Mariano Ventrella per calcioinrosa.it ha intervistato la calciatrice Chiara D’Ambrosio, classe 2004, attaccante di prospettiva della SC Juvenilia Fiammamonza, società lombarda partecipante al campionato di Eccellenza.
Ciao Chiara, come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
“Ho cominciato a giocare a calcio nei giardini della scuola primaria. Ricordo l’intervallo, il momento più atteso della giornata, ci si divideva principalmente in maschi e femmine. Lì, assieme ai maschi si giocava a calcio, due sassi per determinare la porta ed era subito gara. All’uscita da scuola, una volta arrivata a casa, avevo puntualmente l’incontro in cortile con mio fratello maggiore che pian piano cercava di insegnarmi nuove abilità. È grazie a lui se la mia passione pian piano è alimentata, sino alla scelta di una vera e propria squadra di calcio all’età di 7 anni. Ho cominciato all’oratorio del comune in cui vivo, militando in una squadra maschile. Il mio obiettivo è sempre stato quello di mettere la palla in rete e fungere un po’ da ‘protagonista’, per dimostrare il mio valore e far sentire la mia voce, o meglio, i miei piedi, ad una società che considerava il calcio uno sport prettamente maschile. Questa era la mia partita principale che desideravo disputare”.
Le tue esperienze
“Come anticipato nella risposta precedente, la mia primissima esperienza è avvenuta all’età di 7 anni in una squadra maschile nell’oratorio del mio paese, San Donato Milanese. Qui sono rimasta per un solo anno, scegliendo di aderire alla successiva creazione di una squadra femminile (in oratorio). La mia “svolta”, se così può essere definita, è avvenuta con la firma per la Riozzese, nella quale ho giocato per 3 abbondanti anni, (prima come esordiente, successivamente come allieva ed infine come giovanissima; un grazie particolare lo devo al mister Ivan Carminati, che più di tutti mi ha aiutata nella mia crescita calcistica) per poi immergermi in una nuova avventura con le juniores e la prima squadra del Fiammamonza”.
Una breve descrizione del tuo ruolo e delle tue caratteristiche tecniche
“Ho cominciato come attaccante centrale e credo che smetterò come tale. Non ho mai cambiato ruolo se non durante le partite in cui c’era massima necessità, spostandomi al tutto al più come seconda punta o come fascia, sinistra e destra. La mia piccola dimensione corporea di fronte a grandi difensori probabilmente ne risente, ma io con la mia determinazione e grinta non permetto ai miei avversari di portarmi via il pallone. Una delle mie caratteristiche fondamentali credo sia la corsa accompagnata dal dribbling”.
Il tuo giudizio sulla squadra ed ambiente del Fiammamonza
“Al Fiammamonza sono stata accolta bene. Mi sento a mio agio ed è una società valida che consiglio a tutte le ragazze. Le compagne, sono la mia seconda famiglia. Abbiano costruito un grande gruppo, soprattutto nell’ultimo periodo che da un anno a questa parte cerca di condividere i più bei momenti assieme. Tutto questo è stato permesso anche grazie all’unione con l’AC Crema (categoria juniores), che con l’aiuto del mister e l’organizzazione attorno, ha favorito una compattezza maggiore. È inoltre importante sottolineare il periodo nel quale purtroppo siamo coinvolti che oramai da qualche mese ci impedisce di vederci giornalmente sul campo. L’organizzazione è comunque ben progettata e gli allenamenti, per quanto differenti, continuano attraverso le piattaforme online”.
I tuoi idoli a livello calcistico
“Vi sono molteplici persone a cui mi ispiro attualmente nel mondo del calcio, chi più e chi meno grande. Nel settore femminile la giocatrice da cui prendo maggior spunto è Valentina Giacinti, attaccante del Milan. Assieme a lei ammiro anche una promettente calciatrice di nome Maria Vittoria Nano, giocatrice del Milan (prima squadra) nonché mia grandissima amica. Maria, oltre ad essere la persona con la quale sono cresciuta, calcisticamente (facendo i primi calci nella squadra maschile di cui ho parlato prima) e non, è la dimostrazione che nonostante la piccola età si possano raggiungere grandi traguardi. Per quanto riguarda il settore maschile il giocatore a cui più maggiormente mi ispiro è Theo Hernandez (di lui ammiro la corsa). Parlando invece di idoli veri e propri, un giocatore per me indiscutibile, è stato Pippo Inzaghi; di lui mi piace tutto, dalla sua preparazione, che parte da un’alimentazione sana senza alcuno sgarro, al campo dove ha messo assieme cuore e determinazione. Attraverso le sue qualità, mi ha trasmesso la voglia di lottare, la grinta, la passione, la fame prima di un goal… mi ha insegnato che la partita finisce solo quando l’arbitro fischia e che fino a quel momento non bisogna mollare un colpo. E per finire mi ha insegnato che fare sport con il corpo è una cosa, farla con il cuore è tutt’altro. Io mi imbatterò come lui su ogni pallone fino a quando smetterò di giocare”.
Prospettive future e sogni nel cassetto
“Fin da piccola ho avuto un solo sogno nel cassetto… Tutti mi chiedevano: ”cosa vuoi fare da grande?” ed io rispondevo loro: ”Voglio giocare in serie A ed essere convocata nella nazionale di calcio femminile.” Erano però le stesse persone a pormi la domanda che si aspettavano una risposta diversa. Credevano che una bambina dovesse sognare unicamente di diventare principessa e vivere nel castello, ma io a questo ho sempre preferito la mia maglia da gioco al vestito, i tacchetti ai tacchi, le partite alle discoteche. Attraverso questo sport ho imparato a non avere paura, ho imparato a non lamentarmi per un ginocchio sbucciato e ad alzarmi sempre dopo una brusca caduta. Sono cresciuta portando a casa la soddisfazione di una vittoria ma anche il pianto per una sconfitta. Tuttavia, la risposta che darei ancora oggi se mi dovessero chiedere: “cosa vuoi fare da grande?” sarebbe la medesima. Il mio futuro lo vedo qui, su un campo da calcio, magari in serie a, chissà in nazionale”
Photo Credit: calcioinrosa.it / Chiara D’Ambrosio