Ce lo ricordiamo tutti l’ingresso clamoroso della Juventus nel mondo del calcio femminile, tra festeggiamenti e polemiche. Il club bianconero aveva infatti acquisito il titolo sportivo dal Cuneo, così da poter accedere direttamente alla Serie A. Inoltre, grazie a finanze ben diverse da quelle di altre società, aveva “strappato” al Brescia Femminile gran parte delle sue calciatrici più dotate: Sara Gama, Barbara Bonansea, Martina Rosucci, Valentina Cernoia, Cecilia Salvai e Martina Lenzini. Da questa incredibile schiera di top player era però rimasta esclusa una delle migliori: Cristiana Girelli.
È stato un momento difficile, per la leonessa numero 10: al dispiacere per la perdita delle compagne si sommava quello di non essere stata chiamata a sua volta a far parte della nuova squadra. È l’inizio di una storia di odio-amore, che avrebbe caratterizzato per tutta la stagione il rapporto di Cristiana Girelli con la Juventus Women.
In un’intervista pubblicata su Tuttosport a qualche mese dall’inizio del campionato, Cristiana Girelli aveva confessato di essere da sempre juventina e di aver sofferto per non essere stata chiamata a far parte del club bianconero: “In estate non mi hanno chiamata: all’inizio rosicavo un po’”, aveva ammesso. Di fronte a questa piccola delusione, è scattata la voglia di reagire e di avere la propria rivalsa sul campo, per sé e per tutto il Brescia.
Impossibile scordare – per chi c’era – le lacrime trattenute a fatica nello sguardo di Cristiana Girelli al termine del primo scontro diretto, concluso con un secco 4-0 per le bianconere. Era stata una partita complicata, sicuramente condizionata psicologicamente dal confronto con tante ex compagne di squadra: “Perdere è sempre una possibilità, ma non mi sarei mai aspettata un 4-0”, aveva confessato il capitano del Brescia in sala stampa. E in riferimento alle ex leonesse, sue compagne di Nazionale e amiche nella vita, aveva detto commossa: “Il bello del calcio è che unisce, ma a volte divide anche”.
Certo, se la Juventus poteva sembrare la grande favorita della stagione, il Brescia avrebbe fatto di tutto per darle filo da torcere: le leonesse si sono dimostrate di fatto le avversarie più temibili e accanite per la Juventus Women, che proprio dal Brescia è stata sconfitta per la prima volta (al ritorno) e poi nuovamente ai quarti di Coppa Italia. Lo spareggio finale per lo Scudetto, concluso ai rigori in favore delle bianconere, ha dimostrato una sola cosa: che la squadra Campione d’Italia può essere solo una,ma che il Campionato è stato di entrambe.
Quando, circa un anno fa, Martina Rosucci era stata chiamata a far parte della Juventus, Cristiana Girelli le aveva rivolto queste parole: “Tra i vari saluti, questo per me è il più difficile da dire, da accettare. Mi piace però pensare che calcisticamente sia un arrivederci”.
È andata proprio così: quell’addio di un anno fa non era che un arrivederci. Ieri, dopo la notizia ufficiale del suo trasferimento alla Juventus, il primo numero 10 della storia bianconera al femminile sfogava finalmente la sua gioia: “Chi mi conosce sa cosa significa per me questo giorno: non vedo l’ora di cominciare!”. Il bello del calcio è che divide, ma a volte unisce anche.
Purtroppo è verissimo che lo scudetto è solo di una squadra, anche se la lotta per la vetta del campionato è stato equilibratissima, allora è compito di chi ama il calcio ricordare che se lo scudetto è stato della Juve, a meritarlo erano state Juve e Brescia. Perché, magari non sarete d’accordo, chi ama il calcio segue il calcio femminile, il resto è campanilismo.