Photo Credit: Stefano Petitti - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Caterina Bargi potrebbe scendere in campo con la sciarpa. Una tifosa in campo, una calciatrice in curva, perché succede davvero. Quello tra ‘Cate’ e il Genoa è il perfetto ‘Guasto d’Amore’ descritto nella canzone di Bresh diventata la colonna sonora del Ferraris. Quello che ‘mi vibra la pancia e mi trema la voce’. La percezione, ascoltando le parole nata nel giorno di Natale del 1995 – che domenica scorsa ha segnato quattro gol nell’8-0 delle rossoblù sul Pavia – è quella di trovarsi di fronte una persona che dalla vita ha veramente ricevuto il regalo più bello.

“Ho il Genoa tatuato addosso – racconta Caterina, protagonista della terza puntata di FACES, il format di FIGC Femminile che fa conoscere le protagoniste dei campionati italiani -. Con quella maglia mi sento come in smoking. Per un tifoso, giocare per la maglia per cui tifi ti fa fare cose che per altre squadre non faresti. Avevo firmato per il Genoa quando era in C: abbiamo poi avuto la fortuna di iniziare dalla B, ma per me la categoria non contava. Volevo giocare solo per il Genoa, anche perché sono sempre stata genoana, già prima di nascere. Ho casa tinta di rosso e blu, non si parla di altro che di Genoa: si soffre molto. Mio padre mi dice sempre: “Sei genoana, vuoi anche vincere?”. Sì, Caterina vuole anche vincere: dopo due anni di assestamento, il club rossoblù – la cui responsabile, nel settore femminile, è l’ex Azzurra Marta Carissimi – ha chiaramente intenzione di alzare l’asticella. “Lottavamo per salvarci: due anni ci hanno dato la benzina per ottenere risultati importanti. Speriamo di far appassionare sempre più persone e dimostrare che non c’è un Genoa maschile e uno femminile. C’è il Genoa”.

Un solo Genoa, quello che Bargi vive in mille modi ogni giorno: in campo, come allo stadio. “I miei genitori sono abbonati da 55 anni – spiega -. Prima in Gradinata, poi si sono spostati in tribuna, io invece ho fatto il percorso contrario e sono andata in Gradinata. Il campionato spezzatino? Mi piace tantissimo, anche perché mi permette di essere allo stadio il venerdì, il sabato, la domenica sera, il lunedì, ogni volta che non giochiamo noi”. Durante l’ultima giornata dello scorso campionato, poi, le ragazze sono state protagoniste del giro di campo, ed è successa una cosa che Caterina mai si sarebbe potuta aspettare. “Ero in Gradinata e, a un certo punto, i miei vicini di posto mi hanno indicato qualcosa in tribuna. ‘Cate, hai visto?’. Non capivo, poi ho iniziato a ricevere chiamate da chiunque”. C’era uno striscione, “Caterina Bargi Bomber”, nel mio stadio, dei miei tifosi. Il giorno più bello della mia vita, perché da sempre sognavo di entrare in campo al Ferraris: l’ho fatto per il giro d’onore, non volevo più uscire. Peccato che la partita doveva ricominciare…”.

E, probabilmente, nonno Remo da lassù sarà stato felice: “E’ stata una figura fondamentale nella mia vita. Purtroppo è mancato due anni fa, mi sarebbe piaciuto farmi vedere da lui con la maglia del Genoa, ma lo sento ogni domenica con me. Tenevo tutti i miei risultati e i ritagli di giornale, li ho incollati su un quadernino e glielo regalai. Prima che si aggravasse, ogni settimana aveva un rito: chiedermi ‘Contro chi giochiamo domenica?’. Ogni volta che entro in campo, ogni domenica, guardo il cielo”.

Caterina Bargi è tante cose in una. È bomber, come era scritto nello striscione. È responsabile motoria delle squadre Under 10 e Under 12 dopo aver lavorato anche con Under 15 e Under 17: “Consegno un braccialetto a tutte le bambine del settore giovanile, fin da piccole devono capire di essere parte di una famiglia”. È giocatrice di beach soccer, fino ad arrivare alla Nazionale: “Tutto cominciato per gioco, ma adoro il beach soccer anche perché adoro il mare e non potrei mai vivere in una città dove il mare non c’è”. Ma è anche ambasciatrice della genoanità con le compagne di squadra che arrivano da fuori: “Come spiego il Genoa a chi viene da fuori? Le portiamo al Ferraris per vedere una partita, o mostriamo una maglia o una foto di Milito…”.

E pensare che per qualche mese Caterina ha vestito anche la maglia della Sampdoria. Giocava in C, nel Campomorone, e in Liguria era arrivata la Serie A grazie al club blucerchiato. E qui, più che la genoana, esce la genovese che è in lei. “‘Belin’ se mi ha fatto strano indossare la maglia della Samp. Arrivavo da un grave infortunio al ginocchio, il Genoa non aveva la struttura di adesso. La Samp decise di prendermi, e di farlo anche con un infortunio da curare. Per cui sì, è stato strano, ma è stata la tappa di un percorso, che mi ha permesso di confrontarmi di nuovo con la Serie A”.

Lo aveva già fatto, qualche anno prima, con un Empoli che – leggendo la rosa della stagione 2017-18 – è pieno di ragazze che oggi calcano i campi di Serie A e indossano anche la maglia della Nazionale. C’è da sceglierne una da portare a Genova: “Lucia Di Guglielmo. A parte per il rapporto che mi lega a lei come a una sorella dai tempi di Empoli, la porterei ovunque a livello calcistico. È bellissima con la maglia della Roma ma sarebbe ancora più bella con quella del Genoa”. A spiegarle cosa significa quella maglia, ci penserebbe Caterina.

LE ALTRE PARTITE Con il Genoa impegnato sul campo del Lumezzane, il big match della giornata è quello tra il Bologna, una delle tre squadre a punteggio pieno, e l’Arezzo, reduce dal primo pareggio dopo due successi. In trasferta le altre due capolista: la Ternana va a Brescia, il Parma (con in tribuna il presidente Krause, di ritorno dall’America) a Pavia. Completano il programma del quarto turno di campionato (tutte le gare in diretta sul canale YouTube della FIGC Femminile) Cesena-San Marino Academy, Hellas Verona-Freedom, Orobica-Vis Mediterranea e Res Women-H&D Chievo Women.