Il Canada femminile, attualmente al nono posto del ranking FIFA (classifica aggiornata al 15 Marzo 2024), è membro del CONCACAF e in quanto tale prende parte ai vari tornei di calcio internazionali (tra cui Campionato mondiale FIFA, Women’s Championship, Giochi Olimpici estivi).
Alle Olimpiadi che la squadra ha raggiunto il bronzo consecutivamente nel 2012 e 2016, e l’oro a Tokyo 2020. Le campionesse in carica, guidate da Bev Priestman, parteciperanno nel gruppo A (assieme a Francia, Colombia e Nuova Zelanda) alle Olimpiadi che si terranno dal 24 luglio al 10 agosto 2024 a Parigi.
Non sono ancora noti i nomi scelti dalla coach Priestman per confermare l’oro, quello che però si sa già è che il numero di calciatrici indicate non dovrà essere superiore a 18+4, in numero quindi ben inferiore alle 23 della Coppa del Mondo.
I quattro membri aggiuntivi alle 18 serviranno in caso di indisponibilità.

Nella Nazionale canadese militano due atlete che hanno avuto modo in questi mesi di farsi conoscere bene dai tifosi italiani: Julia Grosso e Eveline Viens.
Grosso, centrocampista classe 2000, per tre stagioni ha militato nella Juventus Women facendo la differenza in campo (unica centrocampista dei suoi anni a prender parte a più di 15 marcature).
Viens, invece, è arrivata nella capitale pronta a vestire la maglia della capolista Roma a settembre 2023 e la sua presenza in questa prima stagione italiana certo non è passata inosservata. L’attaccante classe 1997, infatti, in 24 partite giocate ha messo a segno 13 reti  in campionato (raggiungendo il primo posto della classifica marcatrici), a cui si aggiungono i 3 gol in 8 partite di Champions League.

Intervistata da “FIFA.com” sul suo ultimo anno, costellato innegabilmente da successi così si è espressa riguardo il campionato:
“Non male come stagione, vero? (Ride n.d.r.). È stata una buonissima stagione, ma al di là dei risultati ottenuti, la cosa più importante è che la squadra è cresciuta molto e io sono migliorata come calciatrice. Questo è un aspetto fondamentale per me”.

Sul suo impatto in campionato che le era estraneo, almeno fino allo scorso anno, ha proseguito dicendosi incredula per quanto accaduto, ma allo stesso tempo felice:
Sinceramente non mi aspettavo un impatto così. Normalmente, quando cambio squadra ho bisogno di un po’ di tempo per adattarmi a un nuovo sistema di gioco e conoscere bene le mie compagne. Ma in questo caso il gruppo mi ha aiutata molto. Ho avuto un grosso supporto da tutto lo staff, sono stati tutti pazienti.
Conoscevano le mie qualità e mi hanno messo nelle condizioni giuste per utilizzarle, nonostante fossero diverse da quelle del calcio italiano. Sono molto felice per com’è andata questa stagione”.

Il calcio femminile in Italia, seppure ancora indietro rispetto ad altri paesi, sta vivendo un momento di evoluzione e crescita costante. L’attaccante si è detta positivamente impressionata dal modo di muoversi in campo delle sue compagne di squadra, certo c’è ancora margine di miglioramento, ma la strada presa è quella giusta:
“Il calcio femminile in Italia è cresciuto molto. Mi piace tanto l’aspetto tecnico delle calciatrici della Serie A. C’è molta qualità e le calciatrici hanno idee precise di come tenere e gestire la palla. Ricordo che nel mio primo allenamento sono rimasta impressionata dal modo in cui tutte volevano la palla, senza alcuna pressione.
Ci sono ancora margini di miglioramento e mi piace come i club stiano crescendo. La Roma, ad esempio, punta a diventare sempre di più un top club in Europa.”

Riguardo i ricordi che si porterà dietro di una stagione al bacio come la sua (e della Roma) la calciatrice ha ricordato in particolare il gol in Champions contro il Bayern Monaco, e quello in campionato contro la Juventus:
“Credo che siano due i gol che ricorderò sempre con affetto. Il primo, sicuramente, contro il Bayern Monaco in Champions League. Ho giocato un primo tempo non all’altezza e nella ripresa sono riuscita a segnare e abbiamo portato un punto a casa dalla trasferta in Germania. Poi credo che l’altro sia quello contro la Juventus, a febbraio. C’era la mia famiglia allo stadio e segnare davanti a loro, venuti dal Canada per me, è stato incredibile”.

Il suo pensiero poi è andato all’appuntamento con le Olimpiadi, ormai sempre più vicino, e al ricordo della medaglia d’oro vinta nel 2020:
“Volevamo cambiare il colore delle medaglie ottenute in precedenza. Nessuno credeva nelle nostre ambizioni, è stato veramente un finale perfetto. Ricordo benissimo l’aspetto psicologico di quel torneo. Nessuna mollava mai. Tutte combattevano per le compagne e questo ci ha portate a vincere la medaglia d’oro”.

La presenza di Viens in Nazionale è abbastanza recente, infatti, ne fa parte solo dal 2021 e le ragioni sono svariate:
“Sono arrivata tardi in nazionale per motivi differenti. Stavo facendo bene quando sono stata convocata la prima volta, ero a Parigi con il Paris FC. Bev Priestman da CT ha dato l’opportunità a diverse nuove calciatrici di mettersi in mostra e io sono stata una di queste.
Per me la nazionale è stata alti e bassi, ma questa è la parte bella dello sport, perché nulla è scontato e facile da raggiungere. Si cresce e si migliora soltanto con il duro lavoro”.

Le difficoltà incontrate durante l’ultimo mondiale, che ha visto il Canada eliminato nei gironi, sono servite per far crescere la squadra che si presenterà alle Olimpiadi con la consapevolezza di chi ha l’intenzione di far bene e confermare il proprio valore:
“Dopo l’oro alle Olimpiadi e le emozioni provate, non ci aspettavamo un Mondiale del genere, in cui abbiamo fatto davvero fatica. Credo che comunque sia stata una lezione importante. Da quel torneo in poi, c’è stato un cambiamento mentale importante nella nostra squadra, si avverte. C’è stato il ritiro di Christine Sinclair, una vera leader, e ognuna ha dovuto fare uno step in più per colmare la sua assenza. E un’icona per il Canada, considerando il numero di gol segnati con la nazionale, ogni volta che ce n’era bisogno è stata presente. È sicuramente difficile “sostituirla” ma credo che adesso la squadra attacchi in maniera differente, con diverse soluzioni offensive.
Tutte stiamo crescendo come un solo gruppo e siamo tornate sulla strada giusta secondo me. Dunque, abbiamo ricevuto una grande lezione dal Mondiale e siamo cresciute anche grazie a quello”
. 

Durante il torneo non esisteranno partite facili, il livello è ormai sempre più alto:
“Sarà una competizione difficile perchè il calcio femminile è cresciuto tanto. Si gioca ogni tre giorni e la temperatura a Parigi in quei giorni sarà molto calda.
Sarebbe unico giocare una finale a Parigi, amo la Francia come paese, parlo francese, e per me è facile trovarmi bene lì. Tra l’altro sono stata chiamata in nazionale proprio quando ho fatto bene con il Paris FC, sarebbe bellissimo giocare lì la finale del torneo olimpico.
Seguo molto il campionato francese, inoltre, e poter affrontare alcune mie vecchie compagne di squadra sarà bello, così come sarebbe grandioso affrontare altre compagne di altre nazionale e abbracciarci dopo la partita
“.

Sul modo in cui la sua squadra affronterà le Olimpiadi la chiusa dell’attaccante:
“Penso che dobbiamo fare quello che sappiamo in campo e puntare a portare a casa un’altra medaglia, sappiamo che sarà complicato. Dobbiamo restare concentrate su noi stesse e mettere in campo la mentalità canadese che ci ha portato a trionfare a Tokyo”.

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.