Non avrebbe mai immaginato, dopo aver arbitrato partite del campionato del mondo e semifinali di Champions League, oltre a migliaia di gare in giro per il mondo, di ritrovarsi un giorno a diventare l’event coordinator della finale della Women’s Champions League italiana, la prima sul nostro territorio. E invece Roberto Rosetti, notissimo direttore di gara internazionale, tra i migliori della storia tricolore dei fischietti, giovedì sera al Mapei Stadium si troverà ad ammirare il grande lavoro che lui stesso, assieme allo staff della Figc e della Uefa, ha messo in piedi per la grande manifestazione che Reggio Emilia ospiterà ormai tra poche ore. In arrivo proprio quest’oggi in città, l’abbiamo intercettato per farci spiegare tutti i dettagli del percorso di avvicinamento alla finale tra Lione e Wolfsburg, che in realtà rappresenta tanto altro per il calcio femminile italiano. ”Tutto è cominciato con la proposta del dg della federazione, Michele Uva, nell’ottica di lanciare nel miglior modo possibile il calcio femminile nel nostro paese. C’era bisogno di un forte impulso per avvicinarci a paesi scandinavi, del nordamerica, o le stesse cugine Germania, Francia e Inghilterra. Per la nostra tradizione calcistica, non dobbiamo essere da meno”.

Partiamo proprio da questo. Quanto c’è bisogno di lavorare per inculcare una certa mentalità e avvicinare la gente al pallone in… rosa?
”Parliamo di abbattere vere e proprie barriere culturali. Le faccio un esempio: una delle mie due figlie, Federica, è l’unica della classe a voler giocare a calcio. In quanto tale, i compagni non le passano il pallone e viene considerata una mosca bianca. Di conseguenza, qualsiasi ragazza può sentirsi discriminata o vergognarsi anche solo a chiedere di giocare. Se penso che negli Stati Uniti tutte le giovani hanno un pallone tra i piedi, penso che ci sia qualcosa che non va. Dobbiamo valorizzare gli elementi positivi che porta lo sport più amato in Italia, ma una strada c’è…”.

Quale?
”Il settore giovanile scolastico sta svolgendo un lavoro enorme per questa finale e non solo ovviamente. Parlando di giovedì, avremo oltre 2mila studenti di Reggio e provincia coinvolti, lo stadio sarà ricco di bambini e bambine e questo sarà un messaggio bellissimo che porteremo per una vera festa di sport. Non sarà solo l’evento in campo, ma tutto il contorno quello che farà la differenza, a partire dal “Women’s Grassroots Festival” che si svolgerà nel piazzale del Mapei Stadium, con le finali del torneo dedicato che porteranno poi tutti i protagonisti a vedersi premiati in campo, prima di assistere alla partita”.

Parlando di freddi numeri, cosa si aspetta?
”Il mio obiettivo è intanto vedere lo stadio pieno di giovani, ma siamo fiduciosi perchè le stime ci indicano che avremo almeno una base di 15mila spettatori. Un pubblico che avrà la possibilità di ammirare lo spettacolo delle frecce tricolori, che abbinate alla città dov’è nata la nostra bandiera faranno un effetto straordinario, oltre a quello degli sbandieratori con il gemellaggio tra gli artisti fiorentini e quelli di Quattro Castella. E credetemi, non è stato facile averli perchè il protocollo Uefa su queste cose è molto rigido…”.

La giornata però comincerà molto prima…
”Sì, alle 14.30 avremo un incontro molto atteso al centro Malaguzzi, che ho voluto personalmente per radunare tutti gli arbitri della regione. Pensate, ci saranno anche Pierluigi Collina e Nicola Rizzoli, la storia moderna dei fischietti a livello mondiale, oltre al presidente Marcello Nicchi. La risposta è stata straordinaria, con pullman prenotati da tutta Italia e, in pratica, ci hanno costretto a prenotare tutto il Malaguzzi, non solo metà come pensavamo inizialmente”.

Reggio come ha risposto sul piano della partecipazione?
”Mi aspetto tanto dal pubblico giovedì sera, in quanto nella vostra città ho percepito un’aria difficile da trovare da altre parti. La qualità della vita è super e debbo dire che il Comune ci ha aiutato moltissimo, con il sindaco Vecchi che ha creduto enormemente in questo evento, e il Sassuolo che ha dato un contributo fondamentale per far sì che la finale arrivasse a Reggio. E’ un’opportunità enorme per tutti e se qualcuno pensa che sia stato facile ottenere l’organizzazione di una finale di Champions League, si sbaglia di grosso…”.

Arbitrerà una ragazza ungherese…
”Giovane, 31 anni, molto preparata e brava nelle tre gare di Champions dirette quest’anno. Come arbitro di riserva ci sarà la nostra Lucia Abruzzese, una delle più brave assistenti di Lega Pro e sarà Silvia Spinelli a gestire la squadra dei fischietti. Anche il loro lavoro sarà fondamentale, come quello di tutte le persone che hanno lavorato a questa finale. Sono decine, centinaia se ci allarghiamo alla Uefa. Le voglio ringraziare idealmente tutte quante”.