È il 97′, Spagna-Germania è sullo 0-1 e la vittoria sembra vicina. Poi ad un certo punto la disattenzione di Minge, che scalcia Lucía García per un rigore che può mutare il corso di una partita comunque ben giocata dalla Nationalmaanschaft. Certo, la traversa nel primo tempo – galeotta per Abelleira e Bonmatí – ha avuto un discreto merito, al pari della rete di Gwinn (rigore) e dell’errore di Schüller a tu per tu con Cata Coll. L’unica vera opportunità delle Iberiche nel secondo tempo era capitata ad Hermoso, il cui colpo di testa era stato ben respinto da Berger.

La portera Teutonica si prepara così a fronteggiare l’ennesimo penalty dell’Olimpiade, e lo fa con il solito carisma da chi ha già affrontato sfide più grandi e ben più importanti di una semplice partita di calcio. Colei che ha sconfitto due tumori alla tiroide (2017 il primo, 2022 il secondo) fronteggia quella che è considerata “la Reina” del fútbol, Alexia Putellas, che infatti posa il pallone sul dischetto con la solita regalità. Sguardo fisso verso la porta, occhi un pelo rossi (solita giornata infernale ai Giochi Olimpici), e la responsabilità di un tiro che cambierebbe sicuramente la partita.

Di fronte a lei, stesso sguardo concentrato, Ann-Katrin Berger, con le mani dietro la schiena per quella posa che la pagina Cerëtta ha definito da “umarell“, l’anziano che guarda i cantieri. C’è serenità nel volto dell’estremo difensore tedesco. È uno scontro politico, la Regina contro la Cancelliera. Lo stadio si ammutolisce, il tempo si ferma. C’è solo il rumore del battito cardiaco delle 22 in campo. Si trattiene il fiato, la tensione cresce. E poi si batte. Putellas sceglie l’angolo alla sinistra del portiere, ma conclude a mezza altezza. Berger intuisce e respinge. È bronzo per la Germania, il quarto della sua storia Olimpica (oro nel 2016). Decide tutto una donna fortissima, già eroina dei rigori contro il Canada – due parate e un gol – che aveva già tenuto in piedi il punteggio. Se esistesse un Pallone d’Oro per una sola edizione dei Giochi Olimpici, la tedesca lo avrebbe vinto senza problemi.

SPAGNA (4-3-3): Cata Coll; Hernandez (72′ Carmona), Aleixandri, Codina (85′ Lucía García), Batlle; Putellas, Abelleira (85′ Guijarro), Bonmatí; Hermoso, Paralluelo, del Castillo (72′ Caldentey). C.T.: M. Tomé

GERMANIA (4-4-2): Berger; Rauch, Hegering, Hendrich, Linder; Bühl (46′ Schüller), Minge, Popp, Gwinn (90’+6′ Doorsoun); Brand, Nüsken. C.T.: H. Hrubesch

Marcatrici: 65′ Gwinn rig.

Ammonizioni: 63′ Cata Coll (S)

Arbitro: Katia García (Mex)

Note: Putellas (S) fallisce rigore (parato) al 90’+9′; recupero pt 4′, st 9′