La vittoria per 1-0 contro il St. Pölten di giovedì 18 gennaio nel recupero della 4a giornata della UEFA Women’s Champions League, ha sancito una notizia importante: lo Slavia Praga è una squadra che sta pian piano costruendo un progetto internazionale, attraverso la ricerca di un gioco offensivo, fatto di pressing e corsa.

Storicamente, la 1. Liga è un campionato che per ora non ha avuto squadre di particolare respiro europeo. Pur essendo fisiche e difendendo chiudendo gli spazi, puntando sulle ripartenze, Slavia e Sparta Praga (e nelle ultime due stagioni anche lo Slovácko) non hanno mai avuto altre qualità. Tra i fattori, anche la poca attrattività del torneo per le calciatrici straniere, una volta attratte da Lione, Bundesliga e Damallsvenskan, e ora da WSL e – in misura decisamente minore – Serie A.

A partire da questa stagione però, lo Slavia Praga di Karel Piták vuole non solo diventare una squadra che si qualifichi con regolarità alla fase a gironi della Champions League, ma vuole anche alzare il suo livello per cercare di conquistare qualche piazzamento di maggior caratura. Dunque, pressing e atletismo stanno diventando qualità proprie anche delle squadre di fascia media, a dimostrazione che il calcio femminile sta crescendo di livello in ogni settore.

Certo, le buone prestazioni delle ultime tre giornate non cancellano il 9-0 incassato con il Lione all’esordio stagionale, oltre ai gol divorati e alcune sviste difensive nelle sfide contro Brann e St. Pölten. Servono comunque a darci l’idea di una squadra in crescita sotto ogni profilo. Infatti quella di giovedì è stata la prima vittoria dal ritorno della fase a gironi, la prima a svolgersi in gare di andata e ritorno.

UN EXCURSUS SULLE AVVENTURE IN CHAMPIONS DELLE SQUADRE CECHE

In Champions League, tradizionalmente, lo Slavia Praga ha vissuto all’ombra delle rivali dello Sparta, che prima della stagione 2014-15 – quando entrambe le prime due squadre della 1. Liga hanno avuto accesso alla competizione – ha partecipato per ben 11 edizioni, 9 delle quali consecutive, conquistando i Quarti di Finale nel 2005-06. Le Biancorosse invece, avevano partecipato sia nel 2003-04 sia nel 2004-05, senza mai superare il primo scoglio. Dal 2014-15, il trend si è invertito, con le Bílo-červený che si sono piano piano trasformate nella squadra di riferimento, conquistando i Quarti in tre occasioni, venendo poi eliminate da Lione (’15-’16), Wolfsburg (’17-’18) e Bayern Monaco (’18-’19).

IL VECCHIO STILE DI GIOCO

Fino però ad un paio di stagioni fa (e ci riferiamo cioè all’edizione 2020-21 della manifestazione europea per club), lo stile di gioco era impostato sul “primo non prenderle”, difesa e contropiede. E con la Fiorentina, ai Sedicesimi, è stato palese, con lo Slavia che ha colpito sfruttando gli errori di piazzamento su un calcio di punizione al 39′ (gol poi di Persson) e sugli sviluppi di una rimessa laterale al 59′ (stavolta Divišová, a svettare su Zanoli). Al ritorno poi, la squadra di Michal Kolomazník sembra quasi si sia rifiutata di giocare, limitandosi ad intasare le linee di passaggio, peraltro riuscendoci per 94 minuti, venendo poi punita da Sabatino all’ultimo, sfruttando quegli errori della difesa che invece le Viola avevano pagato all’andata.

2022-23, IL PRIMO CAMBIAMENTO

Nella scorsa stagione, la società ha voluto compiere un salto in avanti, cercando soprattutto di agguantare l’accesso alla fase a gironi, sfruttando il Percorso Campioni, che di fatto poneva avversarie alla portata. Il primo passo, è stato il cambio alla guida tecnica, con Kolomazník rimpiazzato dall’ex giocatore della squadra maschile Karel Piták. Pur non avendo mai allenato nel femminile prima, il nuovo coach si è dimostrato pronto alla chiamata, conducendo la squadra ai gironi senza nemmeno farla sfigurare (in un raggruppamento comunque più abbordabile rispetto ad altri), e poi conquistando l’accoppiata campionato-coppa.

Pur non conquistando vittorie, lo Slavia è stata l’unica ultima classificata in grado di far segnare dei punti, incassando appena 8 reti e stoppando il Wolfsburg sullo 0-0 con le 13 parate di Olivie Lukášová, vera stella della squadra ceca. Piták non ha voluto stravolgere il proprio sistema di gioco, lasciando il 4-2-3-1 che effettivamente permette di esaltare le qualità della squadra. Manca però una cosa fondamentale, l’intensità di gioco, soprattutto nelle gare con il St. Pölten. La squadra punta ancora a difesa e contropiede, rimanendo passiva per gran parte degli incontri.

2023-24, LO SLAVIA DIVENTA TEMIBILE ANCHE IN EUROPA

L’attuale stagione, come anticipato nel paragrafo introduttivo, ha sancito la definitiva crescita delle Praghesi a livello europeo. La squadra, grazie a nuovi innesti, ora esprime una certa intensità, sfrutta meglio le corsie esterne e gli inserimenti, e soprattutto, mostra dinamismo e velocità, qualità che mancano a molti dei maggiori campionati (1. Liga e Serie A su tutti).

E la particolarità delle nuove arrivate, è che sono tutte giovani leve. A centrocampo sono arrivate Haleigh Stackpole – centrocampista britannica classe 2000, giunta in Biancorosso a gennaio 2023 – e Molly McLaughlin, americana e anch’essa centrocampista classe 2000, arrivata in estate dal North Carolina Courage. Il duo ha portato maggior movimento nell’area nevralgica del campo. Soprattutto Stackpole, che gioca sulla fascia, e si rende capace di inserimenti in area alle spalle della difesa, come quelli visti contro il Brann e contro il St. Pölten. McLaughlin, più mezzala, si occupa anche della fase difensiva.

Un po’ più “anzianotta” la statunitense con chiare origini cinesi Michelle Xiangting Xiao, difensore esterno classe 1997, altro acquisto prezioso per il respiro internazionale della squadra. Le sue corse a tutta fascia si sono rivelate fondamentali, e la sua presenza in entrambe le aree di rigore sta diventando una bella abitudine. L’esempio più chiaro nella sfida di giovedì, quando al 40′ ha obbligato Schlüter alla respinta, e poi al 74′ ha bloccato nell’area di porta una conclusione di Mädl.

A loro si aggiungono la velocità e la fisicità di Marjolen Wafula Nekesa, attaccante kenyota classe ’98, che ha ben figurato l’anno scorso, mentre quest’anno in Champions è parsa un pelo più in ombra, oltre alla già citata Lukášová, portiere classe 2001 alta 1 metro e 81 centimetri, sicurezza totale per la porta sia del club sia della Nazionale. Nonostante una campagna europea più sottotono rispetto alla passata edizione, ha comunque contribuito a difendere l’1-0 dell’ultima sfida.

Poi c’è il folto gruppo delle veterane, da Bendová a Krejčiříková, da Szewieczková a Khýrová (peraltro match winner della giornata), e soprattutto Martina Šurnovská, quarta nel 2014 nelle Olimpiadi Giovanili con la sua Nazionale di riferimento, la Slovacchia (così come Mikolajová, che gioca al St. Pölten) che peraltro ha deciso il primo dei quattro derby stagionali contro le rivali storiche. Sempre dalla Slovacchia, arriva Tamara Morávková, attaccante classe 2003 che per ora è impiegata come riserva di lusso, ma punta a ritagliarsi un ruolo sempre più importante. Un mix molto interessante, e che per il momento funziona.

QUALI OBIETTIVI FUTURI?

Ora la classifica del Girone B recita: Lione 10 (già qualificato ai Quarti), Brann 7, Slavia Praga 4 e St. Pölten 1, eliminato. La prossima giornata vedrà le Biancorosse affrontare il Brann, per quello che di fatto è uno scontro diretto per il secondo posto. All’ultima, la sfida con il Lione sembra proibitiva. C’è un precedente interessante, che risale come anticipato nel paragrafo storico, ai Quarti del 2015-16, con lo Slavia che pareggiò 0-0 al ritorno dopo essere stato demolito 9-1 nella gara di andata. In caso di vittoria contro il Brann, pareggio (o eventuale vittoria) con il Lione e sconfitta delle norvegesi con il St. Pölten, il miracolo qualificazione alla fase ad eliminazione diretta sarebbe clamoroso.

È ovviamente uno scenario troppo ambizioso, soprattutto perché la squadra della Toppserien ha dimostrato di meritare, e perché lo Slavia Praga deve comunque continuare ad investire nella squadra, cercando di diventare appetibile per le straniere. In più, occorrerà poi continuare su questa strada, affrontando anche avversarie più forti, cioè realtà come Benfica, Eintracht Francoforte, Häcken e Paris FC, per capire cosa bisogna fare per raggiungere determinati livelli. I segnali di quest’anno sono incoraggianti, ma poi occorrerà sviluppare una continuità a medio-lungo termine per porsi come squadra difficile da affrontare anche per le big Europee.

D’altronde è facile parlare di crescita se le avversarie sono di pari livello. Purtroppo la Champions League è stata (e sarà ancora) una competizione con poche sfumature, dove squadre come lo Slavia Praga affrontano squadre di un livello inferiore, per poi interfacciarsi sin da subito con le grandi big europee. E quei match obbligano la formazione a dover necessariamente giocare sulla difensiva. Sono invece le sfide contro realtà come Brann e St. Pölten a dare la possibilità alle squadre ceche di alzare il proprio livello di gioco. Poi, come detto, per parlare di crescita servirà aumentare il valore delle avversarie. Se non altro, dalla Repubblica Ceca arriva un messaggio forte e chiaro: lo Slavia c’è. Poi ci si aspetta lo stesso quantomeno da Sparta Praga e Slovácko.