È online, sulla pagina Instagram del Napoli Femminile, il quarto appuntamento con #uNAsolapassione, il format sponsorizzato da Aon Italia nel quale le ragazze raccontano i propri sogni e sacrifici. In questo episodio la protagonista è Alexandra Huynh, difensore centrale e terza australiana ad aver firmato con la squadra partenopea. La giovane calciatrice ha subito mostrato in campo abilità tecniche e forza fisica, mettendosi in gioco nella sua prima esperienza europea ben cosciente del fatto che il calcio è un tassello importantissimo della sua vita.
“Da quando sono bambina ho sempre voluto fare la calciatrice. Quando poi a 10 anni ho visto il film ‘Sognando Beckham‘ davvero ho capito che era quello il mio sogno: volevo andare in America, giocare a calcio in un college e poi diventare una calciatrice professionista“.
Ha poi dovuto affrontare alcune difficoltà, come quella di doversi affermare in un mondo sportivo prettamente maschile, ma non hai mai rinunciato a quel desiderio innato:
“Non ricordo di aver visto molti modelli femminili in tv, quindi ho sempre immaginato di giocare nelle squadre maschili. Poi a 14 anni ho visto la Coppa del Mondo femminile e mi sono resa conto che anche come donna avrei potuto fare sport ad alti livelli. Comunque non pensavo che potesse essere il mio unico lavoro, perché non pensavo potessimo essere pagate per farlo. Anche solo un paio di anni fa la paga in Australia era davvero bassa, tutte avevano un altro lavoro e poi venivano ad allenarsi. Impossibile pensare di poter lavorare full-time e giocare da professioniste, impedisce di creare un sistema in cui possiamo emergere. In Italia ora riusciamo a focalizzarci solo sul giocare a calcio, possiamo solo allenarci, dare il nostro meglio e poi avere il tempo per recuperare come fanno gli atleti professionisti”.
Prova una grande senso di gratitudine verso questo sport che è pura e sincera passione. Il calcio le ha dato tanto e ha avuto anche la fortuna di condividere questo amore con una persona a lei molto cara:
“Sono davvero grata al calcio per essere stato il veicolo che mi ha permesso di viaggiare tantissimo, in quasi 20 paesi. Ho potuto esplorare diverse culture, vivere in ambienti diversi e conoscere persone che altrimenti non avrei mai incontrato. E poi ogni giorno, in allenamento, mi ha dato l’opportunità di provare a essere la versione migliore di me, e di questo sarò sempre grata. Ho una sorella gemella, giochiamo anche nello stesso ruolo, quindi crescendo siamo sempre state la coppia di difensori centrali. È sempre stato divertente, anche se eravamo un po’ in competizione. A un certo punto abbiamo iniziato a volere cose diverse: io ho iniziato ad entrare in diverse squadre mentre lei ha perseguito una carriera diversa, occupandosi di Sport Management“.
Cosa c’è nel futuro di Alexandra Huynh?
“Nel 2030? Vorrei giocare ancora a calcio, mi piacerebbe poi diventare allenatrice. Impossibile che il calcio non faccia parte della mia vita“.