Barbra Banda si appassiona al calcio fin da giovanissima, benché abbia dovuto affrontare le iniziali perplessità della famiglia, ma incoraggiata dal padre a intraprendere l’attività agonistica e iniziando a giocare dall’età di 7 anni.
Oltre al calcio, ispirata dalla figura della concittadina Catherine Phiri, si dedica anche al pugilato, iniziando l’attività a 16 anni con ottimi risultati, collezionando cinque vittorie in cinque combattimenti, decidendo comunque in seguito di abbandonare questa disciplina sportiva per dedicarsi completamente al calcio femminile.
All’inizio del 2021 ha inoltre istituito una fondazione a suo nome, la Barbara Banda Foundation, che si prefigge di responsabilizzare le ragazze del suo paese, concentrandosi prevalentemente sul sostegno a programmi che promuovono l’emancipazione di donne e ragazze e combattono la violenza di genere.
Il centravanti dello Zambia è capocannoniere della sua squadra ( sei gol in due partite, contro Olanda e Cina, e pazienza se il suo povero Zambia ne ha presi 14 e ci ha cavato fuori soltanto un punticino), a Tokyo, ma prima di esplodere come calciatrice ma nella boxe ha una carriera immacolata: 5 incontri, 5 vittorie.
Uno score individuale, che se l’avesse fatto registrare un Messi e un Ronaldo non ci sarebbe il mondo a parlarne, invece l’ha messo in atto Barbra Banda, 21 anni, centravanti potente alla Lukaku, capocannoniere del calcio femminile e futura stella di prima grandezza.
Un record Banda l’ha già portato a casa: per esempio, è stata la prima donna Zambiana a giocare da professionista in Europa, in Spagna al Logrono.
Poi è andata in Cina allo Shangai Shengli, e alla prima partita dopo 23’ ha preso palla nella sua metà campo, ne ha scartate tre ed è andata a segnare una rete che è passata alla storia.
E questo è solo l’inizio, le sue capacità e doti tecniche la porteranno ancora oltre, ne siamo certi, ma per adesso il suo momento di gloria è iniziato e Tokio è stato il palcoscenico che ogni atleta del suo livello merita.