Il primo quarto di finale ha visto incrociarsi Stati Uniti e Giappone al Parco dei Principi di Parigi. Le statunitensi partivano di certo da favorite sulla carta, considerato anche il cammino delle avversarie in questa Olimpiade, caratterizzato da una certa fatica a incominciare al meglio i match e a calciare nella porta avversaria sfruttando al meglio i palloni giocabili dentro e fuori dall’area. Dall’altra parte, le ragazze di Ikeda avrebbero provato a centrare la qualificazione contro una formazione che vinto proprio contro le nipponiche nella finale dei Giochi olimpici di Londra del 2012 e nella SheBelieves Cup del 2019.

STATI UNITI (4-1-2-3): Naeher; Dunn, Sonnett, Girma, Fox (120’+1 Krueger); Albert, Horan, Lavelle (105′ Nighswonger); Smith, Swanson (90′ Williams), Rodman.

GIAPPONE (3-4-3): Yamashita; Minami, Kumagai, Koga; Kitagawa (105′ Chiba), Nagano, Hasegawa (105′ Hayashi), Moriya; Fujino (80′ Miyazawa), Tanaka (70′ Ueki), Seike (45′ Hamano).

Marcatrici: 105’+2 Rodman (USA)

Ammonizioni: 56′ Sonnett (USA)

Arbitro: Olofsson (SWE)

Note: recupero 1’ pt, 4′ st, 2′ 1et, 2′ 2et.

Se nel primo quarto d’ora gli Stati Uniti hanno provato a fare la partita, il Giappone ha invece controllato il pallone spezzando il gioco delle avversarie in favore delle ripartenze della Nadeshiko, sempre poco incisive al momento di calciare. Albert ha accelerato il gioco delle compagne, ancora troppo incassate nella loro metà campo, che hanno calciato in porta al 5’ con uno splendido cross di Sonnett in area dalla sinistra a cercare il colpo di testa di Horan, viziato però dalla sua posizione di fuorigioco e comunque sotto il controllo di Yamashita. La combinazione tra Rodman e Swanson al 9’ si è conclusa con il recupero da parte della difesa giapponese, che è stata determinante anche sulla seconda incursione di Rodman in area al 10’. Dunn, Girma e Sonnett hanno fatto buona guardia al pallone e bloccato tutte le ripartenze del Giappone, che tentava di fare incursione, nella maggior parte dei casi, dalla sinistra.
Al 25’, Seike ha superato Sonnett con un gioco di prestigio, e la statunitense ha commesso fallo su di lei al limite dell’area intralciandone il gioco. Per la prima volta dall’inizio del match, la squadra di Hayes si è trovata a dover difendere con il primo calcio piazzato del match, battuto in area da Kitagawa e spazzato via dalla difesa statunitense. Il calcio di punizione ha galvanizzato le asiatiche, che hanno aumentato i giri del motore e reso i passaggi meno macchinosi e più precisi, raggiungendo di nuovo l’area avversaria al 28’, ma Tanaka ha giocato male il pallone ricevuto dalla rimessa, facendolo scivolare sul fondo.
Al 30’, con tre passaggi le statunitensi hanno raggiunto l’area avversaria, Smith si è trovata sola davanti alla porta seppur braccata da Koga, ma il suo tiro è stato completamente sbagliato ed è uscito abbondantemente alla sinistra di Yamashita.
Al 33′, Seike si è trovata di fronte a Girma, ma è riuscita a far passare il pallone in area dalla sinistra e ha raggiunto Tanaka, che ha calciato centrale tra le braccia di Naeher; il tiro di Tanaka ha visto scricchiolare per la prima volta Dunn e Girma, che nei match precedenti sono state a dir poco impeccabili. Girma ha commesso un altro errore al 35’, non riuscendo a spazzare via un pallone arrivato in area e, per sua fortuna, Moriya ha calciato in tribuna.
Dopo gli squilli giapponesi, le ragazze statunitensi hanno macinato metri di campo e hanno ottenuto un prezioso calcio d’angolo al 39’ a opera di Rodman, anticipata dalla difesa giapponese. Il rinvio lungo di Yamashita è arrivato a Kitagawa, che ha provato a superare Dunn con una magia, ma il difensore statunitense non si è fatto sorprendere come nei due casi precedenti e ha ricominciato il giro palla degli Stati Uniti. Al 40’ c’è stato un debole tentativo di fare goal da parte di Lavelle.
Il primo tempo si è chiuso sullo 0 a 0: il tridente statunitense ha faticato a imporsi, visto che Swanson, Smith e Rodman erano ben controllate dai difensori avversari e sono state spesso costrette ad arretrare per andare ad anticipare i tentativi di incursione del Giappone, che è invece risultato con un gioco più propositivo che è cresciuto in maniera graduale a scapito del possesso del 78% delle statunitensi.

Il secondo tempo è cominciato con il pallone tra i piedi degli Stati Uniti, formazione che ha trascorso tutto il match a costruire partendo con il giro palla dalla difesa. Il primo errore difensivo del Giappone ha avuto luogo al 48’, che ha quasi innescato l’azione degli Stati Uniti verso l’area di rigore, e Girma ha invece deviato il pallone in angolo al 49’ per evitare che le giapponesi entrassero in area. Dagli sviluppi del calcio d’angolo corto, la difesa statunitense ha fatto un po’ fatica a contenere le avversarie, che hanno nuovamente crossato in area e bloccato la ripartenza di Rodman. Fujino ha calciato dentro per Minami, che ha calciato verso il centro dell’area e Girma si è riscattata dagli errori precedenti con un intervento provvidenziale deviando il pallone in angolo. Dagli sviluppi del calcio d’angolo da parte di Kitagawa, il pallone ha raggiunto i piedi di Fujino che, come Moriya nel primo tempo, ha sbagliato completamente il tiro.
Al 55’ Rodman ha ricevuto un pallone da Horan e provato ad andare nell’area avversaria, ma la sua posizione era di fuorigioco e quindi il successivo calcio d’angolo non è stato battuto, con un calcio di punizione per il Giappone. Sonnett ha speso un cartellino giallo al 56’ per bloccare Fujino e la sua cavalcata verso l’area di rigore, e il Giappone non ha saputo sfruttare il calcio di punizione anche per via del fuorigioco di Hamano. La Nadeshiko si è resa pericolosa subito dopo, Rodman ha spazzato via il pallone. Moriya ha puntato Dunn per entrare in area, ma è stata bloccata dal difensore statunitense, e Smith ha battuto in velocità Hasegawa per trovare Rodman alla ricerca di Swanson, anticipata. Gli Stati Uniti hanno creato l’occasione più ghiotta della partita al 61’ grazie a Swanson, entrata in area di rigore e anticipata. Le ragazze d’oltreoceano hanno provato a insediarsi in area di rigore: dopo aver battuto dalla bandierina, Swanson ha ricevuto di nuovo il pallone da Lavelle, si è accentrata in area, ha superato due calciatrici del Giappone e calciato un destro a giro che è andato di poco lontano dal palo alla sinistra di Yamashita. Le ragazze di Hayes hanno schiacciato le avversarie nella loro metà campo e il tridente statunitense ha di nuovo provato a essere incisivo. Lavelle si è guadagnata un altro calcio d’angolo al 66’, battuto da Swanson, che ha poi calciato in area di rigore senza però ricevere il supporto delle compagne. Le statunitensi hanno cominciato un arrembaggio per provare a trovare il goal e a chiudere la partita, ma le avversarie occupavano bene la loro metà campo serrando in modo quasi chirurgico le loro fila.
Tanaka ha provato ad andare a calciare al 68’, ma era da sola. Rodman, nel ribaltamento di fronti, ha costretto la difesa giapponese all’errore dopo aver marcato alla perfezione i difensori avversari. Dagli sviluppi del corner battuto da Lavelle ha svettato Tanaka, che ha spazzato via il pallone, arrivato tra i piedi di Swanson, che ha calciato fuori misura. Il Giappone si è sporto in avanti al 70’: Fujino si è aggiustata il pallone e l’ha calciato sui piedi di Hasegawa, che in diagonale ha crossato in area, ma il pallone è risultato irraggiungibile per tutte le sue compagne, compresa la subentrata Ueki, che ha recuperato un pallone poco dopo, e Fujino ha provato a servire Moriya, senza successo. Al 72’, Hasegawa ha raggiunto Kitagawa da centrocampo, che ha passato uno splendido pallone a Hamano posizionata appena al limite dell’area, e con il suo cross ha provato a trovare Fujino, che però ha fallito il controllo di testa e ha deviato in fallo laterale.
Lavelle si è accentrata fuori dall’area e ha provato a calciare un destro alla ricerca dell’incrocio al 77’, ma la sua conclusione è stata fuori misura e, forse, un po’ troppo egoista: avrebbe potuto servire le compagne che si erano addensate nell’area avversaria, come Smith. Lavelle ha poi cercato e trovato Swanson che, nel passaggio verso Horan, è stata interrotta dalla posizione di fuorigioco di una sua compagna di squadra.
Il rinvio lungo di Yamashita ha trovato di piedi di Moriya a innescare la ripartenza giapponese: Hasegawa ha raggiunto Nagano, che ha passato il pallone a Fujino e quest’ultima ha crossato verso il centro dell’area avversaria, dopo un pasticcio in area Hasegawa ha provato un destro a giro che però era troppo forte perché potesse insaccarsi sotto la traversa. Il fuorigioco di Hamano ha posto fine alla ripartenza giapponese quando mancavano una manciata di minuti alla fine dei minuti regolamentari.
Swanson si è guadagnata una punizione dopo che Hamano l’ha trattenuta dalla maglia e, al minuto 89’, Lavelle ha crossato verso il centro il pallone raggiunto dalla testa di una calciatrice giapponese, e Rodman ha provato a calciare dopo il rimpallo. Il Giappone ha innescato il contropiede con Miyazawa, sostenuta da Nagano e Hasegawa, non concretizzando, di fatto, nessuna delle occasioni successive. Gli Stati Uniti hanno cercato di ripartire, al 90’+1 hanno creato una doppia occasione in area prima con Swanson e poi con Horan, ma il Giappone ha spazzato via il pallone, seppur a fatica. Rodman si è poi infiltrata in area di rigore, ma i difensori giapponesi hanno anticipato e fatto ripartire il centrocampo: Ueki ha provato a calciare in porta dalla distanza con un pallone che ha preso una strana traiettoria e ha superato di poco l’incrocio dei pali. La partita è dunque arrivata ai supplementari.

Gli Stati Uniti si sono guadagnati un calcio d’angolo al 90’+3 liberato però dal Giappone. Kitagawa ha aperto a Moriya al 95’, e uno dei pochi errori di Sonnett è stato sfruttato da Miyazawa, che ha calciato un destro che è però finito sull’esterno della rete. Anche il Giappone ha provato a costruire dal basso, ma al 96’ Minami ha commesso un errore in fase di costruzione facendosi anticipare dalle avversarie, Smith ha recuperato il pallone e Yamashita ha salvato il risultato buttandosi all’ultimo dopo aver studiato la traiettoria del pallone di Smith.
Ueki è ripartita al 98’, Hasegawa ha crossato sul secondo palo ma Kitagawa non è riuscita ad arrivare sul pallone per il tuffo di Sonnett a protezione del pallone. Miyazawa ha provato a calciare dalla distanza, ma si è trattato dell’ennesimo tiro fuori misura. Rodman ha provato a portare in vantaggio gli Stati Uniti con un destro in area al 104’, e Williams ha poi commesso un grave errore al 105’+1, togliendo la possibilità a Smith di andare a rete, ma gli Stati Uniti hanno sbloccato il match al 105’+2 grazie a Rodman: ricevuto un pallone da Dunn, si è aggiustata il pallone, ha dribblato la difesa giapponese e ha calciato uno splendido sinistro a giro che ha battuto Yamashita andando a insaccarsi sul secondo palo sotto l’incrocio.
Il secondo tempo supplementare avrebbe dovuto dare una scossa al gioco troppo sprecone del Giappone. La Nadeshiko ha provato a essere pericolosa con Kumagai, che in area di rigore ha costretto Horan all’errore, ma né Ueki né Hayashi hanno saputo capitalizzare. Hamano ha portato alla ripartenza del Giappone, Rodman si è di nuovo confermata bravissima anche in fase di copertura accompagnando il pallone sul fondo. Rodman ha avuto un’altra splendida occasione su un tiro in corsa al 111’, ma Yamashita ha deviato il pallone in calcio d’angolo con un piede, pallone che è stato dato alle giapponesi per via del fuorigioco di Rodman. Purtroppo per le ragazze di Ikeda, nessuna delle occasioni del secondo tempo supplementare hanno inquadrato lo specchio della porta, e la Nadeshiko è uscita sconfitta da un match comunque difficilissimo per gli Stati Uniti.

Rispetto alle partite precedenti, le ragazze di Hayes hanno faticato moltissimo a trovare il goal e a creare occasioni a causa del gioco giapponese, quasi una cerniera a chiudere l’area di rigore. Rodman, che all’inizio era contenuta dai difensori avversari, è riuscita a esplodere e, oltre a trovare il goal, ha anche avuto la prestazione migliore in assoluto.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.