate nella massima serie francese e anche in Champions League è, senza ombra di dubbio, un’occasione unica di cui sono estremamente grata ed orgogliosa. Allenarmi con loro mi spinge inoltre a dare, giorno dopo giorno, il meglio di me, così da poter crescere tanto sia come professionista sia dal punto di vista umano, provando ad avvicinarmi sempre più al loro livello. Questo incredibile percorso sportivo è infine reso possibile dalla grande professionalità e dal supporto costante dello staff tecnico, capace di individuare e far sviluppare i punti di forza che ciascuna di noi possiede.
Raccontami brevemente la tua routine quotidiana di allenamento e la vita di spogliatoio
Svolgo regolarmente gli allenamenti tutte le mattine dalle 09:00 alle 12:00, mentre al pomeriggio analizziamo le nostre ultime prestazioni da alcune registrazioni in modo da capire cosa e come migliorare. La nostra routine prevede spesso anche sedute di yoga, sessioni di potenziamento muscolare e tre giornate settimanali dedicate al lavoro in palestra. C’è dunque una grande attenzione per la nostra preparazione atletica e per il nostro benessere psicofisico. A volte, inoltre, alcune giocatrici della prima squadra vengono aggregate al nostro gruppo per aumentare il livello della sessione tecnico-tattica e aiutarci a crescere. Qualche mattina fa, ad esempio, ho avuto l’opportunità di allenarmi con Sarah Bouhaddi e Amandine Henry.
Hai una giocatrice preferita a cui ti ispiri?
Qui all’Olympique Lyonnais ammiro molto Amel Majri per la sua grande abilità nella corsa e per la sua combattività in partita. È una calciatrice che non ha mai paura di tentare il tiro o l’azione individuale, prendendosi sempre la responsabilità di ogni giocata.
C’è qualche aspetto tecnico o mentale in particolare che vorresti migliorare o su cui stai già lavorando?
Sto lavorando sodo sull’intensità in allenamento, cercando di mantenere sempre un livello alto e costante. Da un punto di vista di gioco, mi piacerebbe migliorare l’utilizzo del piede sinistro e la capacità di studio degli avversari e di lettura tattica dell’incontro anche a partita in corso. Vorrei appunto affinare il mio spirito di adattamento per essere, come detto in precedenza, una giocatrice duttile.
Quanto pensi che il calcio femminile francese sia competitivo? A che punto è la sua diffusione nel paese?
Con la crescita sportiva di altri club femminile oltre all’OL ed il conseguente aumento del livello del nostro campionato, anche il numero di appassionati di calcio femminile in Francia è aumentato notevolmente. Tutto ciò è stato favorito anche da una maggiore copertura televisiva e mediatica della Division 1 Féminine.
Ci sono, purtroppo, ancora pregiudizi verso una ragazza che sceglie di giocare a pallone oppure no? Cosa si potrebbe fare per combatterli?
Purtroppo si, ci sono ancora pregiudizi di questo tipo. A volte capita che, in seguito ad una sconfitta della squadra U20 femminile contro la rappresentativa maschile U15, i ragazzi deridano le avversarie considerandole troppo deboli. Secondo me, bisognerebbe far capire alla gente che anche le ragazze sono in grado di prodezze tecniche e grandi prestazione proprio come i maschi. Solo insegnando, specialmente ai più scettici, ad apprezzare la bellezza del calcio femminile si potrà infatti far fronte a tutti questi preconcetti.
Come sei riuscita a conciliare l’attività sportiva allo studio e ai tuoi impegni quotidiani?
Innanzitutto c’è da dire che l’Olympique Lyonnais si occupa dell’organizzazione della routine di una giocatrice in sinergia con la scuola e l’Università, in modo da sostenere ciascuna di noi anche fuori dal campo da gioco. Detto ciò, è chiaro che non ho lo stesso tempo per la vita sociale di molti miei coetanei. Vado a letto ad un orario consono che mi permetta di riposare e recuperare le energie necessarie per la giornata successiva. Al mattino mi sveglio presto per andare agli allenamenti e strutturo la mia routine quotidiana in base al calcio e ai miei obbiettivi sportivi e professionali.
Esistono dunque dei progetti scolastici e universitari finalizzati alla promozione del calcio femminile?
Si. Spesso al campo i membri dello staff ci aiutano a studiare per permetterci di rimanere al passo con i programmi scolastici o con gli esami universitari. È inoltre doveroso specificare che, in seguito alla segnalazione da parte della società, scuole e università elaborano un percorso dedicato esclusivamente alle calciatrici professioniste, in modo da conciliare studio e attività sportiva senza che le due occupazioni vadano in collisione. Proprio questo filo diretto tra club e corpo docenti permette a ciascuna di noi di poterci concentrare al massimo su entrambe senza ansie o preoccupazioni.
Fuori dal campo, quali sono i tuoi obbiettivi futuri?
Senza dubbio, mi piacerebbe completare presto il mio percorso universitario per poter diventare una preparatrice mentale per sportivi. Attualmente sto svolgendo anche un tirocinio, qui a Lione, per essere un coach e conoscere e vivere lo sport che amo a 360°, anche dietro le quinte.
Dal punto di vista calcistico professionale, cosa sogni per il futuro?
La chiamata della Nazionale italiana è ciò che potrebbe rendermi maggiormente felice, realizzando così uno dei sogni più grandi che ho fin da piccola. Accanto a ciò, sogno naturalmente di avere un contratto da professionista in prima squadra qui all’Olympique Lyonnais.
Cosa rappresentano per te le tue radici italiane?
Sin da bambina, le mie origini italiane hanno contato molto per me. Pur essendo nata in Francia, non nascondo di aver sempre tifato per gli Azzurri e per le Azzurre, proprio come tutta la mia famiglia.
Qualora dovessi convincere il selezionatore di una nazionale, quali dei tuoi punti di forza gli indicheresti e, soprattutto, perché dovrebbe scegliere proprio te?
Direi innanzitutto che, qualora avessi l’onore di indossare la maglia dell’Italia, darei tutta me stessa per vincere ogni partita in azzurro. Tra i miei punti di forza elencherei un atteggiamento attento e concentrato in campo, abnegazione e spirito di sacrificio durante gli allenamenti e in gara, una grande combattività ed un livello tecnico notevole.
Hai mai avuto modo di seguire il calcio femminile in Italia? Se si, c’è una squadra che ti ha colpito di più?
Si, ogni tanto riesco a seguire qualche partita di Serie A. Tra le squadre che mi hanno colpito di più c’è la Juventus che, per giunta, è la preferita di tutta la famiglia. Tra le calciatrici bianconere che mi affascinano maggiormente c’è Lisa Boattin, giocatrice che, nonostante la giovane età, ha già raggiunto un livello molto alto.
Qualitativamente, a che punto è, secondo te, la Serie A italiana? Che differenza c’è rispetto alla Division 1 Féminine?
Secondo me, il calcio femminile italiano è, più o meno, al livello di quello francese. Di stagione in stagione, infatti, la Serie A cresce qualitativamente e le sue squadre diventano sempre più forti. Una differenza tra i due campionati è che in Italia ci sono più giocatrici italiane mentre in Francia ce ne sono molte anche di nazionalità diverse rispetto a quella francese. Comunque sia, magari in futuro, non mi dispiacerebbe giocare in Italia e sperimentare lo stile italiano, cosa che mi affascina da sempre.
Siccome saranno dei match molto importanti per te, dal punto di vista emotivo, come pensi finirà la doppia sfida in Champions League tra Olympique Lyonnais e Juventus?
Saranno sicuramente due sfide molto dure per entrambe le squadre. La Juventus, come la maggior parte delle italiane, è sempre una formazione difficile da battere, ma penso che alla fine sarà l’Olympique Lyonnais a vincere e a passare il turno!