Una volta l’8 marzo si mandavano messaggi di auguri. Magari si mandano ancora, ma la sensazione avuta parlando con una giocatrice di ciascuna squadra del massimo campionato è stata quella di vivere una metamorfosi: da giornata di festa a giornata di consapevolezza, di riflessione. Non mimose, ma parole, dove ‘Alziamo il volume’ è stato il claim del contenuto pubblicato sui canali social della FIGC Femminile. La domanda è stata la stessa per tutte: “Chi è la donna che ti ha ispirata?”. Le risposte, arrivate tramite un messaggio vocale di Whatsapp, sono state ovviamente diverse: c’è la componente familiare (mamme, nonne, nipoti o, nel caso di Norma Cinotti, la vicina di casa), ma non solo.
Prendete Lindsey Thomas, attaccante della Juventus: donna forte, giocatrice forte, ma che nel raccontare le sue donne fa riferimento a un periodo difficile della sua vita. Si chiamano Alessia e Rita, “sono due psicologhe dello sport e mi hanno cambiato la vita, dandomi la possibilità di prendere consapevolezza su alcuni traumi della mia carriera. Grazie a loro ho imparato a non avere più paura dei giudizi negativi. Sono passata da essere una persona introversa a una persona molto più sicura”. Sono donne e calciatrici di Serie A, quindi sportive: una di loro, la romanista Lucia Di Guglielmo, ispirata da campionesse leggendarie come le sorelle Williams “per la forza con cui Serena e Venus hanno trovato la forza di affermarsi in una società che non le voleva”. Elisa Del Estal, del Napoli Femminile, ha scelto invece la mezzofondista Margarita Fuentes-Pila, con cui ha avuto la fortuna di allenarsi: “È originaria della Cantabria, casa mia. Una donna incredibile, forte, determinata, che non permette a nessuno di togliere il fuoco dai suoi obiettivi”.
Se Aurora De Rita, difensore della Sampdoria, ha scelto l’ex compagna di squadra Zoi Giatras, “perché ha insegnato a essere una calciatrice professionista a me che ero una testa matta”, Cecilia Prugna – che di quella squadra, l’Empoli, faceva parte – cita donne non conosciute personalmente ma che hanno rappresentato un’ispirazione. “Non posso non parlare di Nina Simone e Letizia Battaglia. Unite nella loro storia segnata da discriminazione, diventata punto di partenza per la propria opera di riscatto. La loro arte parla di questo, facendosi voce della parte debole della storia. Due donne che sono riuscite ad aprirsi nella loro realtà sfavorevole uno spazio di rinascita e di libertà di espressione. E poi Michela Murgia, che è molto più che una donna moderna ed emancipata: un modello di un pensiero libero e indipendente”. Parole, quelle di Cecilia, di chi oggi non festeggia, ma pensa profondamente.