Credit Photo: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La partita che ha visto protagoniste le Juventus Women e l’Olympique Lyonnais si è conclusa con una sconfitta per 4 reti a 2 ai danni delle bianconere. Al termine, l’allenatore delle Juventus Women Massimiliano Canzi e la ritrovata Martina Rosucci, tornata a calpestare il terreno di gioco dopo 559 giorni per via di un tremendo infortunio, hanno entrambi rilasciato un’intervista rispettivamente sul match e sul rientro, importantissimo anche in funzione della rosa delle bianconere.

Canzi ha subito sottolineato quando la sconfitta sia stata netta, e che anche una partita amichevole può essere una cartina tornasole capace di evidenziare pregi e difetti di una squadra: «Il risultato, che è l’unica cosa che conta in questo sport, è negativo e quindi torniamo a casa e ci lecchiamo le ferite: se è vero che ogni volta che si perde, si impara, allora in un match amichevole come questo ci è stato insegnato tanto», ha cominciato. Le Juventus Women avevano già affrontato il Lione in precedenza, ma l’attuale rosa bianconera è quasi del tutto cambiata rispetto alle partite di Champions League del 2022 e, quindi, solo alcune delle calciatrici presenti, una su tutte Cristiana Girelli, avevano già avuto occasione di misurarsi con questo tipo di avversarie; per le altre, di fatto, è stata una partita di estrema importanza andando quasi ad assaggiare “una partita di Champions”.

L’allenatore bianconero è andato più a fondo nell’analisi della partita, che è stata solo a sprazzi positiva per le Juventus Women, in quanto la formazione avversaria ha tenuto il pallino del gioco ed è riuscita a intimorirle e a schiacciarle per quasi tutta la partita: «Abbiamo perso tanti duelli, ma lo sapevamo che sarebbe potuto accadere contro una delle squadre più forti al mondo», ha infatti dichiarato, sottolineando comunque il valore del Lione, squadra che non deve mai essere sottovalutata e che, anzi, riesce a creare dal niente occasioni per colpire chi ha di fronte proprio nel suo punto debole. Nel male, però, l’allenatore ha trovato un lato più che positivo: «La cosa positiva è che un gruppo senza personalità questa gara la straperde, invece noi abbiamo avuto la giusta reazione. Non abbiamo mollato fino alla fine: è l’aspetto comportamentale che mi interessa. Al tempo stesso però, nonostante il valore dell’avversario, potevamo fare risultato e questo deve farci capire su cosa lavorare», il gruppo c’è e la mentalità vincente di provare a riscattarsi anche, ma manca quel guizzo capace di mantenere una certa continuità per tutto il match, cosa che si era vista anche contro il Sassuolo.

«Tra le cose positive poi c’è il ritorno in campo di Martina Rosucci: sono molto contento di essere l’allenatore che ha assistito dalla panchina a un momento del genere. È ancora lontana dalla condizione migliore, però è in grande ripresa e sarà sempre più centrale», ha concluso parlando di una calciatrice che è sempre stata al centro del progetto e che potrà finalmente tornare a essere determinante, anche se sicuramente ci vorrà un po’ di tempo prima che questo avvenga data la rilevanza dell’infortunio da lei subito.

La stessa Martina Rosucci è stata intervistata: «Quando ho sentito il mio nome e la frase: “Entri in campo tra 10 minuti”, ho sentito un’emozione che non provavo da tempo. Sono contentissima di aver ripreso a giocare, anche se in amichevole, contro un avversario così importante», ha detto la numero 8 bianconera che, come Cristiana Girelli, aveva già preso parte alla doppia sfida contro il Lione e che, quindi, aveva saggiato di persona la forza delle avversarie.

Ha poi concluso la sua dichiarazione dando carica a sé stessa, alle compagne e alle tifose e tifosi che hanno atteso con impazienza il suo ritorno, lasciando ben sperare per la stagione che è appena cominciata: «Mi sono finalmente sentita in grado di dare una mano alle mie compagne, adesso aspetto con grande entusiasmo il mio ritorno in campo in una partita ufficiale per scrivere la parola “fine” a questo lungo recupero e scrivere l’inizio di una nuova avventura.»

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.

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