Il risultato non sempre conta, fondamentale è lo stile in cui lo si ottiene. E’ questo lo spirito che spinge la Salernitana Femminile, squadra iscritta al torneo di Serie A2 di calcio a 5 per il settimo anno di fila. La società capeggiata dal presidente Domenico Pizzicara, fiancheggiato dal direttore sportivo Francesca De Santis, si è messa in evidenza per un gesto dall’alto valore etico e sportivo, nonostante le tre sconfitte in altrettante gare giocate rimediate causa un rosa ridotta all’osso per le svariate positività che hanno colpito il team campano. Il quintetto allenato dal tecnico Antonio Pannullo, inserito nel gruppo D della seconda serie nazionale, domenica mattina, alle ore 11:00, era di scena in terra siciliana. Le granata, care al capitano Raffaella Di Bello, sono state protagoniste di un episodio che si dovrebbe vedere con molta più frequenza su ogni campo di calcio.
Nelle battute conclusive della sfida conclusa 2-2 tra il Team Scaletta e la Salernitana Femminile, che occupano le zone basse del raggruppamento D, Alessandra Lisanti, pivot classe 1989 che in passato ha accarezzato anche la maglia della Nazione di calcio a 5, si è messa in evidenza per con un gesto di grande lealtà sportiva. La calcettista con il numero 10 sulle spalle andata in rete nel corso della ripresa , infatti, nonostante la gara in bilico, tra due squadre in piena lotta per allontanarsi dai bassi fondi della classifica, non ha esitato a mostrare tutto il suo fair play. L’arbitro aveva espulso una calcettista siciliana, per una presunta simulazione, ma l’atleta granata, spinta dal lato più bello che regala lo sport, ha sottolineato alla direzione di gara di aver commesso realmente un fallo. L’ammissione della stessa Lisanti, quindi, in uno scontro diretto per tirarsi fuori da una posizione di classifica precaria ha portato il direttore di gara a tornare sulla sua decisione iniziale. Queste le parole che la stessa atleta ci ha rilasciato a poche ore dalla gara di domenica.
Alessandra sei stata protagonista di una scena da mostrare a chiunque voglia avvicinarsi allo sport. Ci racconti cosa è accaduto?
“Eravamo nei minuti conclusivi della gara sul parziale di 2-2: il Team Scaletta aveva deciso di giocare con il portiere in movimento e stavano attaccando. Sul loro giro palla vado a chiudere sulla calcettista siciliana, all’altezza della linea del fallo laterale. In un contrasto col pallone spingo leggermente la mia avversaria che nel frattempo cade a terra. Sento il fischio dell’arbitro, a due passi da noi, e vedo sventolare un cartellino giallo. Ho pensato subito che avesse ammonito me e fischiato quella leggera spinta. Dopo pochi secondi però vedo estrarre dal direttore di gara anche il cartellino rosso. La ragazza della squadra avversaria era infatti già stata ammonita, nel primo tempo, e l’arbitro aveva decretato la sanzione dell’espulsione per una presunta simulazione da parte sua, invitando quindi la calcettista siciliana a lasciare il campo”.
A quel punto quale è stata la tua reazione?
“Comprendo subito l’equivoco. Una calciatrice del Team Scaletta corre prontamente verso l’arbitro per protestare, ma lo stesso non cambia idea. A quel punto mi avvicino e ammetto, senza problemi, di aver toccato nell’incrocio la mia avversaria che quindi, visto il leggero contatto, non aveva simulato ma era stata leggermente spinta da me. L’arbitro ha ascoltato quanto ho avuto da dirgli e si è dimostrato comprensivo, ha ammesso di aver sbagliato sulla base di quello che gli ho dichiarato. Quindi le ragazze del Team Scaletta si sono recate nello spogliatoio a richiamare la ragazza da poco espulsa”.
Cosa ti hanno detto avversarie?
“Per questo gesto ho ricevuto gli elogi e i ringraziamenti di tutte loro, in particolare della ragazza protagonista dalla decisione ingiusta. Tutto il loro staff, è venuto interamente a stringermi la mano e a complimentarsi e anche le mie compagne ed il presidente si sono congratulate. Non ho sinceramente pensato alla delicatezza della partita per trarne vantaggio, che avremmo potuto avere con un’effettiva in più in campo. Per me è stato un gesto naturale. Ho fatto quello che ho avvertito senza tenere conto del risultato”.