E’ il simbolo del calcio femminile italiano, anche perchè non ha mai voluto abbandonare il proprio paese per aiutarlo a crescere in una disciplina che, a livello rosa, ha sempre faticato ma ora pare aver trovato una strada. Patrizia Panico, e scelta migliore non poteva esserci, è uno delle grandi testimonial della finalissima della Women’s Champions League, per la quale il count-down è ormai arrivato al termine, visto che alle ore 18 di giovedì 26 maggio comincerà lo spettacolo sul prato verde del Mapei Stadium con l’evento che l’Italia ospita per la prima volta nella storia.
L’attaccante della Fiorentina, con la quale sta andando a caccia proprio della qualificazione alla prossima Champions, ci spiega perchè gli appassionati, o anche i semplici curiosi, dovrebbero partecipare allo spettacolo che Reggio vivrà (con tanto di frecce tricolori) tra pochi giorni. “Da questa stagione è cominciato un percorso di cambiamento per allargare la base del nostro movimento – spiega Panico – E’ chiaro che chiedere subito i risultati sarebbe sbagliato, ma è importantissimo partire da un evento come questo o, ad esempio, dalla creazione del settore femminile nei club, come nel mio caso alla Fiorentina. La finale di Reggio è davvero un’opportunità enorme per tutto il movimento”.
La cornice del Mapei Stadium e del pubblico reggiano, quanto può dare ad una serata del genere?
“Ho giocato a Reggio con la nazionale al Mapei e con i club al Mirabello, ovviamente contro la Reggiana. Credo sia il luogo perfetto, c’è passione e credo che questo stadio, a misura d’uomo, possa dare un impatto visivo di altissimo livello. Tutt’altra storia sarebbe stato giocare in un impianto stile Mondiali del ‘90, anche per questo ci attendiamo di arrivare al sold out. Stiamo lavorando moltissimo sul piano della comunicazione, con la federazione che ha spinto molto e creduto nel progetto. Non chiediamo di avere la Merkel come lo scorso anno a Berlino, ma possiamo fare una bellissima figura”.
Lei ha cominciato nel Borussia… di Roma, e ha sempre vissuto la sua carriera in Italia, pur risultando uno dei più grandi bomber della storia europea del calcio femminile. Come mai?
“Ho avuto tante offerte, ma sono sempre stata dell’idea che, pur se avessi vinto qualche trofeo in più, avrei impoverito il movimento del nostro calcio. Già è difficile così, se poi i migliori talenti se ne vanno… Non ho rimpianti, credo sia stata la scelta giusta”.
Un pò d’invidia per quelle ragazze che giovedì sera si giocheranno la Champions per la quale lei non ha praticamente mai potuto lottare, è presente nel suo cuore? “In realtà sono anni che rosico – ride Patrizia – Scherzi a parte, ho sempre sognato di portarci una squadra italiana, a giocarsi quella finale. Sono arrivata in semifinale col Bardolino Verona e già quello fu un traguardo pazzesco per il nostro movimento, ma sono felice di tutto quel che ho fatto e ora con la Fiorentina, chissà che non possa tornare a giocarla…”.
La solita domanda: cosa manca al calcio italiano femminile per arrivare ai livelli delle squadre tedesche, francesi etc?
”Credo che il primo aspetto sia quello fisico. Tra i maschi probabilmente si nota meno perchè si sopperisce con tattica ed esperienza, ma siamo un popolo latino e soffriamo contro la maggior parte delle squadre di club rivali, o nazionali nel caso specifico. Ci manca la capacità di trovare soluzioni alternative, ma tutto deriva dal ritardo che abbiamo accumulato in questi anni nella costruzione di un vero movimento di alto livello; ci manca ancora parecchio, ma qualcosa si sta muovendo”.
La favorita per la finale?
“Sono due squadre che giocano un calcio diverso, ma vincente in entrambi i casi. Il Wolfsburg ha in Ramona Bachmann la stella che può cambiare la gara in qualsiasi momento, la svizzera ha davvero colpi da fuoriclasse; il Lione ha una serie di individualità straordinarie ed è abituata a giocarsi la fase finale, almeno negli ultimi 8 anni. Le francesi dovrebbero avere qualcosina in più, ma può accadere di tutto”.
E la nazionale azzurra, come sta?
“Credo che, considerando il numero di tesserate nel paese, la nazionale abbia sempre ottenuto ottimi risultati. E’ mancata la qualificazione al Mondiale, ma si sta facendo il massimo per il potenziale a disposizione e cogliere l’Europeo è l’obiettivo massimo. Dobbiamo crescere, ma arriveremo”.