Nel torneo ligure d’Eccellenza presente è anche in questa stagione la Superba. La società diretta da Riccardo Banchero, Marco Bianchi e Marco Semino vede la sua guida tecnica affidata a Bruno Bianchi e Maurizio Malusà. A capitanare l’undici genovese è Giulia Moscamora, centrocampista della Superba. Abbiamo raggiunto per qualche battuta la calciatrice di Genova, classe 1996, al terzo anno con le biancoblu .
Giulia Come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
“Mi sono avvicinata al mondo del calcio già dai primi anni di età. Sul piazzale di casa mio fratello Pietro e mio papà Ivano giocavano a calcio ed io li osservavo e provavo ad intervenire nel gioco. Poi mia mamma Luciana ha accolto senza problemi la mia idea sportiva portandomi all’età di 7 anni a giocare nella Bolzanetese, una squadra maschile che si trovava vicino a casa, dove già militava mio fratello Pietro. A questa società riconosco tanto, in quanto mi ha accolto in modo caloroso dandomi fiducia ed ho avuto la fortuna di avere allenatori e compagni di squadra davvero competenti che mi hanno aiutata a crescere”.
Quali sono state le tue prime esperienze con squadre femminili?
“Nel 2006 è stata creata la Valpolcevera Serra Riccò, una società interamente femminile. In questo club, al quale sono profondamente legata, sono rimasta sino al 2015. Poi il trasferimento al Levanto, un’esperienza bellissima che mi ha dato modo di conoscere nuove realtà e lasciandomi un bellissimo ricordo nonostante le fatiche degli spostamenti e degli incastri con gli orari dell’università. L’anno seguente ho appoggiato il progetto del Ligorna, dove sono rimasta due anni. Un gruppo bellissimo, superlativo, dove nonostante le differenze di ideali eravamo riuscite a creare un gruppo coeso e in grado di coinvolgere dalla prima all’ultima giocatrice”.
Poi il passaggio alla Superba come ti sei trovata nella nuova squadra?
“Mi sono integrata da subito. Orgogliosa per la fiducia datami da mister e società ora ne sono il capitano. Questo gruppo non smette mai di crescere ed è sempre bello guardarsi indietro e notare i progressi fatti fino ad ora. Noi ragazze possiamo essere contente della società che ci accoglie, in quanto non ci fa mancare nulla: con un giusto equilibrio tra formalità ed informalità cercano in ogni modo di far sì che noi giocatrici possiamo viverci questa esperienza calcistica nel migliore dei modi”.
Come è andata la scorsa stagione?
“La scorsa stagione è stata anomala: abbiamo cominciato bene, con qualche errore ma stimolate a migliorare e a non mollare mai, ma il fiorire della nostra crescita a livello calcistico e di gruppo è stata interrotta dalla pandemia”.
Come avete vissuto la fase di stop della scorsa primavera e come state vivendo questa?
“La fase di stop della scorsa primavera l’abbiamo vissuta con un po’ di malinconia, ma il gruppo di noi non impegnato nel lavoro riusciva a vedersi per allenarsi da casa. Abbiamo passato il tempo a girarci qualche ironia sul gruppo Whatsapp che ci ha permesso di condividere un po’ di leggerezza e compagnia in un momento che sembrava tutto fuorché leggero. Qualche videochiamata qua e là e giochi online che ci permettessero di goderci una serata piena di risate. Questo momento, invece, lo stiamo vivendo un po’ come un limbo. Abbiamo la fortuna di avere la disponibilità del campo e ad ora non sono comparsi contagi, dunque abbiamo ancora la possibilità di vederci, avere contatto con il pallone e divertirci rispettando le norme. Quindi ad ora lo viviamo un po’ con la rabbia di non poter giocarci le nostre sfide la domenica, ma con il respiro di sollievo di riuscire a vederci e a passare un’ora e mezza nello stesso spazio, facendo ciò che più ci piace”.
Che gruppo hai visto nei primi allenamenti dopo il ritorno in campo?
“La rosa si era un po’ rinnovata con degli innesti importanti. Ad esempio il difensore di esperienza Lisa Cuneo ma anche altre ragazze giovani della Juniores molto promettenti, che hanno molta voglia di fare. Si sono subito ambientate nel gruppo, portando serenità e voglia di fare. Nei primi allenamenti ho avuto modo di vedere la voglia di ognuna di noi di giocare, di mettere in pratica nuove cose, la prontezza di ognuno ad accogliere le nuove idee del mister che con pazienza ci ha spiegato. Ho avuto modo di vedere la capacità di ognuna di noi di vivere il momento con concentrazione, ma dall’altra parte con la voglia di scherzare per rendere tutto più bello. Dal primo allenamento siamo partite molto forti, ci siamo allenate bene arrivando anche a buoni risultati nei test; tutte cose che ci avevano molto stimolato prima dello stop dei campionati”.
Con quali ambizioni volevate affrontare il campionato?
“Abbiamo cominciato veramente bene, le intenzioni della società erano con delle belle ambizioni stimolanti che ci hanno portato a cominciare subito molto forte. Tutte noi sappiamo che non dobbiamo fare troppi castelli senza una base solida, per questo stavamo cominciando a mettere una base solida su cui costruire il nostro bel castello, lavorando giorno per giorno. Questo per dire che ognuna di noi, come la società, puntava al massimo ma nello stesso tempo siamo consapevoli che è sempre il campo a parlare e che quindi bisogna vivere partita per partita, senza peccare di umiltà. Ma questo non toglie la voglia di crederci. Abbiamo disputato, purtroppo, pochissime gare: qualche amichevole ed una sola partita ufficiale. Le amichevoli ci hanno dato tanta soddisfazione in quanto nonostante i risultati, abbiamo avuto modo di conoscerci e di far valere le nostre capacità davanti a squadre di notevoli capacità come il Genoa ed il Campomorone che sanno esprimere veramente un bellissimo gioco. La prima ed unica partita ufficiale l’abbiamo giocata sul campo della Genova Calcio che non è mai facile ma che ci ha viste vittoriose, riuscendo a concretizzare in gara tutte le azioni provate in allenamento”.
Come reputi il libello del campionato di Eccellenza della tua regione?
“Purtroppo in Liguria, a disputare questo campionato, siamo rimaste davvero poche squadre. È un campionato strano, proprio perché a poche squadre a volte diviene più difficile rispetto a quando si è in tante. Infatti in tutte le gare bisogna giocarsi il tutto per tutto, poiché ogni punto guadagnato o perso potrebbe essere decisivo e le possibilità di recuperarlo o di farlo perdere alla squadra con il punteggio più alto diminuiscono notevolmente. Quindi ritengo che non sia da sottovalutare, ma che in qualche modo ti tenga sempre sul giusto filo dell’attenzione”.
Come sta crescendo il calcio femminile nella tua regione?
“Il calcio femminile, in generale, ha difficoltà a crescere ed è un aspetto che mi dispiace. Per fortuna ci sono molte società che lavorano in modo professionale e credo sia giusto riconoscerlo. In Liguria il calcio femminile ha sempre avuto poco modo di svilupparsi, e credo che nell’ultimo periodo questo si stia sottolineando: le squadre sono in diminuzione e non sono supportate per riuscire a creare un campionato insieme ad altre regioni che potrebbe sviluppare maggiore visibilità e stimolo anche per le ragazze che avrebbero voglia di giocare un campionato corposo. Noi, nel nostro piccolo, facciamo in modo di creare una realtà in cui emerga la bellezza del calcio femminile, la società si è sempre mostrata propensa allo sviluppo dello stesso nella regione e fa di tutto per rendere l’ambiente sereno e stimolante allo stesso tempo”.
Il tuo più bel ricordo legato al mondo del calcio?
“Mi ricordo ancora ora il mio primo goal che segnai con la maglia della Bolzanetese, insieme ai maschi, in un campo che ora vedo minuscolo e una volta mi sembrava così grande, con in panchina un mister verso cui nutro ricordi bellissimi e mi ricordo che mi disse di esultare, perché nella mia timidezza non avevo neppure esultato per il goal. In tempi più recenti ricordo il percorso fatto con la Rappresentativa Ligure al Torneo delle Regioni di Fiuggi nell’ Aprile del 2019. Siamo partite con pochissime speranze, ma ogni volta che siamo scese in campo sembrava che invece le speranze fossero infinite: lottavamo su ogni pallone, premiavamo ogni compagna, ci siamo sostenute dal primo all’ultimo minuto fino a giungere alla finale del torneo delle regioni contro uno splendido Piemonte. È stata un’esperienza fantastica: ricordo ancora il nostro essere incredule, ma infinitamente felici, il nostro essere diverse fuori, ma in campo così unite. Ci siamo guadagnate un traguardo quando nessuno credeva in noi ed invece, senza mai mollare, siamo arrivate alla fine. Ricordo il pranzo prima della finale, un’emozione indescrivibile, l’ingresso in campo, la foto e l’inno. È stata per noi l’occasione di vivere un sogno, e l’abbiamo vissuta al massimo: è stato bellissimo. In generale poi ho bellissimi ricordi che mi legano ad ogni anno calcistico, perché credo che il calcio sia un continuo generare emozioni forti”.