Il giudice federale R. Gary Klausner della California ha respinto numerose richieste da parte di calciatrici della Nazionale Femminile deli Stati Uniti nella loro battaglia legale contro l’US Soccer per la discriminazione salariale per diversità di sesso.
In una sentenza pronunciata venerdì 1° maggio, Klausner si è schierato dalla parte dell’U.S. Soccer Federation dichiarando che l’argomento della Nazionale Femminile era “insufficiente a creare una vera questione di fatto materiale per il processo”.
Le giocatrici hanno richiesto quasi 67 milioni di dollari in arretrato e di risarcimento, mentre la Federazione ha chiesto al giudice di respingere le richieste di pagamento delle donne in quanto infondate nel complesso dei valori.
Il giudice ha inoltre stabilito che le ulteriori richieste delle calciatrice di disparità di trattamento in termini di viaggio, personale medico e attrezzature per l’allenamento possono invece continuare. Un nuovo incontro è previsto per il 16 giugno.
“Siamo scioccati e delusi dalla decisione odierna, ma non rinunceremo al nostro duro lavoro per la parità di retribuzione”, ha affermato Molly Levinson, portavoce delle giocatrici “Siamo fiduciosi nel nostro caso e fermi nel nostro impegno a garantire che le ragazze e le donne che praticano questo sport non vengano valutate come minori solo a causa del loro genere. Abbiamo imparato che ci sono enormi ostacoli al cambiamento; sappiamo che ci vuole coraggio, coraggio e perseveranza per resistere a loro. Faremo appello e continueremo. Le parole non possono esprimere la nostra gratitudine a tutti coloro che ci sostengono”.
Sin dall’inizio, la disputa è stata complicata dal fatto che i team di uomini e donne statunitensi hanno sistemi di compensazione nettamente diversi, il che rende impossibile il confronto.
La squadra maschile viene pagata per le prestazioni individuali in un modello pay-for-play, mentre le donne hanno optato per una struttura retributiva che include più sicurezza sotto forma di salari annuali negoziati, prestazioni di maternità e di assistenza all’infanzia e indennità di fine rapporto quando sono non più nella squadra.
In passato, la Nazionale Femminile aveva rifiutato il modello pay-for-play in modo tale da avere più denaro garantito.
La corte di conseguenza ha rilevato difficoltà nella quantificazione del valore della sicurezza aggiuntiva del lavoro garantita dai contratti delle donne, a differenza di quelli degli uomini.
Ciò che lascia più perplessi è che le donne guadagnano molto meno degli uomini, nonostante la squadra maschile non abbia mai vinto una medaglia olimpica o superato i quarti di finale ai Mondiali da quando sono arrivati terzi nel 1930.
Mentre la squadra femminile è ben nota per i suoi successi con 4 Coppe del Mondo FIFA, 4 Ori ai Giochi Olimpici, 8 CONCACAF vinte solo per citare qualcosa.
La causa contro la discriminazione di genere e dell’Equal Pay, è stata presentata l’8 marzo, circa tre mesi prima del calcio d’inizio della Coppa del Mondo femminile 2019, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Con l’adesione di tutti i membri della Nazionale Femminile degli Stati Uniti che hanno sostenuto che nonostante facessero essenzialmente lo stesso lavoro della squadra Nazionale Maschile, ricevevano salari, condizioni di lavoro e investimenti inferiori dagli Stati Uniti nel calcio.
Credit Photo: Pagina Facebook di National Women Soccer League