COLOMBIA (4-2-3-1): Tapía; Vanegas, Carabali, Arías D., Arías C. (76′ Caracas); Usme (C) (72’ Montoya), Izquierdo (89’ Salazar), Caicedo (89’ Quejada), Santos, Restrepo; Pavi.

NUOVA ZELANDA (4-4-2): Leat; Barry (76′ Foster), Stott, Bowen (C), Bott; Kitching, Steinmetz (45′ Longo), Taylor (76’ Rennie), Riley; Hand (65′ Green), Clegg (45′ Jale).

Marcatrici: 27′ Restrepo (C), 72′ Santos (C)

Ammonizioni: nessuna

Arbitro: Kim (Corea)

Note: recupero 6’ pt, 9’ st.

Marsiglia ha dato a Manuela Pavi la maglia di una delle undici titolari in virtù della buonissima prestazione contro le francesi, e ha nuovamente schierato Caicedo dal primo minuto. Le sue ragazze hanno, a differenza di quanto fatto nel match contro le transapline, approcciato la partita con fame e voglia di vincere per provare a qualificarsi verso lo step successivo, sapendo che la terza e ultima giornata sarà contro il Canada, su cui grava una penalizzazione di ben 6 punti e che potrebbe dare loro la chance di passare il girone per la prima volta nella loro storia. La squadra colombiana è perciò arrivata alla partita contro la Nuova Zelanda con un solo imperativo: vincere.

Il primo quarto d’ora è stato frizzante ed equilibrato, con occasioni dall’una e dall’altra parte. Le colombiane hanno provato a essere aggressive fin dai primi minuti e calciato verso la porta per la prima volta a 4′ con Arías, e i successivi tiri nello specchio parati dal portiere neozelandese sono stati a opera di Caicedo prima e poi Pavi in due occasioni. L’occasione della calciatrice del Real Madrid, al 15′, è stata quella più cristallina e regalato un numero di magia allo stadio di Lione: Caicedo si è girata su sé stessa sull’out di sinistra, accelerando poi fino all’area avversaria per andare a servire al centro, Pavi ha fatto un velo clamoroso per consentire a Usme di tirare, ma il tentativo è stato centrale. La seconda occasione importantissima sfumata è stata quella di Pavi al 19’, che ci ha provato in diagonale, ma il pallone è uscito fuori, seppur di pochissimo; dagli sviluppi dell’angolo, la stessa Pavi è poi stata ostacolata nel tentativo di tiro. Dall’altra parte, la Nuova Zelanda non è stata a guardare e ha provato a replicare con Riley, Steinmetz, Scott e Kitching. Anche Leicy Santos ha calciato in porta dal limite al 26’, ma il suo tiro era centrale.
Sempre al 26’, Caicedo ha cambiato la partita: dopo aver subito fallo da parte di Bott, sugli sviluppo della punizione, Marcela Restrepo ha calciato in porta e portato meritatamente in vantaggio la squadra di Marsiglia, senza dubbio quella che tra le due ci credeva un po’ di più, visto anche il possesso palla del 66% contro il 34% della Nuova Zelanda. Nel dettaglio, Restrepo ha recuperato un pallone ribattuto dalla difesa avversaria e calciato un destro al volo che si è insaccato nell’angolino destro di Leat. Galvanizzata dal goal di Restrepo, la squadra di Marsiglia ha dominato fino all’intervallo pur non creando occasioni di fondamentale rilevanza fino ai minuti di recupero: al 45’+1 l’immancabile Caicedo ha calciato un destro stretto sul palo, che Leat ha deviato in angolo, e al 45’+4 c’è stato il tiro di Vanegas dal limite, il pallone ha colpito la traversa con deviazione del portiere, che è stato indispensabile anche dopo il corner, respingendo un cross che sarebbe di certo andato in porta. Se la Colombia cercava in ogni occasione di trovare il goal, la Nuova Zelanda ha invece mostrato un certo timore che si è rivelato fatale.

Nella seconda frazione di gioco, le sudamericane sono entrate in campo alla ricerca della seconda rete per mettere in cassaforte un risultato importante e avvicinarsi alla qualificazione. Al 49’ c’è stato un corner in favore della Colombia che ha innestato un’azione da parte della numero 7, Pavi, che ha però calciato malissimo e fuori dallo specchio. La Colombia ha continuato ad aggredire, recuperare palloni e fare incursioni in area avversaria, senza però trovare il guizzo che le potesse portare sul 2 a 0 e a una situazione di tranquillità. La Nuova Zelanda ha invece provato ad agguantare il pareggio e tenere vive le sue speranze, provando a essere più combattiva e cercando di arrivare in area avversaria approfittando della Colombia che si scopriva per andare in goal.
Al 58’, Caicedo ha crossato in area un delizioso destro arrivato sui piedi di Vanegas, che è però stata anticipata e il pallone è andato in corner. La determinazione della Colombia l’ha portata a riprendere il controllo del match e a guadagnare un’ottima punizione al 61’, calciata in porta e ribattuta più volte dalla numero 7,  ma non è stata trasformata in un goal.
La Nuova Zelanda ha capovolto i fronti al minuto 63, arrivando con la sua numero 10, Riley, a un passo dal pareggio con il suo tiro deviato in corner, il primo squillo da parte delle ragazze neozelandesi. La Nuova Zelanda è però cresciuta a mano a mano che il tempo sul cronometro passava, e ha creato un’importante occasione al 68’, con un pallone deviato in calcio d’angolo; le ragazze di Marsiglia ne sono uscite palla al piede con Caicedo, che ha aspettato che le compagne salissero prima di passare il pallone e, quindi, la Colombia si è ricompattata.
Pochi minuti più tardi, quando la Nuova Zelanda sembrava essere rientrata in partita, ha invece visto il possibile pareggio dissolversi. L’incursione di Caicedo al 72′ e il suo passaggio in area hanno raggiunto i piedi di Izquierdo dal limite, che ha colpito un palo clamoroso, ma la Colombia ha trovato il vantaggio con una splendida rete della numero 10, Leicy Santos, dopo il velo di Usme e su assist di Vanegas. Anche in questa occasione, le ragazze di Marsiglia sono state brave nella ripartenza e nel costruire la loro azione fino all’area avversaria. Da quel momento in avanti, la Colombia si è sentita ancora più in fiducia e ha aumentato i giri del suo motore. Catalina Usme, principale motore della squadra, ha chiesto il cambio al 73’, esausta dopo due partite al cardioplama e un match in cui è stata determinante con la sua esperienza e la sua indiscussa intelligenza tattica. Al minuto 78 c’è stata l’ennesima verticalizzazione verso l’area di rigore partendo dalla sinistra con Caicedo, ma il pallone è stato recuperato dalla Nuova Zelanda. Al minuto 81, Caicedo ha percorso palla al piede più di metà campo, ha saltato un paio di avversarie e calciato verso la porta; il suo tiro, senza la deviazione di Bowen, sarebbe certamente entrato in porta. La Nuova Zelanda ha avuto un’importante occasione per segnare il goal della bandiera e limitare il passivo al minuto 86, ma il tiro è stato calciato fuori. Al minuto 87, la formazione neozelandese ha costruito un’azione da fuori area dopo una rimessa con le mani, ma la Colombia è stata bravissima a difendere ancora una volta la sua area e il risultato, e anche fortunata dopo il tiro da fuori area della numero 13, il difensore Scott, calciato fuori di pochissimo. La Colombia ha cominciato il recupero in scioltezza e nell’area avversaria, forte delle due reti di vantaggio, e continuando a giocare con un ottimo giro palla. Un pasticcio in area di rigore al 90’+3 ha quasi concesso alla Nuova Zelanda un goal, fortunatamente spazzato via dalla difesa.
La Colombia ha chiuso il match in attacco con uno splendido 2 a 0 e ancora due occasioni create nei 9 minuti di recupero concessi dall’arbitro, dapprima con Daniela Caracas, subentrata proprio allo scadere dei tempi regolamentari, e poi con Daniela Montoya, anche lei subentrata nella seconda frazione di gioco.

È difficile scegliere una sola migliore in campo per la Colombia, visto che tutte le ragazze allenate da Angelo Marsiglia hanno giocato una partita sublime e mostrato un gioco di qualità, forse anche per via della Nuova Zelanda quasi sempre assente dal terreno di gioco e poco propositiva, se non in alcune fiammate contenute egregiamente dalle colombiane. Si distinguono, in ogni caso, Linda Caicedo, Catalina Usme e Manuela Pavi, come nel primo match. Il risultato mostra ancora una volta la capacità di Marsiglia nello scegliere i cambi e nel dare fiducia alle sue ragazze. La qualificazione è a un passo, e la partita con il Canada deciderà chi andrà allo step successivo.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.