La formazione del Sol Levante ha dovuto cominciare il suo secondo match della trentatreesima olimpiade senza uno dei suoi muri portanti, vale a dire Risa Shimizu, che nel match contro la Spagna ha abbandonato il campo in barella per un infortunio al ginocchio. Quella con il Brasile rappresentava una sentenza di “dentro o fuori” per le nipponiche, e al Parco dei Principi avrebbero dovuto dare il massimo non contro una squadra qualsiasi, bensì il Brasile di Marta.

GIAPPONE (5-3-2): Yamashita; Koga (70′ Seike), Minami, Kumagai (C), Takashi, Moriya; Miyazawa, Nagano, Hasegawa; Tanaka, Hamano (57′ Hueki).

BRASILE (5-2-3): Lauren (45’ Tarciane); Yasmin, Rafaelle, Lauren, Thais, Antonia; Ana Vitoria, Angelina (70′ Duda Sampaio); Marta (C) (85′ Kerolin), Gabi Nunes (45’ Jheniffer), Priscila (45’ Ludmila).

Marcatrici: 56′ Jheniffer (BRA), 90’+2 Kumagai (PEN) (J), 90’+6 Tanikawa (J)

Ammonizioni: 3’ Lauren (BRA), 44′ Marta (BRA), 71’ Minami (J)

Arbitro: Welch (UK)

Note: recupero 3’ pt, 8’ st.

L’inizio del Giappone è stato in affanno, con un buon giro palla da parte del Brasile, fino al fallo di Lauren ai danni di Tanaka, che l’è costato anche un cartellino giallo ad appena tre minuti dal fischio d’inizio, il primo momento in cui le nipponiche sono riuscite a riordinare le idee. La squadra asiatica si è affacciata nell’area avversaria soltanto al 5′ con un tentativo di verticalizzare verso Yamashita, che non ha però tenuto il pallone. Al settimo minuto, l’errore di Vitoria ha dato la possibilità a Miyazawa di fare incursione in area di rigore avversaria dopo aver costruito una bella azione con le compagne, ma non è riuscita ad arrivare al tiro.
Nel primo quarto d’ora di match, la squadra di Ikeda ha fatto fatica a contenere la fisicità e le ripartenze del Brasile, che ha invece gestito bene il pallone e costretto le avversarie a commettere fallo in più casi, come quelli di Kuga, Nagano e Hamano nel tentativo di contenere Angelina.
Il Giappone, approfittando del Brasile scopertosi per attaccare con Marta al 19′, che ha sbagliato a calciare, è ripartito con un’azione che ha coperto più di metà campo, fino ad arrivare davanti al portiere con Tanaka, che ha però fallito il tiro nello specchio della porta, calciando fuori. La prima vera palla goal della partita è stata proprio quella delle nipponiche che, ritrovata una certa fiducia, hanno infatti provato a passare in vantaggio.
Da quell’occasione in avanti, il match si è trasformato ed è diventato più divertente: il Giappone era più concentrato in fase di creazione del gioco e la difesa nipponica era bene in partita, gestendo al meglio Rafaelle e il suo tentativo di tiro al 26′. Il secondo tiro per le giapponesi, lontano però dallo specchio della porta, è stato quello di Hamano al minuto 28. La squadra di Ikeda, che faceva meno fatica a entrare in area di rigore, era però troppo sprecona sotto porta: al 35′ Tanaka è stata egoista e, anziché crossare dopo aver corso a grandi falcate verso l’area avversaria da oltre metà campo, ha provato ad accentarsi per entrare in area di rigore, ma si è trascinata il pallone oltre la linea di fondo. Pochi minuti dopo anche Hasegawa si è lanciata verso l’area avversaria e ha calciato in porta, però il suo tiro è stato parato da Lorena. Tanaka è ripartita al 38′, quando le squadre sembravano già proiettate verso l’intervallo a reti bianche, e dopo una splendida azione in area Hasegawa non ha calciato con forza a sufficienza da impensierire Lorena. Al 42′, il Giappone si è conquistato il suo primo corner della partita, e dalla bandierina è andata Hasegawa, ma il pallone è stato spazzato via e recuperato da Angelina; il Brasile è stato messo in difficoltà dalle nipponiche, completamente schiacciato. Hasegawa ci ha provato di nuovo da fuori area, ma il suo tiro è stato intercettato dalla difesa brasiliana. La squadra di Ikeda non ha smesso di crederci e ha provato ad andare in goal con Moriya, poi al minuto 47 l’arbitro ha concesso un calcio di rigore per un fallo di mano da parte di Rafaelle nel tentativo di bloccare proprio il tiro di Moriya. Tanaka ha calciato dal dischetto, ma il suo tiro nell’angolino basso è stato parato agevolmente da Lorena. Tanaka ha provato a riscattarsi con un tiro verso l’angolo appena sotto la traversa al 45’+2, ma non ha inquadrato lo specchio della porta, e non ci è riuscita neanche Hamano al 45’+5. Le due squadre sono dunque andate negli spogliatoi sullo 0 a 0. Il Giappone ha giocato in modo più aggressivo, calciando 8 volte di cui 2 nello specchio, e l’errore di Tanaka dal dischetto non ha permesso alla sua squadra di trovare il meritato vantaggio.

La ripresa è iniziata come una fotocopia della prima frazione, con un Brasile più aggressivo alla ricerca del vantaggio che non ha concesso niente al Giappone, comunque molto attento in fase difensiva. Marta, marcata da Kumagai, ha tentato di calciare al 54’, ma la difesa giapponese ha protetto l pallone. Dopo l’errore, al 56′, Marta ha fatto valere la sua esperienza con una splendida giocata e passato il pallone a Ludmila, che ha verticalizzato attraversando tutto il centrocampo e raggiunto Jheniffer, colei che ha battuto Yamashita con freddezza e portato il Brasile in vantaggio grazie al suo destro in area.
Dopo aver rischiato di subire un secondo goal da parte di Antonia, il Giappone ha provato a reagire, e al 64’ ha creato la sua più ghiotta occasione con Mina Tanaka, sola davanti al portiere, il cui tiro è stato però deviato in calcio d’angolo; dagli sviluppi del calcio d’angolo, Ueki ha provato a sfruttare il pallone calciato da Hasegawa dalla bandierina, ma il suo tiro si è spento tra i guantoni sicuri di Lauren.
Tanaka e Lorena hanno avuto un momento di gloria al minuto 67, dando spettacolo con due gesti atletici a dir poco meravigliosi: dopo essersi girata su se stessa in area di rigore, Tanaka ha calciato verso la porta appena sotto la traversa, e Lorena, alzandosi per andare a parare, è riuscita a deviarlo sopra la traversa con una mano, forse una delle fotografie più belle del match.
Il Giappone è stato più bravo nelle ripartenze, ma troppo impreciso e sprecone al momento di concretizzare i suoi tiri, colpendo anche una splendida traversa con Hasegawa e poi con il tentativo di Miyazawa, l’ennesima calciatrice nipponica che ha provato a sfondare il muro brasiliano, all’apparenza deciso a difendere il risultato sfruttando le ripartenze. Non ci sono stati altri tiri degni di nota da parte della verde-oro, mentre il Giappone di Ikeda ha continuato a giocare, è cresciuto e ha iniziato a giocare andando a spezzare il ritmo delle avversarie.
La partita è stata decisa da un episodio al minuto 88: Yasmin ha toccato il pallone in area con la mano, e l’arbitro ha concesso il secondo calcio di rigore al Giappone. Dal dischetto c’è andata Kumagai, e lei non ha sbagliato, trovando il meritatissimo pareggio. Alle asiatiche sarebbe stato stretto, il pari: Tanikawa, una delle giovani più interessanti di questi Giochi olimpici, con una prodezza ha calciato da oltre venti metri, approfittando di Lorena fuori dai pali, e il suo splendido pallonetto è andato a incunearsi nell’angolino basso, battendo il portiere brasiliano. La sua rete, arrivata al 90’+6, ha scatenato la gioia delle nipponiche, che hanno dunque portato a termine una splendida rimonta ai danni del Brasile, incredulo di fronte al risultato scritto sul tabellone al triplice fischio.

Il Giappone ha fatto, disfatto, rifatto e ridisfatto per quasi tutti i novanta minuti del match. Ikeda può ritenersi soddisfatto dell’approccio alla gara delle sue ragazze che, dopo aver preso le misure, hanno imposto il loro gioco e hanno trionfato su una formazione che, va detto, sulla carta partiva da favorita. Sicuramente sono da migliorare il cinismo sotto porta e la precisione dei passaggi. Menzione d’onore per Tanikawa, il Bayern Monaco potrà sicuramente contare su di lei nella prossima stagione. Bene anche Hasegawa e Kumagai, molto volenterosa l’una e precisa l’altra, e sfortunata invece Tanaka, che avrebbe forse potuto fare di più.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.