Dal campo alla cuffia, dalle sensazioni vissute sul rettangolo verde a quelle provate in tribuna stampa. Passano gli anni, cambiano i ruoli, eppure la Nazionale femminile continua a regalare sempre emozioni fortissime a Marta Carissimi. L’ex giocatrice azzurra, ora telecronista, ci ha raccontato in esclusiva Italia-Israele, pass per gli Europei femminili che le ragazze di Bertolini hanno sfruttato al meglio, vincendo 12 a 0. Le sue parole a Juventusnews24.com.
All’Italia sarebbe bastato un 2 a 0, ma le ragazze di Bertolini hanno voluto strafare, andando in vantaggio già pochi istanti dopo il fischio d’inizio. Quando è stato importante l’approccio?
«Sicuramente è stato fondamentale. Come ha detto anche Bertolini, il risultato più importante è stato lo 0 a 0 in Danimarca che ha permesso di arrivare alla partita di ieri sapendo di poter fare 2 gol, complice la vittoria della Finlandia. Fossero stati anche 6, con la prestazione di ieri non ci sarebbero stati problemi. L’approccio è stato determinante ma dall’altra parte c’era una squadra in difficoltà, non c’era termine di paragone sportivo».
All’andata era finita 3 a 2, con una gara particolarmente sofferta. Divario tecnico a parte, cosa ha fatto la differenza in campo in questo 12 a 0?
«La partita dell’andata era tipica, arrivava subito dopo il Mondiale e dopo una competizione del genere non era semplicissimo riposizionarsi sui binari giusti. Ieri la differenza l’ha fatta sicuramente un divario tecnico enorme. Israele era una squadra senza esperienza, molto molto giovane. Era più un Under. L’Italia voleva e doveva vincere e ha trovato grandi spazi per far emergere le proprie caratteristiche».
Lei era al Franchi per commentare il match. Che emozione ha provato al triplice fischio, quando le ragazze sono corse ad abbracciarsi e a festeggiare?
«Sono stata contenta di commentare una partita ricca di gol, che ha permesso la qualificazione. Questo era l’obiettivo primario ed essere al Franchi è stato molto bello. Sono davvero contenta per le ragazze e la Nazionale, ma anche per il movimento. Dopo il Mondiale era importante arrivare in maniera diretta all’Europea. Il traguardo è stato centrato, il risultato è rotondo».
L’Italia ha partecipato a tutte le edizioni degli Europei, tranne ad una nel 1995. Questa volta però tutto lascia pensare che la squadra azzurra si presenti con una consapevolezza diversa e che combatterà per arrivare fino in fondo. Sarà davvero così?
«La volontà sicuramente ci sarà. Le ragazze avranno un anno e mezzo per preparare al meglio l’Europeo. Il tempo per fare altra esperienza, per far maturare le ragazze giovani che stanno emergendo, c’è. Si sa che è una competizione molto difficile, perché delle 8 finaliste al Mondiale, 7 erano europee. Gli altri Paesi sono più avanti di noi. È lecito sognare, ma anche avere il polso della realtà. Sarà difficile arrivare a giocarselo, però l’importante è che ci sia un percorso di crescita. Le ragazze stanno acquisendo consapevolezza, avranno un anno e mezzo per farsi trovare pronte».
In questo senso aiuta il rinvio di un anno al 2022?
«Sicuramente può aiutare. È un anno in più di esperienza, anche se bisognerà capire che tipo di esperienza si potrà fare in questo momento. Questo permetterà di arrivare al meglio. Ogni momento è una storia a sé: mi auguro che tra un anno e mezzo Bertolini possa avere tutte le ragazze a disposizione senza che ci siano infortuni, come è successo al Mondiale con Salvai. Mi auguro che la ct possa scegliere tra tutte le ragazze che avranno beneficiato di questo anno. Sicuramente, indipendentemente dagli impegni, faranno ulteriore esperienza con i club».
Al Franchi abbiamo visto in campo Caruso, Glionna, Di Guglielmo… Anche in panchina e in tribuna c’erano tanti giovani talenti. Chi pensa che possa essere protagonista ad Euro 2022 tra le nuove leve?
«Bisognerà vedere chi e come arriverà all’Europeo. Ci sono giocatrici che stanno facendo un ottimo campionato, come appunto Caruso e Glionna. Bisognerà vedere la loro evoluzione. Le ragazze del ’99 arriveranno all’Europeo a 22 anni, loro sono giocatrici che ormai da 3-4 anni giocano in Serie A e quindi hanno le capacità e l’età per affermarsi. Difficile sapere chi sarà protagonista: mi auguro che tante di quelle che c’erano ieri possano lottare per essere all’Europeo. C’erano anche Serturini, Cantore, la stessa Bonfantini, Marinelli, Tortelli, Mascarello… Penso ci siano tante giovani dall’Under 23. Mi auguro di vederle nel pre-raduno di selezione e poi sta a loro conquistarsi un posto nelle 23».
Caruso ieri ha segnato il primo gol con la Nazionale maggiore. Quanto è cresciuta?
«Penso che il suo percorso sia nato dalla Res Roma. Aveva già esordito in Serie A. Il percorso alla Juventus è partito dal primo anno. È stato bravo lo staff e Guarino a gestirla e lei a capire che per giocare non basta avere del talento, ma bisogna avere costanza nelle prestazioni e una crescita continua. Ogni anno ha messo qualcosa in più ed è arrivata a conquistarsi un posto da titolare».
Il Mondiale ha dato una scossa importantissima al movimento. Pensa che Euro 2022 possa essere il coronamento del calcio femminile in Italia?
«Spero sia un ulteriore step di crescita. La Uefa lo ha descritto come “L’evento Uefa più importante di sempre”. Più importante rispetto a quelli fatti fino ad oggi, spero che dopo ce ne siano di più importanti. Pochi giorni fa la Figc ha presentato il programma di sviluppo: è uno dei tasselli, è una conquista sociale. Il calcio sarà il primo sport a passare al professionismo. Ogni passo è uno step di crescita. Mi auguro non ci sia mai il momento in cui si dirà “Abbiamo toccato l’apice”. Bisogna avere sempre l’ambizione di crescere».
Lei ha giocato due europei in maglia azzurra. Che emozioni danno competizioni del genere?
«Gli Europei sono come la Champions League col club. Le emozioni sono sempre forti, sai di rappresentare un Paese intero. Hai dietro un movimento e chi gioca è l’espressione di quel movimento. Le ambizioni si trovano da sole. C’è un’atmosfera magica e spero che si possa arrivare con gli stadi pieni. In una competizione del genere sono la linfa».
Uno sguardo anche al campionato: la Juventus Women continua a vincere, il Milan insegue. Chi la spunterà alla fine?
«Penso che la Juve abbia un vantaggio a livello di classifica e a livello di completezza della rosa. Queste sono sempre partite molto equilibrate, come all’andata. Sarà davvero interessante come arriveranno le due squadre. Sono in un buon momento. La Juve ha recuperato Caruso, vedremo se recupererà Galli. Sono giocatrici molto importanti. Bisognerà vedere come si arriverà a quel momento. Purtroppo c’è sempre la grande incognita dei tamponi. Purtroppo gli allenatori a volte non possono fare la formazione. Sarà uno scontro molto importante. Ovvio che se la Juve dovesse vincere acquisisce un vantaggio molto importante. Al contrario si riaprirebbe il campionato. Ci sono tanti componenti che su due squadre equilibrate contano. La Juve ha più da perdere del Milan, arriva da 3 vittorie consecutive del campionato ed è la squadra da battere. Sarà una bella partita».
Si ringrazia Marta Carissimi per la disponibilità e la cortesia dimostrate.
Credit Photo: Fabio Vanzi