L’inglese Emma Hayes è da poco sulla panchina degli Stati Uniti, ma ha già provato a dare un’impronta e un’identità tutte sue. Durante la conferenza stampa rilasciata dopo aver reso pubblico l’elenco delle sue ragazze, a Hayes è stato chiesto che cosa sia cambiato rispetto al Mondiale del 2023 che, per una nazione abituata a vincere come quella degli Stati Uniti, è stato una vera e propria disfatta: a questa domanda l’allenatrice ha risposto che i goal non devono arrivare soltanto da una giocata di gruppo, bensì ci deve anche essere l’apporto della singola calciatrice a dare forma al gioco, e ciò è possibile se ognuna di loro è nella sua posizione ideale in campo. Ha anche messo le mani avanti, sottolineando che tornare ai livelli degli Stati Uniti che hanno vinto tre Olimpiadi consecutive richiederà un po’ di tempo, perciò è importante che anche le giocatrici con meno esperienza comincino a calpestare un terreno così importante, affinché possano crearsela, ragion per cui ha già messo in chiaro che le sue ragazze daranno il tutto e per tutto, ma non bisogna partire con la vittoria in tasca. L’idea iniziale dell’allenatrice inglese era quella di svecchiare totalmente o quasi la rosa che aveva preso parte al mondiale, ma si è da subito trovata di fronte a un grande dislivello in termini di esperienza: c’erano atlete che avevano grande esperienza, mentre altre non avevano mai preso parte a tornei internazionali, dunque era impellente provare a bilanciare la situazione.
L’elenco delle 18 convocate è stato reso noto lo scorso 26 giugno e, come c’era da aspettarsi, l’esclusione di Alex Morgan ha lasciato tutti a bocca aperta. La veterana era infatti data per scontata per via della sua carriera formidabile e per l’apporto che ha sempre dato sia alla sua squadra di club sia alla nazionale. Come riportato da Kevin Baxter del Los Angeles Times, Morgan è tra le prime 10 calciatrici nella storia per presenze (224), goal (123) e assist (53), e si è inoltre laureata due volte campionessa del mondo e ha vinto una medaglia d’oro ai giochi olimpici. Morgan non ha nascosto la sua delusione per non essere stata convocata, ma tiferà di certo le sue compagne. Hayes è stata chiara, rimarcando che un allenatore ha a disposizione pochissimi posti e deve dunque lasciare da parte i sentimentalismi. Nonostante la dichiarazione rilasciata possa apparire piuttosto dura, Hayes ha poi aggiunto che “Si è trattato di una scelta difficile, soprattutto se si considera la storia di Alex e i suoi record con questa squadra“, spendendo dunque una dichiarazione che ha omaggiato l’attaccante del San Diego Wave. Sempre durante la sua conferenza stampa, Hayes ha ammesso di aver lavorato con Morgan in una sola occasione durante un ritiro, e di lei l’hanno colpita “Non soltanto la sua bravura, bensì anche la sua professionalità. I suoi record parlano da soli.” Come ha aggiunto subito dopo, a influire sulla scelta è stata anche la versatilità delle calciatrici: “Ho dovuto scegliere ragazze che potessero, dato il numero di partite ravvicinate, coprire più di una posizione“, e questa decisione motiva la scelta, in particolare, di un’atleta come Catarina Macario, atleta che, però, ha dovuto rinunciare a questo appuntamento tanto atteso per via di un infortunio al ginocchio, stando a quanto scrive Ella Brockway sul Washington Post, dove viene riportato che Macario sarà sostituita dalla compagna di nazionale e veterana Lynn Williams.
Focalizzandosi invece sulle ragazze che le Olimpiadi dovranno giocarle, Hayes si è sbizzarrita attingendo alle squadre più importanti della National Women’s Soccer League e dato una chance a un numero rilevante di calciatrici che hanno cominciato la stagione in modo formidabile, nonostante sia curioso il fatto che non figuri neanche un’atleta del Kansas City Current, squadra che bazzica tra il primo e il secondo posto in classifica, così come dell’Orlando Pride, attualmente al primo posto. Spicca il grande numero di quelle che militano nelle file della formazione newyorchese del Gotham, pari a 6 atlete sulle 18 convocate, forse per avere la certezza che almeno un blocco centrale fosse ben solido; le altre squadre da cui ha attinto sono il San Diego Wave, il Chicago Red Stars e il Portland Thorns, tutte formazioni che occupano posizioni in classifica da play-off. Uscendo dai confini degli Stati Uniti, l’inglese ha poi deciso di puntare su atlete dell’Arsenal, del Chelsea e dell’Olympic Lione.
In particolare, tra le altre, nella stessa conferenza stampa sono state nominate Korbin Albert, Catarina Macario, Jaedyn Shaw, Elimy Sonnett e Mallory Swanson, così come la riserva di lusso Croix Bethune.
Per quel che riguarda Korbin Albert, Hayes ha scelto questa giovane centrocampista perché sicuramente “riuscirà a giocare molto bene in partite ravvicinate” e perché “riuscirebbe a coprire tutte le posizioni del centrocampo“, pur sapendo di dover prendere con le pinze la sua situazione difficile legata a fischi allo stadio e critiche per alcune prestazioni ritenute ‘non all’altezza’ dai tifosi, cosa che l’ha sicuramente demoralizzata. A tal proposito, l’allenatrice ha dichiarato: “Noi la capiamo perfettamente. Deve capire di essere in un ambiente che la capisce ed è dalla sua parte”.
Catarina Macario, brasiliana naturalizzata statunitense, ha già lavorato in precedenza con Hayes, che ha dichiarato che questa giovane calciatrice è dotata “di una grande intelligenza tattica; direi che la posizione di gioco migliore per lei sia quella del 10, ma potrebbe anche giocare come un 9.” Purtroppo per Hayes, però, l’attaccante non potrà prendere parte ai giochi, e ciò costituisce la perdita di una tegola fondamentale.
Mel Swanson, che si è ripresa da un lungo infortunio in maniera esemplare, è stata definita dalla sua allenatrice come una “calciatrice matura e a tutto tondo”, dalla “grande intelligenza nei movimenti e quando il pallone è nell’area avversaria. C’è una specie di telepatia tra lei e Sophia Smith”, e soprattutto “ha una precisione chirurgica al tiro, ma potrebbe coprire anche la posizione di una numero 9, ha una granda intelligenza tattica.”
Nonostante abbia solo vent’anni, per Hayes Jaedyn Shaw un’atleta davvero creativa e capace di finalizzare davanti alla porta, mentre Emily Sonnett è stata chiamata perché “Dà tutto per la sua squadra. Impara molto velocemente e credo che possa dare il meglio anche sotto pressione“, e soprattutto perché “Lei ci è già passata, ha già fatto questo tipo di esperienze e può essere utile anche a quelle ragazze che non ne hanno affatto.”
Hayes ha poi speso anche qualche parola per Croix Bethune, verso cui nutre una profondissima stima. La giovane calciatrice del Washington Spirit nel campionato di National Women’s Soccer League sta avendo una crescita esponenziale. Hayes ha motivato la sua scelta di inserirla tra le riserve anziché tra le 18 titolari, nonostante la sua prima stagione da professionista sia iniziata “In maniera incredibile, è evidente”, dicendo che “Era necessario scegliere giocatrici che abbiano già un po’ di esperienza a livello internazionale.”
Ecco, di seguito, la lista delle convocate di Emma Hayes per queste Olimpiadi di Parigi 2024.
Portieri
- Casey Murphy (North Carolina Courage, NWSL), classe 1996. Gioca in questo club dal 2021, su 41 presenze con la maglia del North Carolina Courage. Per quel che riguarda la nazionale, ha debuttato nello stesso anno; sono 19 le presenze. Sta facendo molto bene anche in campionato, in cui si è distinta per numerose parate su palle goal.
- Alyssa Naeher (Chicago Red Stars, NWSL), classe 1988, tra le più ‘anziane’ del gruppo di Hayes. Dal 2016 a oggi, ha giocato 130 partite con la sua squadra di club. Ha superato le 100 presenze anche con la nazionale, e sono infatti ben 104.
Difensori
- Tierna Davidson (Gotham, NWSL), classe 1998. Difensore centrale, nelle amichevoli contro la Corea del Nord è riuscita anche a trovare il goal. La sua prima convocazione in nazionale risale al 2018, e da allora ha totalizzato 58 presenze e segnato 3 reti.
- Emily Fox (Arsenal, Regno Unito), classe 1998. Tra le poche atlete a giocare fuori dagli Stati Uniti, è stata acquistata dalle Gunners dopo aver militato nel Racing Louisville e nel North Carolina Courage. Dal suo acquisto nel club londinese, sono 6 le sue presenze. Gioca in nazionale dal 2018, ha già fatto 49 presenze e segnato un goal.
- Naomi Girma (San Diego Wave, NWSL), classe 2000, difensore centrale. Gioca nel club californiano dal 2022, ha rinnovato il contratto fino al 2026 e ha all’attivo 50 presenze; ha debuttato in nazionale nello stesso anno e ha già totalizzato 32 presenze.
- Casey Kruger (Washington Spirit, NWSL), classe 1990. Anche lei va aggiunta al gruppo delle veterane. Dopo aver giocato per ben sette stagioni al Chicago Red Stars, è passata al Washington Spirit, con cui sta disputando un’ottima stagione e ha già totalizzato 6 presenze. Con la nazionale dal 2016, qui le presenze sono 49.
- Jenna Nighswonger (Gotham, NWSL), classe 2000. Acquistata dal Gotham lo scorso anno, ha già giocato 36 partite e segnato 3 reti. Nel 2022 è stata votata tra le migliori giocatrici dei campionati universitari ed è arrivata tra le tre finaliste in lizza per l’Hermann Trophy. Anche in nazionale ha esordito nel 2023, qui le reti invece sono 2.
- Emily Sonnett (Gotham, NWSL), classe 1993. Tra le giocatrici con più esperienza in rosa, era presente alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, quando gli Stati Uniti sono tornati a casa con una medaglia di bronzo, così come all’oro mondiale del 2019. Nel Gotham non ha ancora fatto il suo debutto, essendo stata acquistata proprio quest’anno, ma nella stagione precedente al Reign ha totalizzato 13 presenze. In nazionale dal 2015, conta 83 presenze e 2 goal.
Centrocampisti
- Korbin Albert (Paris-Saint Germain, Francia), classe 2003. Gioca in Francia dallo scorso anno, ha giocato 24 partite e segnato un goal. La sua prima convocazione in nazionale è avvenuta sempre nel 2023, e qui le presenze sono 11. Le tifose e i tifosi della Roma si ricorderanno del suo nome, in quanto il suo primo e unico goal con le parigine l’ha segnato proprio in Champions contro le Lupe.
- Sam Coffey (Portland Thorns, NWSL), classe 1998. Centrocampista perlopiù difensiva, è al Portland Thorns dal 2022 e sta disputando un’ottima stagione. Le sue presenze nel club sono 56, le reti 3. Nella nazionale statunitense ha all’attivo 17 presenze e un goal.
- Lindsey Horan (Olympic Lione, Francia), classe 1994. Con il club francese ha giocato 37 partite e segnato 8 goal, e a ottobre dello scorso anno ha segnato la sua prima tripletta personale. La sua prima convocazione in nazionale risale al 2013, ha quasi raggiunto le 150 presenze (è ferma a 148, per ora) e segnato 35 goal, mantenendo circa la stessa media di reti che ha con le squadre di club.
- Rose Lavelle (Gotham, NWSL), classe 1995. Nelle ultime partite di campionato sta dando molto filo da torcere alle avversarie, ed è risultata di grande impatto al momento di innescare l’azione che avrebbe portato al goal, dimostrando di essere un acquisto molto più che soddisfacente (è arrivata a New York nel 2024) pur avendo giocato soltanto 6 partite e segnato un solo goal. Gioca in nazionale dal 2017 e conta ben 100 presenze, ha poi segnato in 24 occasioni.
Attaccanti
- Lynn Williams (Gotham, NWSL), classe 1993. Al club di New York dal 2023, ha totalizzato 20 presenze e segnato 8 goal, una media che lascia ben sperare alle sue future prestazioni ai giochi. La sua prima convocazione in nazionale risale al 2016; da allora, ha collezionato 64 presenze e 18 reti. Con la sua esperienza, avendo già partecipato alle Olimpiadi del 2020, sarà sicuramente di fondamentale importanza “nell’istruire” le più giovani compagne di squadra.
- Crystal Dunn (Gotham, NWSL), classe 1992. Tra le più versatili della rosa, può giocare anche in centrocampo o, addirittura, in fase difensiva. Prima che Hayes sedesse alla panchina della nazionale statunitense, infatti, Dunn veniva sempre schierata o in centrocampo o in difesa, ed è tornata a coprire il suo ruolo naturale soltanto nelle ultime partite, quelle contro la Corea del Nord. Anche lei ha quasi raggiunto le 150 presenze (è arrivata a 147) e ha segnato 25 goal.
- Trinity Rodman (Washington Spirit, NWSL), classe 2002. Al Washington Spirit dal 2021, è diventata la più giovane giocatrice a essere scelta dalla squadra della capitale statunitense. Ha giocato 74 partite e segnato 20 reti, di cui 5 in questa stagione. In nazionale dal 2022, conta 38 presenze e 7 reti.
- Jaedyn Shaw (San Diego Wave, NWSL), classe 2004. La più giovane di tutta la rosa, l’è stato conferito il titolo di Calciatrice statunitense giovane dell’anno nel 2022, un riconoscimento a livello nazionale. Nella squadra californiana ha già preso parte a 42 partite e segnato 12 reti. Con la nazionale, invece, gioca dal 2023, conta 14 presenze e 7 reti, con una media ottima di un goal ogni due partite. Hayes potrebbe spingerla a migliorare ancora di più.
- Sophia Smith (Portland Thorns, NWSL), classe 2000. Tra le calciatrici che stanno avendo un maggior impatto nella stagione in corso, con il suo club è arrivata a ben 42 goal in appena 68 presenze, con una media che supera il goal ogni due partite. Le presenze in nazionale, in cui gioca dal 2020, sono 48 e 19 i goal.
- Mallory Swanson (Chicago Red Stars, NWSL), classe 1998. Dopo essersi ripresa dall’infortunio, è diventata praticamente imbattibile. In 54 partite con la sua squadra di club ha messo a segno 21 goal. Il suo debutto in nazionale è avvenuto nel 2016, ad appena 18 anni; conta 92 presenze e 34 goal, dimostrando di riuscire a mantenere un gioco a livelli altissimi.