Umberto Calcagno, il Presidente dell’ Associazione Italiana Calciatori (A.I.C.), nell’attesa del Convegno medico scientifico ed una tavola rotonda, del 4 Marzo a Milano (dalle ore 15,30, al Talent Garden Studios di Milano -via Arcivescovo Calabiana, 6), dove saranno approfonditi i più importanti temi che contribuiscono a definire la specificità dell’attività sportiva praticata da una donna, ci ha rilasciato una breve intervista in esclusiva.
Un anno di professionismo al femminile in Italia, dopo un passaggio -da lei definito epocale- le aspettative erano queste? “A mio modo di vedere il professionismo è riuscito non soltanto a dare i giusti diritti, e la dignità professionale alle calciatrici, ma è riuscita anche a fare da traino a tutto il Movimento”.
Ci può in anteprima tracciare un breve bilancio, a suo avviso con dati reali, di questo periodo calcistico? “Sotto l’aspetto qualitativo del nostro campionato c’è una differenza veramente importante, questo non solo per il Professionismo ma anche da il percorso che si è fatto con la Federazione e le altre componenti Federali: abbiamo una Serie A, a dieci squadre, sono state fatte delle riforme proprio nell’ottica di migliorare la qualità e di un prodotto che oggi vediamo piacevolmente in televisione, non dimentichiamo anche il grande contributo della Nazionale maggiore- che ha fatto da traino dal 2019- e le ultime prestazione in Nations League, ci ha portato nel posto in cui ci compete”.
Quali sono gli obiettivi principali dell’AIC per promuovere lo sviluppo e migliorare il valore sportivo e mediatico delle calciatrici in Italia? “Il passo fatto quest’anno sia entrata anche “Dazn” e con il fatto che sia un accesso più semplice si queste piattaforme che siamo abituati ad utilizzare, credo che sia stato un grande passo in avanti. Tutto ciò che potremmo fare di più, per migliorare la qualità, debba anche guardare al mondo di base. Oggi mio auguro, o meglio ne sono convinto, che i settori giovanili faranno il grande salto di qualità. Lo stiamo già vedendo con le 2005-6 che sono nate e cresciute nel settore giovanile delle Società professioniste. Non dobbiamo scordarci che lo splendido gruppo che hanno costituito l’ossatura della nostra Nazionale, degli ultimi dieci anni, arriva da un gruppo di 14 anni che alla sera faceva sacrificio: si allenava in un contesto che non era un settore giovanile, non era una prima squadra, quindi a livello tecnico ed anche a livello fisico di preparazione atletica era molto difficile. Sono convinto, anche se non sarà semplice che questo salto arriverà!”.
Quali sono le iniziative attuali dell’AIC per migliorare le condizioni sportive, della sicurezza e la salute, nonchè l’ alimentazione equilibrata e personalizzata delle calciatrici professioniste in Italia? “Ci sono già stati due Convegni a riguardo per la salute dei calciatori, e stiamo appunto sviluppando questo di Milano, dove siamo impegnati nelle ricerche scientifiche sugli atleti ed oggi è ormai da un anno che stiamo lavorando su quello che è la specificità del mondo al Femminile. Il nostro “Convegno” del 4 Marzo è appunto incentrato su queste situazioni”.
Come l’AIC collabora con le istituzioni nazionali e internazionali per offrire alle calciatrici in Italia una prospettiva sempre crescente del movimento? “Tutto ciò che abbiamo ottenuto su base Nazionale è nato dalla collaborazione di tutte le altre componenti federali: professionismo e non solo, anche ciò che si è sviluppato con il Club Italia ed un grande apporto della Federazione. Oggi la professionalità c’è l’abbiamo in Serie A ma si è anche avuta tutta una riorganizzazione del Club Italia. Siamo anche presi come a modello “da imitare” in questo, se dieci anni fa a livello internazionale dovevamo guardare gli altri, ad oggi sono glia altri che guardano noi. Il sistema di regole e tutele che abbiamo messo in piedi è tra i migliori al mondo”.
Da un recente report della FIGC è emerso che considerando la dimensione sportiva, che le calciatrici tesserate per la FIGC sono sempre in forte crescita con un aumento del 13.8%, post Covid, questo è frutto del professionismo femminile secondo lei? “Anche, afferma il Presidente in chiusura, credo che sopra tutto nelle grandi Città dove il Calcio Femminile si è consolidato c’è un trend che ci fa vedere quanto sia trainate questo professionismo, dall’altra ci dovremmo concentrare sulla base del Movimento (che ha avuto si un miglioramento) ma occorre più impegno e sforzi in questa direzione per essere ancora superiore. Dobbiamo fare in modo che la massima serie non si spacchi troppo da tutto il resto del Movimento e faccia da traino poiché dobbiamo allargare il numero delle tesserate in Italia”.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la disponibilità del Presidente Umberto Calcagno, per il suo tempo e disponibilità, dandole appuntamento a Milano dove certamente ci potrà illustrare al meglio tutte le iniziative dell’ A.I.A.