Imperativo rialzarsi, imperativo vincere, vietato fare conti. Le lacrime delle giocatrici dell’Italia, dopo la brutta sconfitta con la Svezia nella seconda giornata di questo Mondiale, dovranno fare da propulsore nei 90’ contro il Sudafrica (mercoledì 2 agosto, in diretta da Wellington alle 9 italiane) che valgono il pass per gli ottavi di finale. La Nazionale di Milena Bertolini ha tutte le carte in regola per azzerare il 5-0 con le scandinave e centrare il secondo posto nel Gruppo G, in cui, oltre alle formazioni già citate, milita anche l’Argentina. Serve però una prova di carattere e una reazione decisa dopo la prestazione di sabato. Di precedenti in Coppa del Mondo tra la nostra nazionale e quella sudafricana non ce ne sono, ma l’Italia conta un successo nell’unico match contro avversarie africane nella competizione:1-0 sulla Nigeria nel lontanissimo 1991. Il Sudafrica è terzo con un punto nel gruppo G in virtù del 2-2 maturato con l’Albiceleste – il primo punto in generale ottenuto da questa squadra nella rassegna iridata, che aveva incassato quattro ko nelle prime quattro sfide disputate; le Azzurre invece sono seconde a quota tre grazie all’1-0 centrato con la selezione sudamericana all’esordio. Il pronostico, almeno sulla carta, pende a favore di Bonansea e compagne, che tra l’altro non hanno mai perso due partite di fila nella fase a gironi del Mondiale. Le rivali di giornata però sono galvanizzate dalla sfida combattuta nell’ultimo turno e saranno motivate dalla possibilità di centrare un traguardo storico.
Il Sudafrica concede tanti spazi, ma le occasioni non mancano, pochissimi i duelli persi.
La difesa sudafricana, di errori, ne commette tanti: troppi gli spazi che concede alle avversarie (11 tiri nello specchio fronteggiati, almeno tre più di qualsiasi altra formazione dello stesso gruppo) e troppe le incursioni che subisce in campo aperto. A testimonianza dei “vuoti” di reparto spicca il dato delle reti subite: più di una in quattro delle cinque partite finora disputate dalla nazionale africana nella competizione, comprese le tre più recenti. Allo stesso tempo però la squadra di Desiree Ellis ha dimostrato, al debutto di questa edizione, di saper tenere testa alla corazzata svedese, portandosi in vantaggio con Magaia al 48’ e subendo una rimonta solo nel finale con Ilestedt, reale mattatrice finora nel Gruppo G. Il Sudafrica fatica particolarmente a tenere palla: solo il 35% di possesso medio registrato finora, che lo colloca al quartultimo posto davanti a Marocco, Vietnam e Filippine. Attenzione però ai duelli: se, da una parte, si affrontano in questo match le due formazioni che nel girone G vantano la percentuale più alta di duelli vinti (Italia 55%, Sudafrica 51%), la nazionale di Ellis è quella che finora di duelli ne ha persi il minor numero (110, davanti alla Svezia a 111, all’Italia a 113 e all’Argentina a 140). Anche nei contrasti il Sudafrica è tosto: successo del 64%, meno solo delle scandinave (78%). In chiave offensiva infine, anche se il potenziale tecnico non è altissimo, le opportunità non mancano: il Sudafrica è infatti, al pari della Svezia, una delle due squadre che nel Gruppo G vantano più di una giocatrice con almeno quattro occasioni create per le compagne: Jermaine Seoposenwe e Thembi Kgatlana (quattro a testa).
Occhio al duo Magaia-Kgatlana, Jane potenziale jolly
Tra le sei giocatrici che nel Girone G hanno centrato più di una volta la porta, due militano nel Sudafrica: Hildah Magaia e Thembi Kgatlana (due a testa come Sofia Cantore, unica tra le azzurre con più di una conclusione nello specchio), che sono anche, con Linda Motlhalo, due delle tre con almeno un gol all’attivo per la nazionale africana dopo le prime due gare disputate. Il pericolo principale per la difesa azzurra lo rappresenta senza dubbio Kgatlana, che, in generale, è l’unica giocatrice sudafricana ad aver segnato in più edizioni del Mondiale femminile; e considerando, quella in corso, è stata coinvolta in tre delle quattro marcature del team (2 reti, 1 assist), incluse le due contro l’Argentina nella seconda giornata (1 sigillo e un passaggio vincente). Kgatlana, nominata nel 2018 miglior giocatrice africana dell’anno, è il vertice alto dello scacchiere di Ellis, nonché punto di riferimento determinante per tutto il reparto offensivo.
A intendersi a perfezione con l’attaccante del Racing Louisville c’è Hildah Magaia, classe ’94 del Sejong Sportstoto. Da una loro azione combinata era infatti nato il momentaneo vantaggio sulla Svezia all’esordio. Efficace come seconda punta e brava nelle sponde: due quelle portate a buon fine, meno solo di Refiloe Jane (quattro) tra le compagne di squadra. L’ultimo nome da appuntarsi potrebbe essere proprio quello della centrocampista del Sassuolo, seconda tra le sudafricane in questo Mondiale per palloni recuperati (19, contro i 23 di Swart) e seconda con Holweni per intercetti (quattro a testa, alle spalle di Ramalepe a otto). Le qualità di interdizione della classe ‘92 le azzurre le conoscono, dato che milita in Serie A dal 2019; e, al contrario, l’ex Milan può diventare un jolly, in virtù del bel bagaglio di esperienza accumulato nel nostro campionato.