Gli Stati Uniti, forti del passaggio ai quarti già ipotecato contro la Germania, avevano il dovere di provare a vincere anche contro le Matildas australiane per provare a chiudere il girone a punteggio pieno. Da pronostico si parlava di una partita divertente, essendo coinvolte due tra le nazionali più importanti nel panorama di calcio femminile, e infatti lo spettacolo è stato assicurato, seppur quasi del tutto a senso unico, soprattutto nella ripresa.

STATI UNITI (4-1-2-3): Naeher; Dunn (45’ Nighswonger), Sonnett, Girma, Fox (65’ Krueger); Coffey, Lavelle (65’ Albert), Horan (C); Smith, Swanson (79’ Bethune), Rodman (65’ Williams).

AUSTRALIA (4-2-3-1): Arnold; Catley (C), Hunt, Kennedy, Carpenter; Torpey (59’ Heyman), Gorry (59’ van Egmond), Foord, Cooney-Cross (45’ Wheeler), Raso (85′ Yallop); Fowler.

Marcatrici: 45’ Rodman (USA), 77’ Albert (USA), 90’+1 Kennedy (AUS)

Ammonizioni: 4’ Coffey (USA), 67’ Albert (USA)

Arbitro: Letexier (FRA)

Note: recupero 10’ pt, 

L’asse Smith-Rodman-Swanson ha da subito cercato la rete per gli Stati Uniti con un tentativo a testa di trovare il goal. Ha iniziato Swanson al 6′ dopo aver ricevuto un tiro a incrociare di Horan dopo uno splendido uno-due con Smith, seguita da Rodman e Smith al 9′, la prima dopo un’incursione in area di rigore e un ottimo dribbling ai danni dei difensori australiani, un pallone parato dal portiere e ribattuto sui piedi di Smith, che ha calciato altissimo. Al 14’ Rodman si è fatta trovare pronta per raggiungere l’area di rigore australiana, ma il pallone che l’è arrivato era irraggiungibile.
Al 18’, l’azione partita dal centrocampo ha raggiunto Dunn che, dribblate due avversarie, è stata costretta a ripartire dal centrocampo e poi da Naeher perché chiusa dalle avversarie. La difesa australiana si è dimostrata attenta, anche se forse era un po’ troppo imbottigliata nella sua area e incapace di uscire palla al piede.
Le Matildas sono uscite dalla loro metà campo al 21’, ma Rodman ha bloccato tutto, e da quel momento è iniziato un ottimo quarto d’ora per le australiane, in cui hanno mostrato un buon gioco. La loro ripartenza al 25’ ha rischiato di fare molto male alle statunitensi: dalla sinistra, dopo l’assist di Gorry, Fowler ha calciato a incrociare mancando di un soffio il secondo palo, dove Naeher non sarebbe mai arrivata. Al 29’ le australiane hanno spazzato via a fatica un pallone in area troppo lungo perché Swanson potesse controllarlo e calciarlo in sicurezza ma comodo per il portiere, un po’ in affanno, e la difesa l’ha spedito in calcio d’angolo senza troppi complimenti. Dagli sviluppi del corner, Arnold è uscita con i pugni e concesso un po’ di respiro all’Australia.
Le Matildas hanno creato una doppia occasione al 36’, ma allungandosi ha rischiato di farsi punire dagli Stati Uniti: le due squadre si sono allungate e la ripartenza delle statunitensti è stata rapida e in gran carriera, culminata con il tentativo di Dunn al 38′ spinto sopra la traversa dal portiere. Al 39’, Horan ha creato la prima vera palla goal del match davanti al portiere, colpendo di testa un pallone che ha centrato in pieno la traversa dopo il cross in area da parte di Sonnett arrivatole sulla testa. La pressione degli Stati Uniti è proseguita fino ad arrivare al destro a giro di Rodman al 42′ dalla sinistra dopo un passaggio di Dunn, che ha giocato una partita all’insegna della generosità, e a seguito di un tiro di Smith. Il vantaggio degli Stati Uniti è arrivato al 43′ con il goal cercato, sognato e creato da Rodman: dagli sviluppi del calcio d’angolo battuto da Lavelle e dal conseguente mucchio in area di rigore, Rodman ha trovato la zampata, smarcandosi dai difensori australiani, che le ha regalato il primo goal con la maglia della nazionale e il primo in una competizione olimpica, una combo per cui la giovane calciatrice non ha nascosto la commozione. La rete di Rodman ha però richiesto un accurato check del VAR per una probabile posizione di fuorigioco di Lavelle, ma l’arbitro ha confermato il vantaggio.
Le Matildas hanno reagito allo svantaggio andando in area di rigore avversaria con un’ottima ripartenza bloccata da Rodman, ottima anche in fase di copertura. La nazionale d’oltreoceano si è spinta di nuovo in una ripartenza fino all’area di rigore, e il tiro di Swanson in diagonale al 45’+11 si è spento sul fondo.

La seconda frazione è stata una prova di forza degli Stati Uniti e quasi una sorta di monologo. Fin dal fischio d’inizio del secondo tempo la nazionale capitanata da Horan si è conquistata calci d’angolo battuti da Lavelle per cercare il goal capace di assicurare il match e portare a casa i tre punti e il primato del girone. Al 51′, prima Smith, poi Swanson e infine Lavelle hanno cercato la rete del 2 a 0: Smith si è accentrata in area di rigore e ha provato a calciare, bloccata da un difensore, e poi Swanson ha provato il tiro da fuori, intercettato anche quello da un difensore australiano, mentre Lavelle ha cercato nuovamente il tiro dalla distanza, trovando la deviazione per il calcio d’angolo. Alla battuta del calcio d’angolo è andata la stessa Lavelle, il pallone è stato colpito più volte in area di rigore per poi uscire, trovandosi sui piedi di Girma, che non ha perso tempo e ha provato a calciare in porta; la sfera è uscita di pochissimo raso terra, forse l’occasione più cristallina della ripresa. 
La reazione delle australiane ha dovuto attendere la ripartenza dopo il mancino di Girma: sono bastati cinque passaggi dalla difesa all’attacco per raggiungere la porta difesa da Naeher, che si è trovata davanti Raso, braccata da difensori statunitensi, pronta a calciare, ma il tiro è stato debole e l’ha catturato tra le proprie braccia.
Solo al 64′ c’è stato un altro tiro: entrata in area di rigore dopo aver ricevuto un pallone in movimento, Swanson ha girato su sé stessa per evitare il difensore australiano, che ha limitato la potenza del tiro, finito tra i guantoni del portiere. Hayes ha poi effettuato alcuni cambi per permettere anche ad altre calciatrici di calpestare il terreno di gioco e per far riposare quelle che invece hanno dato tutto nei tre match così tanto ravvicinati; in particolare, il cambio più determinante è stato quello che ha permesso l’ingresso di Albert: dopo esser stata ammonita, la giovane calciatrice ha segnato al 77′ la rete del 2 a 0 con un destro a giro dal limite dell’area di rigore che è andato a insaccarsi di poco sotto l’incrocio dei pali. Per le Matildas, van Egmond ha provato a calciare in porta al 79′, ma il suo tiro è stato parato da Naeher. Williams, da subentrata, e Smith hanno cercato la rete del 3 a 0 che chiudesse la partita in due occasioni ciascuna, e Smith ha addirittura colpito il palo al minuto 82.
L’unica rete australiana del match è stata concretizzata al 90’+1 da Catley: nel momento di possesso palla australiano, la sfera è entrata in area di rigore sul cross di Heyman, trasformatosi in un assist per Catley, che ha battuto Naeher approfittando dell’errore della difesa statunitense, che l’ha lasciata sola in area.
Purtroppo per le Matildas, il goal ha riaperto la partita, ma l’ha fatto troppo tardi perché potessero trovare il pareggio.

Rodman è stata tra le migliori in campo, sempre presente al momento di attaccare e di coprire in fase difensiva in caso di bisogno, e insieme a lei Dunn ha certamente giocato una partita di grande sacrificio. Ai quarti di finale sarà sfida contro la Nadeshiko giapponese.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.