La nostra Nazionale Femminile esordì esattamente il 23 febbraio 1968, in una fredda serata a Viareggio, dove affrontò per la prima volta in assoluto in una gara “Internazionale di calcio” la rappresentativa della Cecoslovacchia.
La Gazzetta dello Sport raccontò l’evento in un taglio basso, quasi a pensare che questa strana partita fosse la prima ma anche, poi, l’ultima e chissà quali risvolti poteva creare al mondo del pallone. Ed invece il raccontarlo oggi, come le fece allora il giornalista che scrisse poche righe di notevole significato, è bello e giusto festeggiare con le nostre fantastiche pioniere per tutto il movimento femminile.
L’allora collega attacco il pezzo scrivendo “La formazione nazionale femminile di calcio dell’ Italia ha battuto in notturna la compagine Cecoslovacca”, quale migliore inizio per il nostro esordio. E prosegui: “spettatori circa 2.000, terreno pesante, ma la squadra italiana è apparsa preparata, anche in “maniera superiore alle previsioni”. L’inviato, forse anche lui perplesso, evidenziò l’evento più unico che raro della gara.
“Dopo la rete subita a freddo dalle avversarie, l’ Italia ha saputo reagire con veemenza raggiungendo ben presto il pareggio e riuscendo anche a passare in vantaggio”. Il leggere adesso, a distanza di anni la cronaca di questa gara mi porta ai giorni di oggi, dove il calcio femminile sebbene in forte crescita, ha ancora tanto da sviluppare sia in termini mediatici che di approccio al tifoso medio maschile: dove leggendo i nostri quotidiani cartacei trova molta difficoltà a vedere cronache o risultati delle nostre ragazze.
L’articolo in questione, oggi, trova spazio al Museo del Calcio di Coverciano (Firenze) come una reliquia, un documento sul quale si fonda l’intero movimento, e porta nelle gesta di quelle ragazze tutto il nostro apprezzamento per averci creduto, aver osato, ed alle quali va il ringraziamento di noi tutti, quest’oggi, nel leggerlo e nel ricordalo.
La formazione vedeva schierata sul rettangolo di gioco: Caolelli; Tessadori (Fabbri), Chelloni; Meles, Tanini, Bonalimi; Feroldi (Castagnini), Gerwen, Ciceri, Gridelli, Lombardi.
Un modulo 3-3-3-1, con la panchina corta: solamente due sostituzioni, “dopo che le cecoslovacche andavano in vantaggio al 6’ con la Michlerova, le azzurre reagiscono con Tanini al 9’ che porta il pareggio, ed al 19’mette a segno il gol del successo”.
L’arbitro Palagi di Viareggio, probabilmente non sapeva che anche lui sarebbe finito nella storia di questo Movimento, la pioggia ed il freddo percepito in quella sera sul terreno di casa resterà per sempre a ricordo di un grande inizio sportivo.
Questo l’articolo integrale, conservato a “Coverciano”, nel “Museo del Calcio“.