In casa Padova Femminile, team della Serie A di calcio a 5, a mettersi in mostra nell’ultimo turno è stata Cristina Garcia. Il giovane portiere, fresca di esordio nella massima serie, ha rilasciato qualche parola ai microfoni del club biancoscudato:
«Domenica è stata la mia partita di esordio in serie A, sono con il Padova da più di 10 anni e il fatto di partire dalle giovanili e passare poi al calcio a 5, quindi un’altra realtà, ma con gli stessi princìpi, con gli stessi valori, con lo stesso tipo di progetto e percorso, comunque mi ha fatto ricordare di essere a casa. Fare la scalata dalla serie D, quindi vedere proprio la crescita della squadra, per poi arrivare in serie A, è stato un percorso lungo, difficile, bello, emozionante e che mi ha dato molto.
Quest’anno sapevamo tutti che non sarebbe stato facile e difatti non lo è. Abbiamo quattro partite per dimostrare chi siamo e per dimostrare che ce la possiamo fare. Poi qualsiasi sia il risultato, noi sappiamo che abbiamo dato il nostro meglio e il nostro percorso non può essere considerato una bocciatura. Dobbiamo essere orgogliose di esserci.
In più, per me è un’emozione unica sapere di giocare in una categoria così, con delle compagne di squadra e delle avversarie di un calibro del genere. È motivo di orgoglio ed emozione sapere di avere di fianco, durante gli allenamenti e la domenica in partita, giocatrici di livello internazionale, direi che per me è stimolante.
Contro il Tiki Taka sapevamo benissimo che sarebbe stata una partita difficilissima e sul campo si è dimostrata tale. Penso che nel primo tempo abbiamo avuto tante difficoltà a scendere in campo, abbiamo forse avuto paura dell’avversario e non ci siamo fidate di fare le nostre giocate.
Nell’intervallo, in spogliatoio, ci siamo guardate in faccia e quello che ci siamo dette è stato di renderci onore.
Penso che nel secondo tempo sia arrivata la nostra reazione, sia a livello difensivo che a livello di testa. Ci siamo rialzate mentalmente ed è stato bello vedere la squadra maturare nel corso della partita. Questo è quello che penso anche di ogni allenamento: ognuno di noi impara qualcosa e poi lo mette in campo subito dopo, perché non abbiamo tempo.
Capisco che dall’esterno sia difficile da comprendere, perché la classifica parla chiaro, ma dentro di noi ciascuno è consapevole: sappiamo quali sono i nostri errori, sappiamo quanto stiamo lavorando e soprattutto sappiamo che siamo rimaste in poche a lottare.
Adesso la nostra testa è alle ultime quattro partite che decreteranno il nostro destino. Ci siamo promesse di andare avanti fino alla fine a testa alta, di affrontare qualsiasi problema insieme e per una volta vorrei dire di non guardare più i numeri, ma di guardare quanto ci mettiamo di noi stesse in campo. È così che dobbiamo giocare le ultime quattro partite: dare tutte noi stesse per la squadra, al di là dei risultati al di là di tutto».
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