Una delle squadre ai nastri di partenza del torneo di Eccellenza ligure è il GSD Olimpic 1971. La squadra genovese, allenata da Simone Arrighi, è presieduta da Alessandro Camino e vede nella sua rosa da tre anni Asia Arrighi, punta classe 1997 di Prà e Micaela Cappelletti, difensore classe 1999 di Genova. Abbiamo raggiunto, in una breve intervista, le due calciatrici, capitano e vice della squadra, per conoscere meglio la realtà rosso-verde.
Ragazze come vi siete avvicinate a questo sport e quali sono state le esperienze precedenti a questa annata?
Asia: “Mi sono avvicinata al calcio grazie a mio padre e da piccola giocavamo sempre assieme. La nostra famiglia, poi, è composta prettamente da persone che giocavano a calcio, quindi è il nostro pane quotidiano. Prima di approdare al Gsd Olimpic 1971 ho militato nelle giovanili della Praese, nel Lagaccio, nel Vado femminile e nel Genoa Cfg“.
Micaela: “Mi sono avvicinata al calcio grazie a mio papà e grazie al torneo Ravano. Mia sorella, di due anni più grande, si era iscritta con la scuola e io andavo con lei a fare gli allenamenti. Dopo il torneo, a 10 anni, ho iniziato a giocare in una vera e propria squadra, il Meeting Club, tra Under 12 e Under 14. Dopo per me un anno di UISP a 7, nel Bavari, e poi i primi passi sul campo a 11 con il Ligorna a 16 anni. Sono passata poi al Genoa Cfg dove sono rimasta per 2 anni”.
Asia sei il capitano di questa squadra cosa significa per te portare la fascia al braccio?
“Ho sempre pensato che il capitano in una squadra sia il ruolo più difficile in assoluto, è come un secondo mister ma in campo con le compagne. Deve saperle aiutare nei momenti di difficoltà, cercare di spronarle caricandole. Il capitano è anche quella persona che deve dare l’esempio, e sono molto onorata di portare la fascia al braccio”.
Micaela come è andata la passata stagione in campionato e come avete vissuto lo stop della passata primavera?
“Lo stop è stato un po’ difficile come penso per tutti. Per la nostra squadra in particolare perchè abbiamo tante ragazze che non hanno mai giocato a calcio e altrettante nuove che vengono da altre squadre. Ci stavamo impegnando molto per aiutarle sia nell’integrazione sia nel miglioramento. Fermarci è stato un po’ come buttare via parte del percorso raggiunto e so che quando riprenderemo dovremo impegnarci almeno il doppio per recuperare”.
Asia il vostro gruppo si è è rinnovato rispetto allo scorso anno? Con quale spirito siete tornate a disputare i primi allenamenti?
“Rispetto allo scorso anno abbiamo ragazze nuove, più piccole e magari alcune alle prime armi. Per noi la cosa più importante è che le ragazze riescano ad integrarsi al meglio nel gruppo, che crescano non solo dal lato calcistico ma anche dal lato caratteriale. Abbiamo riiniziato gli allenamenti con la voglia di spaccare il mondo, con la voglia di rivivere lo spogliatoio e di divertirci di nuovo tutte assieme”.
Michela questo torneo di Eccellenza come era iniziato per voi? Con quali obiettivi affronterete questa annata? Come avete metabolizzato il nuovo stop?
“Il torneo di Eccellenza era iniziato bene ma abbiamo fatto solo una partita. Credo che gli obiettivi principali saranno quelli legati al tornare alla normalità quindi recuperare la forma fisica, i rapporti con le ragazze nuove, aiutarle e darci man forte per affrontare qualsiasi tipo di problema. Per noi è importante anche la sfera psicologica, non solo quella fisica, grazie soprattutto al mister che è sempre disponibile anche per problemi personali”.
Asia di che livello reputi il campionato di Eccellenza ligure?
“Il campionato d’Eccellenza ligure direi che è di medio livello. Purtroppo ci sono poche squadre e quindi di conseguenza giochiamo sempre contro le stesse persone e squadre più volte durante la stagione. Spero che con il tempo questo possa cambiare con la nascita di nuove squadre”.
Micaela come sta crescendo il movimento femminile in Liguria?
“Il calcio femminile nella nostra regione, rispetto a quando ero più piccola, alcuni passa avanti li ha fatti. Sono nate il Genoa e la Sampdoria offrendo così un’opportunità di calcio professionistico anche a noi femmine. Per il resto più si cresce più le ragazze diminuiscono, chi per lavoro chi per altro, di fatti non ci sono molte squadre. Ad esempio non ne esistono nella mia zona e dintorni, ovvero Sturla“.
Il vostro ricordo più bello legato al calcio?
Asia: “Il più bel ricordo legato a questo sport direi sia quello in cui ho potuto ricominciare a correre e calciare il pallone dopo l’infortuno al legamento crociato. Inoltre ricordo con affetto la prima convocazione con la Rappresentativa della Liguria”.
Michela: “Grazie a questo sport ho conosciuto la mia migliore amica, Isabel, quindi mi ricordo di tutte le risate e a volte anche pianti fatti insieme. Per me calcio vuol dire soprattutto famiglia: mio papà, allenatore dei portieri, mi ha sempre accompagnato in questo percorso standomi sempre vicino e supportandomi. Non sono solita fare goal, essendo un difensore, però un giorno è capitato e il mio primo pensiero è stato subito rivolto a lui. Con la Rappresentativa, poi, abbiamo giocato contro il Lazio ed era un pò una questione di vita e di morte. Ho visto tutte le mie compagne impegnarsi al massimo, e quando abbiamo vinto molte di loro sono scoppiate in lacrime per la felicità. Nonostante ci conoscessimo da poco questo mi ha dimostrato che l’unione fa la forza, e quanto sia gratificante e bello fare parte di una squadra ed essere legate tutte dallo stesso obiettivo”.