Nel big match del girone A del campionato di eccellenza, Torino Women e Bulé Bellinzago hanno onorato le loro posizioni di vertice ed il bel calcio più in generale. In una partita sempre vibrante, a larghi tratti anche scorbutica (come l’avrebbe poi definita l’allenatore ospite, Mario Attilio Reggiani), le prime due della classe non si sono mai risparmiate, confrontandosi a viso aperto, senza remore e sviluppando piacevoli ed intense trame di gioco. Alla fine, l’ha spuntata la reginetta del gruppo, che ha ribadito appieno il proprio valore. Anche se, va sottolineato, il risultato finale di 4-1 è piuttosto bugiardo (non ce ne vogliano le bellinzaghesi), figlio di una maggior carenza d’organico della compagine torinista. Fra infortuni ed indisposizioni, entrambe le contendenti erano gravate da assenze ma, mentre il Bulé poteva comunque contare su di una ventina di elementi in distinta, la formazione granata ne esponeva solamente tredici, con in panchina il secondo portiere, Gaia Piacentino, e la punta Valentina Zappone al rientro da un lungo infortunio e non al meglio.
Nonostante tutto, la gara è stata in equilibrio sino a dieci minuti dalla conclusione, quando il raddoppio ospite (si era sull’1-1) ha letteralmente tagliato le gambe delle ragazze di casa, decuplicando la loro già marcata stanchezza, impedendole di reagire ancora una volta.
Al fischio d’inizio, sia il Torino Women che il Bulé Bellinzago si proponevano con un classico 4-4-2, votato però più ad offendere che non a contenere. Il mister di casa, Michele Del Vecchio, schierava la titolarissima Prundeanu in porta, con la Abu Toma affiancata alla Furione nell’inedito ruolo di centrale difensivo (in sostituzione dell’indisponibile Sofia Tesse) e la coppia Pomati–Palmisano a spingere sulle fasce. In mediana, Capello si occupava della regia, con il terzetto Molinar Min–Camporelli–Lombardo ad agire in posizione più avanzata, a supporto delle due punte, Caveglia Cresto e Spagnolo.
Quello ospite, invece, affidava alla Comizzoli la protezione dei pali con, da destra verso sinistra, una linea difensiva composta da Labanca, Meraviglia, Segalini e Nino. Analogamente, quella di centrocampo vedeva disporsi Gramoni, Masciaga, Curatitoli e Clerici, mentre al duetto Veronese–El Akri era affidato il compito di offendere.
Non appena la signora Sanam Shirvani, arbitro della sezione di Torino, decretava l’inizio della contesa, le due avversaria iniziavano subito ad aggredirsi con un pressing accentuato, favorito dalla reciproca applicazione del fuorigioco.
Il Torino dimostrava di patire molto l’assenza della Tesse al centro della difesa, anche perché Odiphri Abu Toma necessitava di prendere confidenza col nuovo ruolo (difatti, col passare del tempo, il suo rendimento sarebbe cresciuto notevolmente, sin quasi a sfiorare la perfezione). E proprio in quello spicchio di campo, al 9’, il Bulé Bellinzago colpiva per primo: su di un sospetto offside, non rilevato, la formazione in divisa nera poteva distendersi sulla fascia destra ed operare un cross in area. La sfera arrivava a Federica Clerici che, libera dalla marcatura, controllava efficacemente per poi battere indisturbata a rete di destro, nonostante il disperato tentativo di uscita di Patricia Prundeanu.
Il gol scompaginava non poco i piani delle granata, che cercavano di porre in atto un gioco ancor più aggressivo, rimediando però solo l’ammonizione di Martina Capello, rea di una plateale trattenuta a centrocampo.
Comunque, le ragazze di Del Vecchio non mollavano e con un ritmo forsennato continuavano a cercare un varco nell’attenta difesa ospite, ma senza troppo costrutto a causa dell’eccessiva foga e di qualche imprecisione nei passaggi. La squadra in vantaggio, ad onor del vero, non stava di certo a guardare ed a sua volta lottava per puntare al raddoppio, giocando la palla a velocità elevata.
Dopo tanti batti e ribatti nella fascia mediana del terreno di gioco, verso la mezz’ora la partita aveva un’impennata di emozioni. Al 26’ Greta Masciaga, calciando alto, cestinava un’ottima opportunità per marcare il 2-0, dopo un pregevole cambio di fronte dalla sinistra verso destra, mentre un minuto dopo era la Prundeanu, con un doppio intervento (prima sul tiro da fuori della sempre pericolosa Masciaga, quindi gettandosi sui piedi della El Akri, pronta a ribattere a rete) a salvare la propria porta.
Ancora un’occasione Bulé si registrava al 31 (tiro alto di Manuela Curatitoli, sugli sviluppi di un corner), poi il pallino del gioco cambiava di mano: a propiziarlo era un’invenzione della Capello (pallonetto al volo da fuori area), che coglieva avanzata ed impreparata Giorgia Comizzoli, garantendo il temporaneo pareggio al Torino, facendo lievitare ancor più la tensione sul terreno di gioco e creando qualche battibecco.
La pressione granata, se possibile, aumentava ancora, favorita dalle sgroppate a tutta fascia di una inesauribile Debora Palmisano, sulla sinistra. Da questo momento, le ragazze di casa arrivavano quasi sempre per prime sui palloni vaganti, mettendo in crisi la compattezza ospite.
Al 33’ un mani in area bellinzaghese di Serena Labanca non veniva rilevato dal direttore di gara, probabilmente coperto, mentre due giri di lancette più tardi era un altro tiro al volo dalla distanza (questa volta di Elisa Molinar Min) a chiamare in causa la Comizzoli, che si salvava in angolo.
Al 38’, invece, si registrava uno dei rari errori del direttore di gara, che invertiva un fallo sulla trequarti ospite, a favore del Torino, ma senza conseguenze concrete per alcuno, ed al 43’ si rivedeva il Bellinzago in area torinista, con la Prundeanu che, ancora perfetta nell’uscita bassa, sventava un’incursione della El Akri. Il tempo si chiudeva con l’impressione che la Torino Women potesse ribaltare il punteggio, mentre nella ripresa tornava a riproporsi un certo equilibrio.
Al 48’ Masciaga tratteneva la Capello a centrocampo, evitando però il cartellino giallo, ma nonostante il ritmo sempre indemoniato il gioco tendeva a ristagnare nella zona centrale del campo, in una sorta di ping pong calcistico.
Si arrivava così al 60’, quando mister Reggiani iniziava i cambi del Bulè per immettere forze fresche: per prima entrava Angela Izzo al posto della El Akri, mentre qualche minuto più tardi faceva il suo ingresso Martina Delia in luogo di Martina Nino.
Sul fronte granata, invece, la fatica cominciava a far sentire i suoi effetti e le vere occasioni latitavano. Piano piano, la squadra di casa finiva per concedere terreno alle rivali: al 78’ una perfetta e spettacolare giocata difensiva della Abu Toma disinnescava una pericolosa incursione bellinzaghese, mentre due minuti dopo arrivava la svolta dell’incontro: un fallo di Federica Camporelli, per altro eccessivo in quanto non esistevano effettivi presupposti di pericolosità per la propria porta, concedeva alla squadra ospite una punizione a ridosso del vertice destro dell’area torinista. Della battuta s’incaricava la Clerici, che indirizzava la sfera a togliere le classiche ragnatele dall’incrocio, alla sinistra di un’incolpevole Prundeanu.
Poco più di un minuto dopo, la difesa granata s’incasinava la vita da sola e non riusciva a calciar via un pallone vagante dalla propria area piccola: ne approfittava la Izzo, che quasi dalla linea di fondo beffava tutti con una palombella in porta.
Il doppio colpo dell’attacco bellinzaghese, annientava così il morale della Torino Women. Il tecnico Del Vecchio provava ancora la mossa disperata di far entrare la convalescente Zappone al porto di Francesca Pomati, con lo spostamento di Arianna Lombardo a terzino destro e della Camporelli ad esterno alto sulla stessa fascia. La scelta non dava però alcun esito, soprattutto perché le residue forze granata erano ormai evaporate. Anzi, all’84’ arrivava anche il poker della compagine in nero: a metterlo a segno era Elisa Gramoni, che ribadiva nel sacco una miracolosa ribattuta della Prundeanu, su tiro da distanza ravvicinata di Emma Mazzoni.
Prima della fine, c’era ancora tempo solo per l’ammonizione della Camporelli (per gioco falloso) e per l’ultima sostituzione ospite, con l’apparizione di Martina Boca a rilevare la doppiettista Clerici. Quindi arrivava il liberatorio, per le ragazze di casa, triplice fischio.
Il risultato conclusivo ha premiato la compattezza della capolista (dove tutte le protagoniste sono state encomiabili, con le centrocampiste che hanno brillato per la loro capacità realizzativa) che non ha mai perso il contatto col match, anche nei momenti di maggiore difficoltà, sapendo sfruttare appieno i punti deboli altrui. Ma la squadra sconfitta ha dimostrato, almeno fino a che son durate le energie, di valere altrettanto. Fra le granata, la palma delle migliori va sicuramente all’incolpevole numero uno Prundeanu ed all’inesauribile “motorino” di fascia Palmisano. Un po’ sotto tono, invece, la prestazione di Alessandra Spagnolo, che qualche volta di troppo ha litigato con il pallone.