“Clamoroso al Cibali!”. La ormai famosissima frase ciottiana (che il radiocronista RAI, Sandro Ciotti appunto, esplicitò nell’ormai lontano 4 giugno 1961 a “Tutto il calcio minuto per minuto”, per commentare l’inatteso ko della favoritissima Inter sul campo del Catania) potrebbe essere parafrasata oggi, al termine del derby di coppa Italia fra Pianezza e Torino Women: “clamoroso allo Scafidi!”.
Il terreno di casa delle pianezzesi (che in campionato, in trasferta, persero 1-12 contro le granata) è stato infatti testimone dell’inaspettato successo delle padrone di casa, per 2-1.
Vittoria inattesa, come già detto, ma assolutamente meritata. Le ragazze del Pianezza, infatti, hanno disputato una partita gagliarda, sempre molto concentrate ed attente, pur se consce della superiorità tecnico-tattica delle rivali. Che però, oggi, raramente si è vista. Demerito anche delle granata, troppo confusionarie nel primo tempo e troppo nervose nel secondo, condizioni umorali che non hanno di certo aiutato il loro rendimento.
Le due formazioni si sono affrontate adottando due schieramenti quasi analoghi, ma differenti nei concetti d’impostazione. Il 4-1-1 di casa (con Jiang fra i pali, Pasqualone, Nigro, Sorleto e Tassin in difesa, Sulpizi, Pellizzaroli, La Ganga e Neri Coello a centrocampo, Uras trequartista a supporto di Streva, unica punta) era impostato su due linee di movimento molto compatte, utili a chiudere qualsiasi corridoio ed a rilanciare l’azione su velocissimi rovesciamenti di fronte. Il 4-4-2 ospite (con Prundeanu in porta, Maiella e Tesse coppia difensiva centrale, Furione e Pomati esterni bassi con licenza di avanzare, Capello centromediano davanti alla difesa a dettare la regia, Molinar Min, Caveglia Cresto e Calabrese a supportare le due punte, Zappone e Cavallo), teoricamente avrebbe dovuto sfruttare le fasce laterali per scardinare la doppia Maginot avversaria ed alimentare le proprie bocche da fuoco.
Ma le idee di gioco, del mister granata Domenico Barone, sono probabilmente rimaste esposte sulla lavagnetta, al chiuso degli spogliatoi, perché in campo non si sono proprio viste. A differenza di quelle del suo collega-rivale, Mario Bizzocco, che hanno trovato perfetta applicazione da parte delle ragazze in campo.
Dopo una manciata di minuti, in cui le due contendenti si sono reciprocamente studiate, la Torino Women ha provato a conquistare progressivamente campo, mentre le concentratissime pianezzesi cercavano di affidarsi alle ripartenze. Proprio su una di queste, al 15’, dopo una delle sue impeccabili chiusure sulla trequarti difensiva, Daniela Sorleto lanciava lungo per lo scatto di Valentina Streva. L’impreparata difesa granata, a maglie troppo larghe, permetteva all’attaccante di infilarsi nello spazio e, appena entrata in area, di bruciare Patricia Prundeanu, in disperata uscita, con un rasoterra imprendibile.
La replica torinista non si faceva attendere, ma prima era Martina Capello a spedire a lato dalla distanza, mentre dopo era l’estremo di casa, Stefania Jiang, a respingere di piede un insidioso rasoterra di Vittoria Caveglia Cresto (rispettivamente al 17’ ed al 19’).
La spinta delle ospiti, però, si inceppa quasi subito. I passaggi si fanno sempre più imprecisi e confusionari e così, le padrone di casa ne approfittano, sempre con ficcanti ripartenze, per innescare la velocità della Streva e far correre qualche altro brivido alla stentata difesa avversaria, salvata però da una efficace Prundeanu.
Per rivedere un’occasione del Toro, bisogna attendere sino al 32’, quando Giorgia Cavallo, fortunosamente liberatasi in area, coglie solo la base del palo esterno.
Cinque minuti dopo è la Jiang, con una spettacolare uscita bassa, a neutralizzare i tentativi sia della Lucrezia Calabrese che della Valentina Zappone, prima che la sua difesa sia in grado di liberare.
Al 41’, sull’ennesimo lancio per la Streva, Sofia Tesse non si intende col proprio estremo difensore: lei aspetta un’uscita che la Prundeanu non ha proprio preso in esame, l’attaccante pianezzese riesce quasi ad impadronirsi della sfera ed allora al centrale difensivo non resta che… affossarla al limite dell’area. Potrebbe essere cartellino rosso, per fallo da ultimo uomo su chiara occasione da rete, ma non per il direttore di gara: Alice Tognato, della sezione di Collegno, opta per il giallo e grazia la giocatrice granata. Non sarà l’unico errore di un arbitraggio tutto sommato sufficiente, ma abbastanza tentennante nella gestione dei cartellini.
Comunque sia, sulla successiva punizione la Sorleto si dimostra efficace non solo nelle chiusure difensive, ma anche sui calci piazzati, siglando il raddoppio con una chirurgica punizione a fil di palo.
Dopo aver invertito gli esterni bassi, probabilmente nel fallito tentativo di rendere meno efficaci i contropiede altrui, nella ripresa il mister granata proverà ad invertire anche quelli alti, senza però cogliere significativi miglioramenti nel gioco delle sue ragazze. La maggior pressione delle ospiti, infatti, sarà figlia solamente del loro orgoglio: utile per riconquistare qualche pallone in più, che i persistenti nervosismo e confusione finiscono però per rendere sterili.
C’è tanta imprecisione anche nelle conclusioni, sul fronte torinista: un paio di volte la Zappone, un altro paio la Capello ed in una occasione la Calabrese, difettano infatti nella mira, per tutta la prima metà della seconda frazione. L’occasione più ghiotta, per ridurre le distanze, capita proprio sul piede della capitana granata, ma la Jiang riesce a respingere in tuffo (59’). La numero uno del Pianezza si ripete anche al 65’, quando manda in angolo un tiro della Capello, scagliato però da notevole distanza.
Col passare del tempo, la stanchezza obbliga le padrone di casa ad arretrare il baricentro, sino a concedere alle avversarie il predominio tattico. Il match si fa più nervoso e spigoloso, sino al 75’, quando si viene a creare un parapiglia in campo: qualche spintone, tante parolacce, ma pure uno schiaffo ed un calcione da terra, che l’arbitro fatica a controllare. Anche in questo caso, a parer nostro, la Tognato si dimostra troppo restia ad utilizzare i cartellini, ma la causa è forse della sconsiderata entrata in campo del guardalinee di parte pianezzese (Enrico Sulpizi), che per “difendere” la figlia Rebecca non trova di meglio che cercare di far giustizia sommaria, alimentando la tensione ed aumentando il caos, rimediando così la giusta espulsione.
Con le squadre ormai provate, l’episodio finisce paradossalmente per ridare vigore a quella in svantaggio, che nell’ultimo quarto d’ora pone in atto una sorta di assedio all’area rivale. L’ulteriore pressione continua però a non sortire effetti concreti, con la Jiang che controlla una botta centrale della Calabrese (84’), mentre due giri di orologio più tardi la Molinar Min, da posizione favorevole, calcia malamente di sinistro.
Il Pianezza è, ora, palesemente in riserva di energie ed all’88’ capitola: con la confusione che regna ormai sovrana su entrambi i fronti, dopo una serie di contrasti dal limite la sfera termina sul piede di Giorgia Cavallo, che non concede scampo all’incolpevole portiere di casa. Ma le batterie sono ormai veramente scariche per tutte, e gli ultimi scampoli di tempo non concedono più sussulti.
In una ipotetica “pagella”, nessuna fra le padrone di casa dovrebbe meritare qualcosa in meno del 7, con il terzetto composto da Jiang, Sorleto e Streva ad ottenere valutazioni anche migliori. Fra le sconfitte, invece, nessuna potrebbe ambire alla sufficienza, con forse la sola eccezione della Prundeanu, tutto sommato vittima dell’inconsistenza delle proprie compagne.
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