Barcellona e Wolfsburg, entrambe ex vincitrici della UEFA Women’s Champions League, si affronteranno al PSV Stadium di Eindhoven, sabato 3 giugno alle ore 16:00 CET, per l’atto conclusivo dell’edizione 2022/23.
Vi raccontiamo gli spunti più interessanti della finale.
Il Barcellona vuole tornare a dominare in Europa
Il Barcellona, fresco vincitore del campionato, si presenta alla finale come favorito dopo la spettacolare cavalcata sospinta dall’incredibile tifo del Camp Nou. Le stesse parole si sarebbero potute scrivere anche l’anno scorso, quando il regno del Barcellona come campione d’Europa si concluse con una sconfitta per 3-1 contro il Lione nella finale di Torino.
Le blaugrana sembrano essere in missione per dimostrare che la debacle di Torino è stato solo un episodio che non intacca la loro posizione di club dominante in Europa negli anni 20 del 2000. E contro le Wolves – l’unico club che si è avvicinato al Lione negli anni 10 del 2000 – proveranno a dimostrare di essere all’altezza di raccogliere l’eredità del Lione sul palcoscenico europeo.
Barcellona – Wolfsburg: i precedenti
Semifinale 2021/22: Barcellona – Wolfsburg 5-3tot. (andata 5-1, ritorno 0-2)
Semifinale 2019/20: Wolfsburg – Barcellona 1-0 (partita secca, San Sebastián)
Quarti di finale 2013/14: Wolfsburg – Barcellona 5-0tot. (andata 3-0, ritorno 2-0)
Nell’andata della semifinale 2021/22 si è scritto un nuovo record mondiale dato che la partita del Camp Nou ha visto la presenza di 91.648 spettatori.
La squadra scritta per prima è quella che ha giocato l’andata in casa nel doppio confronto
Il Wolfsburg all’ombra delle grandi
Il Wolfsburg è alla sua sesta finale, appena un decennio dopo aver raggiunto la prima, ma in qualche modo sembra sempre un gradino sotto Barcellona Lione, Paris Saint-Germain e Chelsea nell’elite del calcio europeo. Ciò è particolarmente strano se si considera che il Wolfsburg ha raggiunto almeno i quarti in 11 stagioni consecutive, impresa che non è riuscita nemmeno a Lione e Barcellona (o chiunque altro). A livello nazionale ha vinto abbastanza da conquistare i record a lungo detenuti dal Frankfurt, avendo anche vinto più Coppe di Germania: dieci complessive di cui nove consecutive.
Negli ultimi anni ha anche perso stelle come Graham Hansen (passata al Barcellona) o Pernille Harder (al Chelsea), ma in squadra abbondano ancora i talenti, come Lena Oberdorf, Svenja Huth, l’attuale miglior marcatrice della competizione Ewa Pajor e l’intramontabile Alex Popp.
Il Wolfsburg ha vinto il titolo nelle prime due edizioni alle quali ha partecipato, nel 2012/13 (battendo in finale per 1-0 il Lione) e nel 2013/14 (superando 4-3 il Tyresö), ma da allora non ha più vinto, sebbene sia arrivato in finale nel 2016, nel 2018 e nel 2020 dove è stato sempre battuto dal Lione. Adesso per la seconda volta, l’OL non è l’avversario della finale e il Wolfsburg può sognare di ripetere quello che è successo quando ha affrontato una squadra diversa dal Lione: salire sul tetto d’Europa.
Analisi delle squadre
Il Wolfsburg ha meritato ampiamente di vincere contro Paris e Arsenal, ma forse i tifosi di questi club si domandano ancora cosa sarebbe successo se Marie-Antoinette Katoto o Beth Mead e Vivianne Miedema fossero state disponibili. Il Barcellona non ha assenze così importanti ora che Alexia è tornata, e ha dimostrato di avere opzioni più che valide anche senza di lei (accanto a Putellas, rimasta in panchina nel ritorno contro il Chelsea, c’erano Paralluelo, Geyse e Claudia Pina).
Riuscirà il Wolfsburg a diventare la terza squadra a impedire al Barcellona di segnare dopo l’Atlético il 25 gennaio 2020? Eppure proprio il Wolfsburg è quella che c’è riuscita le altre due volte prima dell’Atlético, entrambe in semifinale di Women’s Champions League, nella vittoria per 1-0 di tre anni fa a San Sebastián e nel successo per 2-0 della scorsa stagione nel ritorno in casa.
La retroguardia che ha impedito al Barcellona di segnare lo scorso aprile – Lynn Wilms, Kathrin Hendrich, Dominique Janssen e Felicitas Rauch – potrebbe partire titolare a Eindhoven, davanti al portiere Merle Frohms, rimasta in panchina nella finale del 2014, poi trasferitasi al Frankfurt e ripresa dal Wolfsburg nel 2022. Oberdorf, fulcro del centrocampo tedesco, potrebbe essere decisiva impedendo al Barcellona di praticare il suo classico gioco fatto di una ragnatela di passaggi se riuscisse a mantenere il possesso palla grazie alla sua straordinaria visione di gioco e all’intesa con Roord nella mediana.
Scardinare la difesa del Barcellona, presidiata da Mapi León e Irene Paredes, non sarà facile, ed è qui che l’astuzia e l’esperienza di Huth saranno preziose, insieme a Popp, che ha partecipato sia al precedente trionfo del Wolfsburg che a quello del Duisburg nel 2008/09.
L’anno scorso il Lione ha fatto in modo che i terzini del Barcellona di dedicassero più alla fase difensiva impedendo loro di spingersi in avanti, e per questo Huth e la giovane islandese Sveindís Jónsdóttir avranno un compito importante. Inoltre, se Graham Hansen è in giornata come nella semifinale contro il Chelsea (e anche nella finale del 2021), potrebbe regalare una serata da dimenticare al suo ex club.