Nel 2001 la sua prima volta allo stadio, nel 2007 l’ingresso in campo con la Nazionale maschile. Lunedì (ore 18.30, Rai 2) il portiere azzurro sfida il Brasile nella sua Genova. La passione per il calcio di Francesca Durante nasce poco più di venti anni fa al ‘Ferraris’. Suo padre, genovese e doriano doc, portò i suoi due figli a vedere la sfida tra la Samp di Luigi Cagni e il Bologna dell’ex Beppe Signori. Suo fratello si addormentò quasi subito, mentre Francesca, che all’epoca aveva solo 4 anni, rimase affascinata dai tifosi, dallo stadio e da questo sport. “Così ho iniziato e non ho più smesso”.
Il portiere dell’Inter e della Nazionale Femminile, in un’intervista al Secolo XIX, racconta l’emozione di tornare a respirare l’atmosfera di Marassi, dove lunedì (ore 18.30, diretta su Rai 2) l’Italia sfiderà in amichevole il Brasile. La 25enne, dopo aver realizzato il suo sogno di diventare una calciatrice di alto livello, non vede l’ora di poter giocare nella sua città, davanti alla famiglia che già nel 2007 la vide scendere in campo accanto agli azzurri di mister Donadoni. Era il 13 ottobre, a Genova va in scena Italia-Georgia, un match valido per le qualificazioni all’Europeo del 2008. I ragazzi delle scuole calcio di Genova accompagnano la squadra sul rettangolo di gioco e Francesca è l’unica bambina del gruppo. “A me toccò Ambrosini, avevo 10 anni e fu una serata molto emozionante”, ricorda divertita – adesso torno al ‘Ferraris’ ma lo faccio da professionista”.
Da allora il calcio è entrato a far parte della sua vita. Nel 2012, giovanissima, fa il suo debutto in Serie A, nel 2014 conquista con l’Under 17 il terzo posto al Mondiale disputato in Costa Rica (“il ricordo più bello da quando gioco a calcio”) e, l’anno successivo, fa il suo debutto con la Nazionale maggiore. Professione portiere, un sogno coltivato a lungo e diventato realtà. Una svolta che Francesca spiega così: “Professionismo significa avere maggiori diritti e maggiori doveri. Significa avere maggiori tutele e avere una pensione quando si smetterà di giocare: tante ragazze hanno fatto le calciatrici e smesso a 30-35 anni senza avere avuto diritto a niente, come se fino a quel momento non avessero fatto nulla”.
Un traguardo che tra tre giorni Francesca potrà festeggiare nella città che sente sua pur non avendoci mai vissuto. Lei, toscana d’adozione, sente di avere le sue radici nel capoluogo ligure. Con un papà di Sampierdarena e una mamma di Pegli non poteva che essere così. Il calcio e il ‘Ferraris’ nel destino, il futuro ancora tutto da scrivere. Il prossimo capitolo lo scriverà affrontando da protagonista la selezione verdeoro, pronta a raccogliere l’applauso della sua gente: “Fare parte della Nazionale è un grande onore. Affronteremo una squadra forte, il modo giusto per iniziare a prepararci in vista del Mondiale”.
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