Il dietro le quinte di un trionfo, del primo trionfo. La Roma ha pubblicato “Nothing Compares”, un documentario sull’impresa della Roma Femminile nel successo in Coppa Italia ottenuto contro il Milan. Il 30 maggio al Mapei Stadium le giallorosse hanno vinto il primo titolo della loro storia battendo le rossonere ai rigori. Nel racconto tante immagini dei retroscena e della preparazione che ha portato la squadra al successo e le parole
Bartoli
“Ho aspettato questo momento tutta la vita”, ha detto Elisa Bartoli dopo aver sollevato la Coppa Italia. Lei, romana e romanista ha vissuto con un trasporto particolare e con la fascia da capitano al braccio il trionfo giallorosso. Ecco una parte delle sue parole estratte dal documentario.
La Roma?
“La scelta Roma è una scelta di cuore, era un sogno per me tornare a Roma. Ho iniziato con quattro sconfitte di seguito, con le lacrime dopo una sconfitta con la Juve 4-0. Poi mi è arrivato un bel messaggio del coach che mi diceva di non mollare, che saremmo arrivate in alto”.
La finale?
“Quando sono entrata negli spogliatoi ho detto alle ragazze che ero più tesa che al mondiale. È stata dura, ma sono sensazioni belle da vivere e assaporare”.
Il match?
“Solo un’azione mi ha messo paura, quella che Swaby ha salvato sopra la traversa. Ho perso dieci anni di vita lì, ma quando l’ho visto ho pensato che avremmo vinto”.
I rigori?
“Era l’unica cosa che non volevo. Quei rigori me li sono sognati tutta la settimana, ci siamo allenate tutti i giorni, li abbiamo battuti alla fine di ogni allenamento”.
Il rigore di Bernauer?
“Quando il pallone è entrato ho fatto uno scatto, mi sono dimenticata anche dei crampi. Non ci credevo, non mi sembrava vero. Ancora sto realizzando”.
Le emozioni della vittoria?
“Vedere mio padre piangere, lui che aveva paura che non riuscissi a crescere dopo la mia scelta di venire alla Roma. Lui non era convinto, io gli dissi che volevo vincere con la Roma. Vederlo piangere mi ha emozionata. Penso a che favole è stata, nel giorno di Agostino, l’ultimo di Betty sulla panchina, vincere una Coppa Italia è stato come una favole, come quelle cose che non possono succedere perché sono troppo belle”.