La Pro Sesto è ritornata in Serie C maschile dopo dieci anni di assenza, grazie alla vittoria ottenuta nel girone B di Serie D nella scorsa stagione. Ma anche la sezione femminile non è stata da meno, visto che ha conquistato la terza serie nazionale femminile grazie al primo posto ottenuto nel raggruppamento lombardo di Eccellenza. La Pro Sesto Femminile è pronta così a vivere un’annata importante, ma a spiegarci i segreti di questo successo e dei progetti futuri di questa società è Alessandro Cartago, responsabile del settore femminile biancoceleste dal 2018.
Alessandro quando ha fatto il suo ingresso la Pro Sesto nel calcio femminile? Come vi siete calati in questo nuovo mondo?
«Siamo entrati nel 2017 con l’intento di creare qualcosa di costruire un settore che abbia lo stesso trattamento alla nostra controparte maschile: l’approccio è stato professionale e serio, senza fare passi troppo grandi, e stiamo realizzando una sezione che vuole essere un punto di riferimento del calcio femminile milanese. Noi attualmente contiamo 140 bambine iscritte, e tutta la filiera del Settore Giovanile che comprende dalle Pulcine alla Juniores fino alla prima squadra».
La prima squadra è partita nel 2017 arrivando ai playoff di Promozione.
«La squadra è stata creata per fare un campionato molto tranquillo, con giocatrici ambiziose che venivano da altre società, nel prosieguo della stagione ci siamo rese conto potevamo competere con le prime della classifica, arrivando così alla finale degli spareggi promozione, ma fortunatamente siamo stati comunque ripescati in Eccellenza».
Al primo anno di Eccellenza Lombardia avete centrato la permanenza in categoria.
«Il gruppo era quello dell’anno precedente con qualche innesto in più, ma in quell’anno e mezzo la società aveva capito quanto era importante dare un’impronta anche nel calcio femminile: la Pro Sesto ha portato in questo mondo una mentalità ambiziosa e seria».
Lo scorso anno avete centrato il salto in C. vincendo il girone lombardo di Eccellenza.
«Prima di tutto abbiamo inserito come nuovo tecnico Andrea Ruggeri, persona competente e che ha lavoro, costanza e mentalità vincente, poi la rosa è stata rinforzata con elementi vincenti come Alessandra Zangari, Martina Tipaldi, Elisa Polloni e Sara Nascamani. Sula carta non eravamo favorite, in quanto davanti a noi c’erano Sedriano e Pavia, ma alla fine abbiamo dimostrato di essere state più squadra, e questo ci ha consentito di vincere il campionato».
Come avete agito in vista della prossima stagione di Serie C?
«Quest’anno vogliamo ancora vincere il campionato e fare bene in Coppa: per questo abbiamo riconfermato l’allenatore, rafforzato lo staff e una rosa di 25 giocatrici, poiché la Serie C sarà fatto di squadre che vorranno centrare lo stesso obiettivo che ci siamo posti ad inizio anno. Abbiamo preso dall’Inter Beatrice Carlucci e il difensore Debora Pasquali, Scuratti, Giulia Gatti, in porta è arrivata Cristina Selmi, davanti abbiamo acquistato Valentina Mairani e il gioiellino Linda Mauri, al quale si aggiungono riconferme importanti come la stessa Tipaldi e il nostro capitano Valentina Seveso. La squadra è stata costruita con questi obiettivi, ma poi sarà il campo a parlare».
Quali sono gli obiettivi che la Pro Sesto Femminile si è posta per i prossimi anni?
«Nel giro di qualche anno vogliamo arrivare in Serie A, ma facendolo passo dopo passo: la Pro Sesto è una società che ha investito tanto sulle persone, sulle strutture e sui campi, permettendo di avere un’impronta di massimo livello, sia strutturale che tecnico».
Cosa ne pensa della situazione attuale del calcio femminile italiano?
«Il calcio femminile deve avere bisogno di società come la Pro Sesto che non deve fare differenze, deve assumere un livello professionista che al momento non abbiamo. Bisogna avere serietà nel calcio femminile e la Federazione deve controllare in questo senso: basta vedere quest’anno con molte società che non si sono iscritte alla Serie B e C, e questo dispiace perché a rimetterci sono le ragazze, quindi la FIGC deve garantire alle società di partecipare ai campionati femminili con una struttura solida e seria».
Il professionismo femminile sarà realtà anche nel nostro Paese dal 2022: d’accordo con questa scelta?
«Questa è una scelta fondamentale perché le giocatrici che giocano a calcio lavorano per il pallone: devono avere un contratto da professionista, devono lavorare di calcio, e il professionismo alzerà l’asticella anche nel calcio femminile italiano che tra qualche anno potrà dire la sua anche con i paesi dell’estero».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la Pro Sesto e Alessandro Cartago per la disponibilità.
Photo Credit: Pro Sesto 1913