La prima partita del Girone C ai Giochi olimpici di Parigi ha visto incontrarsi Spagna e Giappone, due formazioni che hanno sempre avuto un certo rilievo nel panorama internazionale: la Spagna è universalmente riconosciuta grazie al bel gioco e in quanto detentrice del titolo mondiale, il Giappone di Futoshi Ikeda è invece una fucina straripante di giovani che non vedono l’ora di entrare in campo e dare il massimo, soprattutto da quando Ikeda siede sulla panchina di questa nazionale.

Ikeda ha scelto di schierare un 3-4-3 con questa formazione (da sinistra a destra):

  • Tra i pali: Ayaka Yamashita (1)
  • In difesa: Toko Koga (6), alla sua prima presenza da titolare (classe 2006), il capitano Saka Kumagai (4), Moeka Minami  (3), 
  • A centrocampo: Kiko Seike (8), Aoba Fujino (15), Hinata Miyazawa (7), Risa Shimizu (2)
  • In attacco: Fuka Nagano (10), Mina Tanaka (11), Yui Hasegawa (14).

A disposizione c’erano invece le seguenti calciatrici: Chika Hirao (portiere, 18), Hana Takashi (difensore, 5), Riko Ueki (attaccante, 9), Momoko Tanikawa (centrocampista, 12), Maika Hamano (attaccante, 17), Remina Chiba (attaccante, 19), Miyabi Moriya (difensore, 20).

Per la Spagna, invece, Montse Tome ha scelto di schierare un 4-1-2-3 con queste ragazze (da sinistra a destra):

  • Tra i pali: Cata Coll (13)
  • In difesa: Olga Carmona (18), Laia Aleixandri (14), il capitano Irene Paredes (4), Ona Batlle (2)
  • A centrocampo: Patri Guijarro (12), Alexia Putellas (11), Aitana Bonmatí (6)
  • In attacco: Mariona Caldentey (8), Salma Paralluelo (9), Athenea del Castillo (7)

A disposizione c’erano invece le seguenti calciatrici: Misa Rodríguez (portiere, 1), Teresa Abelleira (centrocampista, 3), Oihane Hernandez (difensore, 5), Jennifer Hermoso (attaccante, 10), Eva Navarro (attaccante, 15), Laia Codina (difensore, 16), Lucía García (attaccante, 17).

La difesa giapponese è stata subito messa alla prova dalla partenza scoppiettante di Athenea, che ha costretto il portiere Yamashita a recuperare un pallone già al primo minuto di gioco, una parata che ha però portato a termine senza alcuna difficoltà. La prima vera occasione del match è stata quella di Fujino al secondo minuto, un tiro dal limite dell’area che ha costretto il portiere del Barcellona a fare una parata impegnativa, deviando il pallone in calcio d’angolo. Nei minuti immediatamente successivi, Fujino è stata la calciatrice della formazione giapponese che si è fatta vedere di più nell’area avversaria e ha tentato di recuperare palloni in una posizione interessante ai fini del vantaggio, costringendo addirittura le avversarie a commettere fallo su di lei per fermarla.
La partita è stata equilibrata per i primi dieci minuti, anche se va sottolineato che la formazione europea non ha premuto a sufficienza sull’acceleratore e ha avuto un approccio troppo poco incisivo, addirittura timido, infatti le conseguenze di questa passività non si sono fatte attendere. Al 12° minuto del primo tempo, Patri ha commesso fallo e ha rimediato un cartellino giallo nel tentativo di fermare la percussione del Giappone portata avanti dall’onnipresente Fujino e Tanaka, che hanno conquistato un importante calcio di punizione poco distante dall’area di rigore. A battere la punizione è stata la giovane Fujino, che con il suo calcio di punizione appena sotto l’incrocio dei pali ha portato in vantaggio il Giappone; il portiere della Spagna ha sporcato la traiettoria del pallone con i guantoni, ma non è riuscita a evitare il goal.
La Spagna ha provato in svariate occasioni a ripartire, provando a costruire soprattutto dal centrocampo, ma la difesa giapponese era attenta ed è riuscita a evitare che le avversarie raggiungessero l’area di rigore. L’occasione di Paralluelo, potenzialmente da goal, è stata però interrotta perché Aitana si è portata il pallone oltre la linea di porta, come segnalato dall’assistente dell’arbitro. Il Giappone ha continuato a pressare e a mantenere il possesso palla, commettendo comunque qualche errore nei vari tentativi di verticalizzazione per provare a trovare il raddoppio e soprattutto davanti alla porta, e anche in questo caso gli errori e la poca freddezza hanno portato bene alle avversarie.
Il pareggio della Spagna, dopo il pressing insistente, è arrivato proprio dai piedi della stessa Aitana, la migliore del mondo, che si è ricavata uno spazio per trovarsi da sola davanti a Yamashita e ha, quindi, raggiunto le avversarie al minuto 22: è bastato meno di un quarto d’ora alle attuali campionesse del mondo per trovare il pareggio. Dopo il goal di Aitana la Spagna, galvanizzata dalla rete, ha continuato a chiudere il Giappone nella propria metà campo; la squadra di Ikeda è stata in affanno e ha fatto molta fatica a trovare gli spazi per uscire da una situazione di non possesso e di pericolo costante creato da Aitana, Athenea e compagne.
La verticalizzazione per Fujino, in uno dei pochi tentativi successivi di superare la metà campo, si è però conclusa con un nulla di fatto; nonostante ciò, il Giappone è riuscito a riaffacciarsi sull’area avversaria e a risultare pericoloso in un paio di occasioni. A risultare determinante è stata Koga, che ha chiuso un paio di occasioni della Spagna che sarebbero risultate fatali. La complicità tra Olga, Paralluelo e Aitana ha creato non pochi problemi alle avversarie.
Il Giappone è ripartito alla mezz’ora, provando a raggiungere Mihazawa diretta in area, ma il pallone era troppo lungo per tutte. Dopo aver subito goal, il Giappone è notevolmente calato nella precisione nei passaggi e nelle occasioni per ripartire più per merito delle avversarie che per demerito delle sue ragazze. La Nadeshiko non ha però smesso di lottare, ha recuperato un pallone grazie a Hasegawa che ha creato la più importante occasione da dopo la rete, dimostrando alle avversarie di essere ancora ben presente sul terreno di gioco. Koga ha fermato un’altra volta Athenea, costringendola a commettere fallo e aiutando la sua formazione a rifiatare un po’. Yamashita, sul tiro dalla bandierina di Alexia Putellas, ha neutralizzato una potenziale occasione che avrebbe portato la Spagna sul 2 a 1. Le squadre sono andate negli spogliatoi in un momento in cui il Giappone era tornato a essere pericoloso nell’area avversaria, sempre grazie alle incursioni di Fujino. Determinante è stata la difesa giapponese proprio al termine del terzo minuto di recupero, visto che ha evitato una rete che avrebbe rotto gli equilibri e demoralizzato la Nadeshiko. Senza dubbio, però, la rete della Spagna ha dato forza alle iberiche e allentato un po’ la pressione delle giapponesi.
Alla fine del primo tempo, la Spagna ha avuto un possesso palla del 66%, raddoppiando perciò quello delle giapponesi.

La seconda frazione di gioco è cominciata con il possesso palla della Spagna che si è protratto a lungo, dando origine a un vero e proprio scambio unilaterale verso la porta difesa da Yamashita. Hamano ha provato a mettere un punto finale al monologo spagnolo, ma è stata chiusa abilmente da Mariona, da segnalare senza dubbio come tra le migliori in campo insieme ad Aitana.
Mihazawa ha provato a essere pericolosa a cinque minuti dall’inizio della ripresa, ma la conclusione è arrivata tra i guantoni del portiere avversario. Il Giappone è stato graziato al minuto 51 dopo un’azione splendida costruita dalla Spagna e, per sua fortuna, le avversarie erano in posizione di fuorigioco. La Spagna ha proseguito la sua gara fatta di occasioni create, di pressione e di prove di forza, e il Giappone non è riuscito a trovare un modo per raggiungere l’area avversaria.
Il primo cambio è avvenuto al 60° con Olga per Oihane per le spagnole.
Il Giappone è uscito dalla sua metà campo soltanto al 64° minuto, ma la Spagna ha subito bloccato l’azione pericolosa e costretto le avversarie a bloccarsi dietro la linea di centrocampo. La numero 2 Risa Shimizu è uscita in barella un paio di minuti più tardi dopo essersi accasciata e aver richiesto urgentemente il cambio per infortunio, e l’allenatrice della Spagna ha approfittato della pausa per portare forze fresche: è uscita Alexia Putellas per lasciare il posto a Jennifer Hermoso. A sostituire Shimizu è stata la numero 5 Hana Takashi.
Il vantaggio della Spagna è arrivato dai piedi di Mariona a un quarto d’ora dalla fine: nell’area piccola si è costruita una conclusione nell’angolino basso alla sinistra di Yamashita, ribaltando il risultato iniziale che sembrava sorridere al paese del Sol levante. Il secondo goal è stato meritatissimo, in quanto le iberiche hanno collezionato tutta una serie di tiri in porta a differenza della Nadeshiko, che è apparsa spenta, poco combattiva e demoralizzata.
La seconda rete della Spagna ha dato forza alle ragazze giapponesi, che hanno provato a ripartire e a trovare il pareggio, ma quei pochi tiri in porta che hanno fatto sono stati neutralizzati dai guantoni del portiere del Barcellona.
Mina Tanaka è uscita a dieci minuti dalla fine per lasciare il posto alla numero 19 Remina Chiba. Gli ultimi dieci minuti hanno dato forza alle giapponesi, in quanto le ragazze di Ikeda hanno provato a raccogliere i cocci rotti della loro partita difficile e a metterli insieme per costruire un’azione: Chiba, da appena entrata, ha provato a conquistare un pallone al limite dell’area e a essere pericolosa, ma se l’è portato dietro la linea di fondo. Per la Spagna sono poi uscite Athenea, lasciando il posto a Garcia, e Patri, che invece è stata sostituita da Teresa.
Yamashita ha neutralizzato l’ennesima occasione al minuto 83, smanacciando fuori dall’area di rigore un pallone che è arrivato di nuovo a Mariona, ma l’occasione non si è conclusa con la terza rete della Spagna. Miyazawa ha provato di nuovo a innescare l’attacco, ma non c’era nessuna delle sue compagne a portare avanti l’azione, predicando nel deserto.
Agli sgoccioli della partita, è uscita Koga, la migliore in campo per distacco del Giappone, per lasciare qualche minuto nelle gambe della numero 20 Miyabi Moriya. La Spagna non ha interrotto il suo gioco neanche nei minuti di recupero: Aitana, Hermoso e Mariona hanno continuato a gestire il pallone a centrocampo, a trovare le compagne a ridosso della linea di porta e a cercare il goal. Il Giappone ha provato a sfruttare al meglio i pochi minuti a disposizione (6 nel recupero, per la precisione) per trovare il pareggio o, più concretamente, per evitare che il passivo aumentasse troppo. Yamashita ha portato avanti le speranze del Giappone e, insieme a Fujino e alle centrocampiste, ha tentato di costruire occasioni decisive anche nei minuti di recupero. La Nadeshiko ci ha creduto soprattutto nel finale, è diventata pericolosa quando mancavano meno di due minuti al termine e ha provato a trovare la rete, ma Fuka Nagano ha avuto troppa fretta dopo aver subito fallo da parte di Paralluelo e non ha concretizzato la rete; le giapponesi hanno mantenuto il possesso palla fino alla fine del recupero, però era troppo tardi per dare una svolta alla partita.

Se nel primo tempo il Giappone ha provato a essere pericoloso e a raggiungere l’area avversaria anche dopo il goal, nel secondo la Nadeshiko ha fatto ancora più fatica a sfondare e sembrava non crederci più. Ikeda non è riuscito a nascondere la sua preoccupazione alle telecamere, ben consapevole della partita che hanno disputato le sue ragazze nel primo tempo, la maggior parte del quale è stato un susseguirsi di tentativi per provare a uscire da situazioni complicate.
Al termine della partita, da segnalare 12 tiri di cui 7 in porta per la Spagna e 4 di cui 2 nello specchio per il Giappone. Ikeda può comunque essere soddisfatto della prestazione di Koga, migliore in campo per distacco, così come di Fujino che però, a differenza della compagna, nel secondo tempo si è un po’ spenta e ha trovato la forza di farsi valere solo quando mancava poco tempo alla fine. Da migliorare, invece, la freddezza di fronte allo specchio della porta e la precisione nei passaggi.
Migliore in campo Mariona, ovunque e sempre presente sia in fase difensiva sia in fase offensiva; la rete ha messo la ciliegina sulla torta a una prestazione a dir poco sontuosa. Per il Giappone, come già detto, la migliore è stata Koga per aver evitato che il passivo della sua nazionale fosse eccessivo.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.