Credit Photo: Stefano Petitti- Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Andrea Soncin, CT dell’Italia Femminile, nelle ore scorse durante l’evento di chiusura del calciomercato dell’A.Di.Se., svolto a Milano, ha lasciato qualche battuta sul suo anno e mezzo alla guida della Nazionale. 

Lo stesso Commissario Tecnico ha ricordato cosi la sua frase ‘Non è calcio femminile, è calcio’ aggiuggendo: “Mi è uscita d’istinto, senza filtri. Credo fortemente in questa definizione, tenendo in considerazione le specificità e le caratteristiche del movimento. L’aspetto relazionale, psicologico e motivazionale dovrebbe essere attenzionato anche nel maschile, è questa la differenza tra i due mondi, poi la voglia di vincere, la passione e gli aspetti tecnico-tattici sono gli stessi”.

A riguardo, poi, il selezionatore della Nazionale ha continuato: “Mi ritengo l’allenatore della Nazionale femminile di calcio, non della Nazionale di calcio femminile. Cambia tanto. Ci vuole attenzione alle specificità, anche perché nel nostro paese c’è una cultura che sta migliorando ma che deve migliorare ancora”.

Il CT commenta, poi, cosi l”interesse verso il movimento femminile: “I numeri stanno aumentando ma ci sono ancora certi freni culturali che probabilmente rallentano il processo. Personalmente mi sono prefissato l’obiettivo di mettere la persona al centro, non solo le atlete. Un percorso, questo, condiviso anche con lo staff”.

Sul gruppo delle Azzurre, poi, Soncin ha rimarcato: “Conoscere a fondo le ragazze significa scoprirne i desideri, le ambizioni, le paure, creare un ambiente ideale in cui la gente si sente libera di esprimersi, senza avere paura del giudizio. Con le ragazze la gestione dell’errore è un aspetto molto importante, perché spesso si colpevolizzano tanto: per questo, ci siamo concentrati sul dare valore alla soluzione e non all’errore, cercando di conoscere a fondo tutte le ragazze convocabili”.

Nazionale in un momento positivo come evidenzia Soncin che sull’importanza di vestire casacca della Nazionale ricorda: “Vestire la maglia azzurra è un sogno ed è giusto dare a tutte la possibilità di realizzarlo. Per me essere in panchina è un qualcosa di unico, impareggiabile. Ogni raduno c’è un continuo scambio di emozioni. Nelle ragazze ho trovato grandissima disponibilità, molta attenzione nel volere risposte e spiegazioni, a cui segue una massima applicazione per fare quello che si chiede loro”.