Alessandro Spugna ha parlato alla vigilia di Roma-PSG, match day 4 di Women’s Champions League. Ecco le sue parole.
“Iniziamo dalla prima parte della domanda. Il livello di convinzione è alto. Siamo lì, siamo competitive in un gruppo molto difficile, ora siamo seconde e il girone ci dice che oggi passeremmo il turno. Le abbiamo affrontate tutte e tre, abbiamo affrontato tre grandi squadre, con caratteristiche magari differenti, però tre squadre importanti. La cosa che ci piace e ci fa ben sperare sono le tre prestazioni che abbiamo fatto. Anche nella sconfitta di Parigi usciamo da un campo difficile facendo una grande prestazione, soprattutto nel secondo tempo. E questo ci fa ben sperare. La convinzione di provare a passare il turno è sicuramente molto alta. Come dissi quando uscirono gli accoppiamenti, se arriveremo all’ultima giornata con la possibilità di passare, significherà che abbiamo fatto un grande girone. In questo momento stiamo facendo un grande girone. Dobbiamo giocarci la nostra partita, cercando di fare il risultato massimo, in casa nostra, giocandoci le nostre possibilità. Ma come abbiamo sempre fatto, anche a Parigi siamo andati per vincere la partita, poi gli episodi ci hanno detto il contrario, ma questo può accadere. Per quanto riguarda il rigore, vedremo. Ci sono più rigoriste nella rosa”.
Mercoledì sarà la vostra ultima partita del 2023. Che anno è stato per voi? E quella con il PSG può essere definita una finale di Champions?
“Il bilancio è assolutamente molto molto positivo. In questa prima parte di stagione abbiamo vinto tutte le partite di campionato, non era mai successo. Significa che siamo cresciute tantissimo. Stiamo affrontato un girone di Champions di livello superiore rispetto a quello di un anno fa. E il fatto che ce lo stiamo giocando, che siamo seconde, significa che stiamo crescendo anche in Europa. Il bilancio è assolutamente positivo. C’è stato l’inserimento di tante calciatrici nuove, che si sono inserite benissimo. Si può migliorare ancora. Domani non penso sia una finale, penso sia una partita importante, la classifica è talmente corta che sarà ancora presto per dare giudizi. Come detto, in questo girone fino all’ultima giornata sarà tutto in palio. Quindi, probabilmente, se sarà possibile qualificarci, dovremo arrivare alla partita di Amsterdam per giocarcela”.
Nel secondo tempo della partita di Parigi la Roma è scesa in campo con una difesa a tre. Può essere un’idea anche per la gara di ritorno?
“Al di là della difesa a tre o quattro, la cosa più importante sarà quella di mantenere il possesso della palla, di gestire, comandare più la partita. Quando nel secondo tempo lo abbiamo fatto, il PSG è andato in difficoltà. Nel primo, anche per merito loro, non ci siamo riuscite. Ci abbassavamo troppo, soprattutto con le esterne offensive, quindi questo non ci permetteva di ripartire. Dovevamo trovare una soluzione diversa e non era quella migliore per gestire il pallone. Nel secondo tempo avvicinando Eveline a Valentina siamo riuscite ad avere più comando del gioco, ad essere più offensive, ad avere più soluzioni favorevoli per fare gol. Abbiamo abbassato noi il Paris e abbiamo fatto di più la partita che volevamo fare. È chiaro, quando giochi contro giocatrici così forti, non sempre dipende da te. Devi sapere anche adattarti, gestire meglio i momenti della partita. All’andata due episodi ci hanno condannato nella gara, al di là di quello che abbiamo prodotto. Il risultato è 2-1 dove loro ti segnano su calcio di rigore, tu sbagli un calcio di rigore, loro fanno gol su una nostra disattenzione e qualche occasione noi l’abbiamo avuta nel rimetterla a posto. In queste occasioni il particolare fa la differenza”.
Lei non ama molto parlare di turnover, però nell’ultima partita di campionato a Como qualche giocatrice ha iniziato in panchina. Le chiedo, come sta la squadra dopo questo tour de force? E la pausa arriva nel momento giusto?
“La pausa arriva sicuramente in un momento giusto, il tour de force è stato importante. Anche l’anno scorso avevamo avuto questo periodo pieno di gare, però quest’anno le partite erano più impegnative a livello mentale. Domenica abbiamo avuto la necessità di recuperare qualche giocatrice, però le abbiamo anche dovute rimettere in campo. La squadra sta abbastanza bene. Un po’ di stanchezza c’è, ma è più una stanchezza mentale che fisica. Dobbiamo fare questo ultimo sforzo domani, uno sforzo importante, ma abbiamo le calciatrici che possono fare una grande partita. Qualche problema ce l’abbiamo, dobbiamo fare alcune valutazioni, però andrà in campo la migliore formazione possibile per cercare di battere il PSG”.
Si è spiegato perché la Roma nelle ultime gare con Milan, PSG e Como è andata in svantaggio?
“Sono tre partite diverse. Con il Como è stata la partita dove abbiamo prodotto più occasioni per fare gol in tutto il campionato. Abbiamo fatto 36 tiri, 36 conclusioni a 2. Non c’è molto da spiegare, è una gara che poteva finire con 5 gol di scarto. Finisce così perché questo è il gioco del calcio. Se hai 36 situazioni favorevoli, prendi una traversa, un palo interno, una parata avversaria, dei rimpalli e poi segni due gol su rigore, succede così. Poi le uniche due situazioni in cui sei meno attento, prendi due gol. Può accadere, ma secondo me è un caso. Una cosa molto particolare. Quando accade questo e vinci la partita, significa che questa squadra ha qualcosa di importante non solo nel fare tanti gol quando può, ma anche nel soffrire e riuscire a casa tre punti. Il giorno prima la Juventus perde 1-0 con la Sampdoria una partita molto simile. E noi invece vinciamo. In un momento difficile, con tanti impegni ravvicinati, in cui potevi pensare che la classifica poteva anche accorciarsi, noi invece la allunghiamo. Significa che questo è un dato per noi fondamentale. Molto importante. Arriverà la sosta, recupereremo energie. Quindi niente. Il fatto che siamo andati in svantaggio in queste partite è perché nel calcio può capitare. In campionato abbiamo sempre recuperato, con il PSG non ce l’abbiamo fatta, ma abbiamo avuto tante situazioni favorevoli. Ed è comunque importante”.