Si avvicina sempre di più l’apertura delle Olimpiadi di questo 2024: tra le potenze calcistiche che ne faranno parte? L’Australia. La squadra, sotto la supervisione del coach Tony Gustavsson, attende con ansia di entrare sul rettangolo verde per provare a riscattare la mancata conquista del bronzo in occasione di Tokyo 2020 (poi messa al collo dalle statunitensi, ormai da anni al vertice delle squadre più ostiche).
Parigi sarà un vero e proprio banco di prova per le 22 matildas totali selezionate: la nazionale gialloverde sa quali carte giocare (e lo ha dimostrato più volte anche su precedenti palcoscenici) grazie anche alla grande capacità di adattarsi a qualsivoglia gioco opposto, riuscendo a mettere in difficoltà proprio l’avversario con pressing eccellenti e tattiche di gioco perlopiù abili.
Semplice, però, non sarà affatto. Perché nella strada che il gruppo australiano dovrà percorrere ci saranno Stati Uniti e Germania, tutte formazioni di grande esperienza con calciatrici di livello mondiale che puntano a mordere (come è solito fare) la medaglia dorata (meno temibile lo Zambia, al 65° della classifica mondiale).
Rimanendo su tale discorso, tra le annunciate dalla cosiddetta “Chef de Mission” e dall’ex ciclista su pista Anna Meares c’è Caitlin Foord; l’apporto offensivo numero 9 della nazionale si troverà per la terza volta a rincorrere il traguardo a cinque cerchi, così come le compagne Mackenzie Arnold, Ellie Carpenter, il vice-capitano Emily van Egmond, Alanna Kennedy, Clare Polkinghorne e Tameka Yallop.
Quest’ultima è reduce da una annata tutt’altro che facile, segnata da un infortunio al ginocchio rimediato durante l’amichevole contro la Cina andata in scena appena qualche settimana fa, che ha messo a repentaglio il suo cammino stagionale e soprattutto la partecipazione alla competizione. E mentre lo stesso Gustavsson ne ha minimizzato la gravità, è stato poi confermato come un intoppo di entità recuperabile; la calciatrice (alla quale è stato recentemente dedicato un bellissimo murales nella sua città natale), però, ha parlato di stanchezza, elemento ben più consistente rispetto al pensiero iniziale, talvolta messo da parte: “Onestamente è stata una lunga stagione, anche se superata tranquillamente e di questo ne sono felice; ora, però, penso che il mio corpo abbia bisogno di riposo“, ha infatti riferito.
Come figura del gruppo che ha partecipato sia a Rio 2016 che a Tokyo 2020, Foord ha, inoltre, confessato l’attuale attitudine della propria squadra a fare tesoro delle esperienze precedenti, utili come carburante in circostanze di questa portata: “Chiunque vada alle Olimpiadi vuole ovviamente vincere“, ha continuato. “Noi siamo un ottimo gruppo e penso che meritiamo questo spazio per poter dimostrare il nostro valore. Le ultime Olimpiadi mi sono rimaste impresse, visto l’arresto al quarto posto. Si tratterà di affrontare una partita alla volta, ma vincere una medaglia è ciò che tutte noi desideriamo“.
L’attuale tecnico dell’insieme sopra citato è ormai parte della società da quasi quattro anni: la coerenza interna nell’approccio, in questo caso, secondo Foord, potrà aiutare la squadra a raggiungere i propri obiettivi. La numero 9, infatti, ha detto: “Durante il mandato di Gustavsson abbiamo costruito tanto. Abbiamo raggiunto le Olimpiadi, i Mondiali e partecipato a tornei importanti che ci hanno fornito esperienza; per questo sono convinta che saremo le più preparate“.
Sul finale ha affermato che questi Giochi Olimpici saranno senza dubbio emozionanti quanto i primi: “Non vedo l’ora di iniziare, sarà un’emozione unica“.
Dato importante: la più recente classifica mondiale Ranking FIFA distribuita pubblicamente vede le australiane permanere al 12° posto e guadagnare +1,06 punti dopo un pareggio e una vittoria per 2-0 sulla Cina PR in casa.
Se ne vedranno delle belle!