Per parlare del motivo per il quale Manuela Giugliano è stata eletta miglior giocatrice del mese di novembre, dobbiamo partire da un’istantanea.
Dobbiamo volare con la mente a Monaco, al novantesimo minuto di FC Bayern Frauen – AS Roma, partita valida per il Gruppo C di UEFA Women’s Champions League.
Il gol di Giugliano regala un pareggio di importanza cruciale alle giallorosse e lei losa. Segna, corre insieme alle compagne verso il settore ospiti, spalanca le braccia, rimane in quella pozione per qualche secondo e si gode ad occhi aperti un gruppo di tifosi in visibilio dopo una lunga trasferta di 914 chilometri.
Per riassumere la stagione di Giugliano fin qui basterebbe scomodare i numeri per capire che 4 gol e 4 assist in 10 partite di campionato raccontano la media di una giocatrice in stato di grazia. Per non parlare delle tre reti segnate in quattro partite di Champions League, o il gol e l’assist in Nazionale nei recenti impegni di Nations League contro Svizzera e Spagna.
Tuttavia, i numeri a causa della loro natura priva di qualsiasi riferimento irrazionale, non rendono giustizia a quella che, ad oggi, sembra la migliore stagione nella carriera della 10 giallorossa.
Complice una posizione in campo più avanzata rispetto alle precedenti stagioni, Giugliano disegna, ispira e concretizza geometrie in grado di arrivare agli occhi di chi osserva sotto forma di magia. In fondo, quella di Manuela Giugliano, è una storia che con la magia ha molto a che fare.
Erede di un numero, il 10, avvolto da un’aura di sacralità in una piazza come Roma, Giugliano in giallorosso sostiene il peso di un simbolismo così forte nell’unico modo davvero possibile: producendo, senza sosta, bellezza ad ogni tocco.