L’infanzia di Laura Manconi, ha in comune qualche tassello con quello di altre giocatrici: la voglia di giocare a calcio era tanta ma purtroppo, all’epoca, il mondo del calcio femminile non era ancora diffuso con tutte le difficoltà annesse come lei stessa ci ha raccontato. Abbiamo raggiungo Laura Manconi, classe ’89 e capitano dell’U.S. Isera Calcio Femminile, per una bella chiacchierata in cui ci ha raccontato di sul suo passato, ha fatto un bilancio del presente e ci ha raccontato del suo lavoro di allenatrice del settore giovanile.
Laura, come sei entrata nel mondo del calcio?
“Mi sono appassionata fin da piccolissima, giocavo sempre con mio fratello Matteo di 4 anni più grande di me. Con lui ho condiviso anche la passione per l’Inter. Andavo spesso a vederlo agli allenamenti e alle partite nella squadra del nostro paese, a Marco di Rovereto. Quando avevo 4 anni e mezzo ho chiesto ai miei genitori di portarmi a giocare a calcio e un giorno mia mamma è venuta a prendermi alla scuola materna e mi ha portata al campo. Ho giocato nell’US Marco per circa 2 anni, ho smesso, ero l’unica bambina e avevo anche il desiderio di provare altri sport: ho provato basket, tennis e nuoto per brevi periodi e poi mi sono appassionata alla pallavolo. Dai 7 ai 17 anni ho giocato a pallavolo, poi ho smesso per un problema alla schiena. Dopo un paio d’anni ferma ho deciso che era tempo di riprendere a fare sport e l’unico che mi è venuto in mente era il calcio: mi è sempre piaciuto, ho continuato a giocare negli anni all’oratorio con gli amici e facevo parte della squadra della scuola alle superiori. Quindi ormai 13 anni fa mi sono riavvicinata al mondo del calcio: in quel periodo c’erano poche squadre, ho giocato un anno nell’Azzurra e poi nell’allora appena nata Isera femminile e non me ne sono più andata. Per me è stato un riavvicinamento naturale a questo sport che amo moltissimo.”
Ci sono stati episodi (o persone) che hanno ostacolato il tuo cammino calcistico finora?
“Per fortuna no! I miei genitori mi hanno sempre sostenuta, mio fratello mi coinvolgeva nelle partitelle al campo e all’oratorio con gli amici. Forse l’unico ostacolo, se così si può definire, è che il calcio femminile era ancora poco diffuso, con tutto ciò che ne deriva: poca scelta e competitività in termini di squadre, pochi settori giovanili pronti e preparati a seguire la crescita calcistica delle bambine e delle ragazze, etc.”
Come ti sei scoperta difensore? Che caratteristiche avete in comune il ruolo del difensore e il tuo carattere?
“Naturalmente non mi sono scoperta da sola, ma è stato il mio primo allenatore a Isera Carlo Azzolini: mi ha trovato il ruolo, ha intuito che si addiceva per le mie caratteristiche e io mi sono trovata subito bene. Inizialmente terzino, poi centrale di difesa per tanti anni, e poi di nuovo terzino sinistro. Quest’anno mister Zorzutti mi sta dando fiducia nel ruolo di centrale di difesa ed è un ruolo che mi piace molto. Mi trovo bene a gestire la fase difensiva e il punto forte sono senz’altro le palle alte. Sinceramente non saprei come associare il mio ruolo al mio carattere, so solo che mi ci trovo a mio agio e se il mister mi da fiducia, per me va bene e l’unica cosa che conta è dare il massimo, puntare sempre a migliorarmi ed essere di supporto alla mia squadra.”
Come sei arrivata all’Isera?
“Per vicinanza geografica: il campo dista pochi km da casa mia e non è scontato nel calcio femminile avere la fortuna di avere una squadra vicina! Ho compagne di squadra che si fanno anche 80 km per venire all’allenamento! L’ambiente Isera mi è piaciuto fin dal principio, mi sono sempre sentita a casa, è la mia seconda famiglia.”
Come ti trovi con le tue compagne e allenatore?
“Mi trovo molto bene. Ogni anno le cose cambiano, (allenatori, giocatrici, dirigenti, etc.) ed è una cosa fisiologica. Quest’anno c’è un clima molto sereno, collaborativo, non ci sono distrazioni o criticità all’interno del gruppo squadra, e finora posso dire che è una stagione più unica che rara da questo punto di vista. Ho sempre pensato e condiviso che la forza dell’Isera è il gruppo e cerco di fare del mio meglio ogni anno per preservare questo bene superiore. Le ragazze che sono entrate in squadra quest’anno sono fantastiche, sia dentro che fuori dal campo e in poco tempo siamo diventate una squadra con la S maiuscola: siamo un bel gruppo, lavoriamo davvero bene in tutti gli allenamenti e puntiamo tutte a migliorarci ogni volta, condividiamo le fatiche e abbiamo tutte un unico obiettivo condiviso. Mister Zorzutti è molto bravo, preparato, svolge bene il suo lavoro e cerca sempre di preparaci al meglio e di tirare fuori il meglio di noi in tutti gli allenamenti e le partite. I risultati in campo parlano da sé. Abbiamo fiducia in lui e nel lavoro che fa.”
State disputando uno splendido campionato finora su 11 partite solo una persa. Direi che si può essere più che soddisfatti?
“Si, stiamo facendo un bel campionato. Dobbiamo continuare a lavorare bene, siamo una squadra forte, supportata da un settore giovanile molto promettente. Possiamo migliorare ancora e ci lavoreremo anche tramite il gruppo, che è la nostra forza! Ci sono squadre ben attrezzate nel nostro campionato, con la quali è bello mettersi in gioco e confrontarsi.”
Sei stata allenatrice dell’Isera Under 17, come ti trovi nel ruolo di allenatrice ma
soprattutto nel ruolo di allenatrice di giovani ragazze che, rispetto anche solo a 10 anni fa, hanno e avranno più possibilità nel mondo del calcio rispetto al passato, non trovi?
“Ho conseguito il diploma UEFA C nel 2020 e per due stagioni sono stata vice-allenatrice degli esordienti misti prima e dell’under 17 femminile poi, sempre a Isera. È stata un’esperienza unica, che mi ha permesso di crescere ed acquisire competenze a 360 gradi, oltre che a capire il lavoro che c’è “dall’altra parte”. Amo molto il settore giovanile, non c’è la pressione del risultato, ciò che conta è la prestazione e far migliorare il singolo e la squadra. Inoltre conta molto il ruolo educativo che si ha quando si è mister in un settore giovanile, che non è cosa da poco. Alcune skill non si possono semplicemente studiare sui libri e non tutti i mister hanno l’attitudine per allenare nei settori giovanili, nonostante il “pezzo di carta” che si può aver acquisito nei corsi. Chiaramente bisogna fare i conti con la realtà, con le disponibilità economiche delle società e con la disponibilità degli allenatori anche in termini di orari e impegni personali. Io sono stata coach in seconda e giocatrice contemporaneamente per due stagioni, poi ho deciso di concentrarmi su una cosa alla volta, per evitare di farle male entrambe. Il lavoro del mister nel settore giovanile non va mai lasciato al caso, le sedute vanno preparate, bisogna avere capacità di lettura ed ascolto, saper tenere il gruppo, trasmettere valori e molto altro. Ho avuto la fortuna di affiancarmi ad un bravissimo allenatore per quelle due stagioni, dal quale ho potuto imparare molto (mister Zorzutti appunto, che è diventato il mio allenatore a partire dalla 23esima giornata della stagione 2020/21, dopo l’esonero di Mister Slomic). Chissà, magari una volta che smetterò di giocare potrei riavvicinarmi al mondo allenatori, non mi precludo nulla, ma per ora e per questa stagione voglio concentrarmi sul giocare. Allenare e veder crescere le ragazze all’interno del settore giovanile dell’Isera e non solo da tantissime soddisfazioni. Alcune di quelle che qualche anno fa erano ragazzine, ora stanno disputando una splendida stagione nel nostro under 19, nella Primavera del Trento, in serie C nel Meran Women oppure sono diventate mie compagne di squadra: è pazzesco e mi da una gioia immensa vedere la loro crescita anno dopo anno, consapevole del fatto che sta cambiando davvero questo mondo. È vero, rispetto a 10 anni ci sono più “possibilità”, più squadre femminili ed è uno sport sempre più diffuso ed accettato, grazie anche alla risonanza mediatica che ha avuto negli ultimi anni. Moltissima strada c’è ancora da percorrere per far crescere il movimento e soprattutto la qualità del calcio femminile, ma siamo sulla strada giusta. Alcune ragazze che oggi giocano con me hanno fatto tutto il settore giovanile fin dai primi calci, ed è questo a cui bisogna puntare. Nel 2020 e 2021 l’Isera è stata selezionata per il progetto UEFA Playmaker, in cui io ho avuto la fortuna ed il piacere di partecipare come coach. Essere parte di un progetto di caratura europea, mirato ad avvicinare al calcio bambine dai 5 agli 8 anni è stata un’occasione di crescita e soddisfazione personale e per tutta la società.”
A tuo avviso il calcio femminile in Italia sta finalmente prendendo l’avvio giusto per andare in una direzione più conforme al resto d’Europa(e altre parti del mondo chiaro)?
“Si, come dicevo prima, l’intero movimento del calcio femminile sta crescendo e, con il riconoscimento del professionismo, sta senz’altro percorrendo la strada giusta. Io stessa nel mio piccolo con l’esperienza in Serie C per stagioni ho visto crescere tutte le squadre, con un conseguente miglioramento della qualità del calcio giocato e una sempre più elevata competitività fra le squadre. Anche quest’anno in Eccellenza vedo squadre sempre ben attrezzate, dove non mancano calciatrici di assoluta e indiscussa qualità. É bello far parte del movimento che migliora e che cresce di stagione in stagione.”
Adesso sosta natalizia per quanto riguarda il campionato e c’è da pensare alla Coppa Italia: siete momentaneamente prima in classifica con 6 punti. Che cosa vi aspettate da questo torneo?
“Si, sosta meritata, ma ovviamente si va avanti con gli allenamenti, senza perdere di vista gli obiettivi. Il percorso finora svolto in Coppa Italia ci ha dato solo soddisfazioni e siamo consapevoli che le gare di febbraio contro il Suedtirol saranno toste, ma ci stiamo preparando al meglio, quindi vedremo in campo.”
Raccontaci un pochino di te fuori dal rettangolo verde.
“Lavoro come infermiera da 11 anni (prima in medicina e poi in pronto soccorso), da 3 anni e mezzo mi occupo di formazione del personale. Oltre al lavoro le mie passioni sono la palestra e i viaggi.”
Un’ultima curiosità: in vista del Natale si sa, qualche sgarro a tavola anche ad un atleta è concesso, voi seguite qualche dieta particolare per il calcio?
“Il Mister ci da consigli e ci segue anche da questo punto di vista durante tutto l’anno: idratazione e alimentazione specifica sono tematiche importanti per tutti gli atleti e le atlete, quindi io personalmente cerco sempre di seguirle. Chiaro che qualche sgarro ogni tanto è concesso, l’importante è sapersi regolare, ma direi che tutte quante siamo brave in questo!”
La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la società dell’ U.S. Isera Calcio Femminile e Laura Manconi per la loro gentile disponibilità.