Emma Hayes ha forse messo le mani avanti per scaramanzia, dicendo che la nazionale statunitense è un po’ troppo ‘acerba’ per puntare alla medaglia d’oro? Non si sa, fatto sta che le diciotto ragazze che ha scelto, finora, hanno disputato il match contro lo Zambia e quello contro la Germania come se la loro intesa fosse radicata in loro già da tempo e come se avessero già giocato tutte almeno una volta in un torneo di questo spessore.
STATI UNITI (4-1-2-3): Naeher; Dunn, Davidson (44’ Sonnett), Girma, Fox (90’+2 Krueger); Coffey, Lavelle, Horan; Smith (84’ Williams), Swanson, Rodman (90’+2 Nighswonger)
GERMANIA (4-4-2): Berger; Rauch, Hegering, Hendrich, Gwinn; Bühl, Popp (77′ Senss), Minge, Brand; Schüller, Nüsken (68′ Lohmann)
Marcatrici: 10’ Smith (USA), 22’ Gwinn (G), 25’ Swanson (USA), 44’ Smith (USA), 89′ Williams (USA)
Ammonizioni: 18’ Hendrick (G), 22’ Coffey (USA)
Arbitro: Falcon (Argentina)
Note: recupero 7’ pt, 6’ st.
La Germania ha cominciato il match creando una prima, timida occasione al 2’ con Brand, un pallone crossato al centro che però era irraggiungibile, mentre quella del 4’ è stata la prima palla goal del match capitata sui piedi di Schüller, conclusasi con un nulla di fatto. Le ragazze statunitensi hanno invece iniziato con fare guardingo, senza scoprirsi troppo. Trinity Rodman, recuperato un pallone al 9’, ha fatto un’incursione in area avversaria e crossato al centro, ma il pallone si è perso sul fondo, seppur anticipando quel che sarebbe accaduto di lì a poco. Il goal degli Stati Uniti è arrivato al 10′ grazie a un’azione di Rodman che, dal limite dell’area, ha raggiunto in diagonale Sophia Smith: dopo il velo di Swanson, ha approfittato di una dormita di Gwinn e calciato in rete per siglare l’1 a 0 della formazione d’oltreoceano.
Tra gli applausi del pubblico di Marsiglia, le ragazze di Hayes hanno fatto ingolfare la Germania nella sua area; ha provato a reagire dopo la batosta, ma il pallone è sempre finito, come per magia, tra i piedi delle statunitensi. Si sono susseguiti tiri di Smith e Swanson, due calciatrici che nei due match della trentatreesima Olimpiade hanno dimostrato un’intesa formidabile. Al 15’, Swanson ha provato ad andare direttamente al tiro dalla sinistra, ma Berger ha parato senza alcuna difficoltà.
La Germania ha tentato di pareggiare al 17’, ma il tentativo è stato vanificato dalla difesa statunitense subito dopo gli sviluppi del calcio d’angolo. La formazione europea ha sicuramente accusato il colpo e ha faticato a uscire, commettendo anche tanti errori. È stato dal minuto 20 che le ragazze tedesche hanno provato nuovamente a pareggiare i conti e, anche se non ci sono riuscite, il goal era nell’aria: al 22’ Gwinn, classe ‘99 del Bayern Monaco, approfittando della regola del vantaggio, ha segnato una rete splendida da fuori area con un pallone che si è aggiustata, che ha calibrato e che ha poi calciato in porta facendolo passare tra le gambe di Davidson dopo un assist al bacio di Nüsken.
Gli Stati Uniti hanno reagito immediatamente, raggiunto l’area avversaria e tentato di trovare il vantaggio con il mancino di Lavelle al minuto 24.
Il tap-in di Mallory Swanson, dopo un errore di Bühl, ha portato sul 2 a 1 le americane, forse l’occasione che ha trasformato le sorti della partita e firmato la sentenza per le tedesche. La rete è sopraggiunta dopo una respinta di Berger sul tentativo di Smith, che ha calciato pur essendo trattenuta dall’avversaria e ha aperto la strada a Swanson.
A differenza degli Stati Uniti, che si sono affannati alla ricerca del goal, la Germania ha provato a costruire azioni con calma, studiando l’avversaria. La squadra tedesca è ripartita, ha guadagnato lentamente metri e si è adoperata per cercare il pareggio. Ha cominciato con Brand, che ha provato a inventarsi un assist per Schüller: quest’ultima ha calciato in porta al 31′ e tentato di ribattere in rete, ma Girma gliel’ha impedito. La percussione tedesca è continuata prima con Bühl, quasi a sdebitarsi dell’errore, e poi con Gwinn dopo uno splendido uno-due, ma la partita non è stata riaperta.
Al 43’, dopo che Davidson ha abbandonato affaticata il terreno di gioco, gli Stati Uniti hanno trovato la rete del 3 a 1 e la personale doppietta di Smith: dopo un cross in area allontanato da Popp, Smith ha recuperato un pallone che ha poi calciato in porta e, complici un pizzico di fortuna e la deviazione sfortunata di Rauch, ha segnato uno splendido goal che, dal palo interno, ha poi trovato la rete all’angolo opposto, imprendibile per Berger. La rete ha mandato in confusione la Germania, ma il 3 a 2 è stato sfiorato dalla numero 9, Nüsken, al 45’+6, il cui colpo di testa è finito di poco fuori.
La Germania, Rodman e Smith permettendo, ha provato a cominciare la ripresa in attacco e con il disperato bisogno di riaprire la partita. Al 56’ Bühl, senza troppa convinzione, ha calciato da fuori area e non ha trovato l’angolo che avrebbe sperato. Un paio di minuti più tardi, le ragazze tedesche hanno sfiorato il 3 a 2 con il tiro di Brand, finito di poco fuori dopo aver colpito il palo.
La formazione americana non si è fatta mettere i piedi in testa, Swanson ha però sprecato una clamorosa occasione di arrivare al 4 a 1: ha anticipato tutti i difensori, come addormentati, ma ha mandato fuori il pallone arrivato tra i suoi piedi proprio davanti alla porta.
La reazione delle tedesche è stata istantanea. Un’occasione clamorosa per la Germania è quella del minuto 58: dopo un’incursione da parte delle compagne nell’area avversaria, Bühl ha fallito l’occasione di arrivare al 3 a 2. Al 66’ Schüller ha dato inizio al contropiede, ha poi passato la palla a Gwinn che non ha però calciato con abbastanza forza da impensierire le parate di Naeher.
Soltanto dal 70’ gli Stati Uniti hanno abbassato un po’ il ritmo per mantenere il risultato confezionato fino a quel momento, dedicandosi a un maggior giro palla e facendo buona guardia in caso di ripartenza delle avversarie. Lo spettacolo pirotecnico del primo tempo è andato via via scemandosi, con una squadra che giocava per difendere e una che sembrava essersi arresa.
Al minuto 83 Rodman ha provato a scrivere il suo nome sui tabelloni dello stadio di Marsiglia dopo un’incursione fino all’area di rigore e un bel tiro a giro deviato però da Berger in calcio d’angolo. Williams, da subentrata, al minuto 88 ha chiuso definitivamente i giochi e calato il poker dopo aver ricevuto un pallone da Swanson dopo una splendida giocata di Rodman: ha dovuto controllare il pallone e, con freddezza, calciarlo a incrociare nell’angolino basso a sinistra di Berger.
L’orgoglio delle ragazze tedesche le ha portate a reagire in pieno recupero: la subentrata Lohmann ha tirato verso la porta all’ultimo minuto dei tempi regolamentari, seguita da Brand al 90’+1 e dalla splendida punizione di Gwinn al 90’+5, ma il triplice fischio incombeva ed era ormai troppo tardi.
Il poker calato contro la Germania, probabilmente un po’ troppo sicura di avere vita facile con la neonata formazione forgiata dall’allenatrice inglese e dal suo team, è stato siglato sotto il segno di Trinity Rodman, Sophia Smith, Mallory Swanson e Rose Lavelle. La Germania è invece parsa poco combattiva e, dopo la terza rete, ha forse perso tutte le speranze di pareggiare, ritrovando una debole fiammella dentro di sé in pieno recupero, quando niente avrebbe potuto capovolgere la gara. Tra le migliori in campo c’è stata si sicuro Girma, che con la sua esperienza ha gestito bene la fase difensiva del match ed evitato che la Germania sfruttasse le (poche) occasioni da goal create. Per quanto riguarda invece la fase offensiva, un plauso va fatto a Rodman che, pur non trovando il goal, ha avuto una prestazione sontuosa e aiutato in fase di attacco e i difensori a gestire i palloni più complicati. Per la Germania, invece, è doveroso menzionare Berger, che ha fatto il possibile per difendere la sua porta, e Gwinn che, nelle poche occasioni pericolose della sua squadra, è stata il perno.