L’inizio del nuovo anno non è nato sotto una buona stella per il calcio femminile italiano.
Il Covid-19 ha fermato la Serie B per tutto il mese di gennaio, dato che molte squadre hanno avuto a che fare con numerose positività ad un virus che continua a non lasciarci in pace. Domenica le ragazze della cadetteria riassaporeranno finalmente il gusto dell’erba verde e della palla da far rotolare. Sicuramente la gestione della Federazione su questo campionato è stato corretto, e ora dobbiamo far parlare il campo, e goderci, come abbiamo sempre fatto, il girone di ritorno e il recupero delle ultime due gare di andata.
Stessa cosa vale per i campionati di Eccellenza e Promozione che, purtroppo, hanno dovuto rimandare a fine mese la ripartenza della stagione, con la speranza che, almeno stavolta, possa arrivare alla fine. Sarebbe ingiusto vedere queste ragazze che, nonostante lavorano o studiano, vogliano proseguire la passione per il calcio, e farla concludere sarebbe un bel segnale per il movimento femminile.
La Serie C, invece, ha stupito tutti, perché nella terza serie nazionale femminile si è deciso di andare avanti, ma questo ha fatto rimandare un sacco di incontri, azzoppando di fatto questa parte di stagione. Questo però rischia di falsare, e non poco, il campionato, perché ora molte squadre hanno tante partite da recuperare nel giro di poche settimane. Forse bisognava almeno fermare la C per almeno due o tre giornate, e magari ricominciare con le formazioni messe allo stesso livello, non di avvantaggiare uno o l’altro club. Il Dipartimento Calcio Femminile della Lega Nazionale Dilettanti dovrebbe fare un’accurata riflessione.
Così come dovrebbe fare un’importante osservazione la stessa Lega commissariata da Giancarlo Abete, la quale ha avuto, visto che la FIGC ha concesso alla LND di fare ancora calciomercato fino al 10 febbraio. Il problema è che le operazioni di mercato le faranno solamente le squadre di calcio maschile. Quelle femminili sono escluse. Perché?