LETTERA DI UNA MAMMA:
Improvvisa è arrivata la convocazione alla selezione della Nazionale di calcio femminile under 16. Che dire, stupore e felicità.
In quattro e quattro otto si compra il biglietto del treno per Roma e si cerca di non pensarci troppo su. La ragazzina deve stare serena e pensare solo a giocare. La notte frullo nel letto, è un giorno speciale. Sveglia alle 5 e si parte.
Da questo momento il tempo a iniziato a correre a lunghe falcate, corri che dobbiamo arrivare in stazione, corri che dobbiamo prendere il treno, corri che poi c’ è la metro, corri al trenino per Viterbo, corri sul marciapiede col borsone pesante che sbatte sul fianco fino ai campi di Acqua Acetosa.
Adesso stop, frena, ci siamo, in perfetto orario della convocazione 11,30. A questo punto il tempo si è fermato. Ha iniziato a gocciolare nell’attesa. Le ragazzine si squadrano, non lo danno a vedere ma hanno tutte una paura fottuta. Si stringono in microgruppetti con compagne e genitori.“Ho una stretta qui sullo stomaco” ”Ma hai visto quella”.
Il centro sportivo è curato ed elegante con prati all’inglese, rinfreschi per delegazioni con gli ombrelloni e bicchieri di cristallo. Sotto il porticato bianco passano allenatori, ragazzi del liceo sportivo, nazionali di tutti gli sport da tutte le parti del modo, tutti sono rigorosamente in divisa e sono molto belli. E’ un mondo che ti piacerebbe farne parte. Si pranza divisi in due gruppi: atleti e accompagnatori. Da questo momento le farfalline volano per conto loro. Le ragazzine escono dagli spogliatoi impettite con la divisa della Nazionale e fioccano le foto.
Sei orgoglioso di lei perchè se l’è guadagnato, sei felice perchè lei ha una vita davanti e delle oppurtunità, perchè sembra che tutto possa succedere e questo è gia tanto. E’ bellissimo. I genitori vengono fatti sedere su una piccola tribuna e da li assisteranno alle partitelle mentre vengono esaminate. Nessuno e dico nessuno si è permesso di consigliare, sgridare, parteggiare per la propria figlia e mi è sembrato molto molto civile. Nel femminile non girano i soldi del calcio maschile e quindi rimane solo il meglio dello sport: l’orgoglio di rappresentare il tuo paese, il rispetto delle regole, la voglia di conoscersi e di dare il massimo. Un mondo migliore.